Home / Newsletter / Newsletter n.393 - 13 febbraio 2015 / I frutti della terra sono di tutti

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I frutti della terra sono di tutti

13/02/2015

Égalité/La prima persona che, dopo aver recintato un pezzo di terreno, si è messa in testa di dire “questo è mio” e ha trovato persone così ingenue da credergli, è stato il vero fondatore della società civile

La prima persona che, dopo aver recintato un pezzo di terreno, si è messa in testa di dire “questo è mio” e ha trovato persone così ingenue da credergli, è stato il vero fondatore della società civile. Quanti crimini, guerre, omicidi, quali miserie e orrori sarebbero stati risparmiati all’umanità se qualcuno avesse abbattuto i paletti o riempito il fossato intorno al terreno e gridato ai suoi simili: “non ascoltate questo impostore. Sarete perduti se dimenticate che i frutti della terra appartengono a tutti e la terra a nessuno!” (Discorso sulle origini e fondamenti della disuguaglianza tra gli uomini).

Per quanto riguarda l'uguaglianza, questa parola non dev’essere intesa nel senso che il grado di potere e ricchezza debba essere esattamente lo stesso per tutti, ma piuttosto nel senso che il potere non dovrebbe essere capace di violenza e dovrebbe essere esercitato solo in virtù del ruolo svolto e della legge; per quanto riguarda la ricchezza, nessun cittadino dovrebbe essere così ricco da poterne comprare un altro, e nessuno così povero da essere costretto a vendere se stesso (…). Vuoi dunque dare stabilità allo Stato? Porta allora gli estremi il più vicino possibile. Non tollerare né i ricchi, né i mendicanti. Queste due condizioni, che sono naturalmente legate tra loro, sono ugualmente fatali per il bene comune. Dalla prima vengono i fomentatori della tirannia e dall'altra i tiranni. Tra loro la libertà pubblica diventa una questione di commercio. Uno la compra e l’altro la vende (Il contratto sociale).

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