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Cambiamento dei salari nominali
Il lavoro non è un mercato/ Il mantenimento di uno stabile livello generale dei salari monetari è, tutto sommato, la politica più consigliabile per un sistema chiuso; mentre la stessa conclusione varrà per un sistema aperto, purché l'equilibrio con il resto del mondo possa essere assicurato mediante fluttuazione dei cambi.
Vi sono alcuni vantaggi in un certo grado di flessibilità dei salari di industrie particolari (...). Ma il livello complessivo dei salari monetari dovrebbe mantenersi stabile finché è possibile, almeno in periodi brevi. [...] In periodi lunghi ci rimane ancora da dover scegliere fra una politica che consenta ai prezzi di discendere lentamente col progresso della tecnica e degli impianti, mantenendo stabili i salari, e una politica che consenta ai salari di salire lentamente, mantenendo stabili i prezzi. In complesso la mia preferenza è per questa seconda alternativa, a causa della circostanza che il mantenere il livello effettivo dell'occupazione vicino, entro certi limiti, a quella dell'occupazione piena è più facile con un'aspettativa di maggiori salari futuri che con un'aspettativa di salari minori. (Keynes, 1953, cap.19, sez. III, pp.238-239). Keynes J.M. (1953), Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta, UTET, Torino (ed. originale 1936).
Lettera privata di John Maynard Keynes a Franklin Delano Roosevelt
A Franklin Delano Roosevelt, 1 febbraio 1938
[…] Perdoni la franchezza di queste mie note. Provengono da un entusiastico sostenitore suo e delle sue politiche. Condivido l’idea che l’investimento in beni durevoli debba essere realizzato sempre più sotto la guida dello stato. […] Considero essenziale lo sviluppo della contrattazione collettiva. Approvo il salario minimo e la regolamentazione dell’orario di lavoro. Ero totalmente d’accordo con lei l’altro giorno, quando ha deprecato una politica di generale riduzione del salario, giudicandola inutile nelle attuali condizioni. Ma ho il grandissimo timore che in tutti i paesi democratici le cause progressiste possano risultare indebolite, in quanto non vorrei che lei abbia preso troppo alla leggera la possibilità di mettere a rischio il loro prestigio qualora si fallisse in termini di prosperità immediata. Non deve avvenire alcun fallimento. Ma il mantenimento della prosperità nel mondo moderno è estremamente difficile; ed è così facile perdere tempo prezioso. […]
Con grande rispetto e lealtà,
J.M. Keynes
Tratta da John Maynard Keynes (1938), “Letter of February 1 to Franklin Delano Roosevelt,” in Collected Works vol.XXI: Activities 1931-1939 (London: Macmillan).
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