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IG Metall, cambio di rotta per l’Europa

14/12/2012

No ad austerità, sì a responsabilità comune sul debito, no a speculazione, sì a democrazia, con un’Unione politica e sociale accanto a quella monetaria. L’IG Metall entra nel dibattito europeo

L’IG Metall, il sindacato tedesco del settore metallurgico e automobilistico (Industriegewerkschaft Metall), il più importante del paese, offre le proprie risposte alla crisi europea nel rapporto “Cambio di rotta per la solidarietà europea” (disponibile in inglese), presentato la settimana scorsa in una conferenza internazionale a cui hanno partecipato molti sindacati europei e – a sorpresa – l’ex presidente del Brasile (ed ex metalmeccanico) Lula.

Il documento inizia con una ricostruzione della crisi mondiale e dei salvataggi delle banche che hanno portato alla crisi del debito sovrano europeo, presto trasformatasi in crisi di identità dell’Europa, con la messa in discussione dell’idea stessa di Unione e il ritorno di pericolosi nazionalismi. La crisi del debito ha evidenziato le carenze strutturali dell’Unione Europea, in particolare della sua capacità decisionale, spesso lasciata in mano a singoli stati membri. Due sfide attendono quindi l’UE, la gestione della crisi nel breve termine e una riforma democratica delle istituzioni europee verso una maggiore integrazione politica e sociale.

È chiaro nel testo il richiamo a un maggior coordinamento delle politiche economiche e sociali degli stati, così come il rifiuto delle politiche di austerità, che oggi colpiscono soprattutto giovani e lavoratori. L’IG Metall chiede un progetto industriale europeo, aperto ai cambiamenti “socio-ecologici”, che sia capace di rilanciare una crescita equilibrata, equa, ed ecologicamente sostenibile. Piuttosto che in investimenti finanziari speculativi, le imprese europee dovrebbero investire su efficienza, energie rinnovabili e uso ottimale delle risorse, tutti fattori che potrebbero rilanciare la crescita.

Particolare attenzione è dedicata alle politiche salariali e alle politiche fiscali. Tassi di interesse e tassi di cambio non sono più strumenti utilizzabili dalle politiche economiche nazionali. Con tassi uguali per tutti i paesi euro, sono emersi pericolosi squilibri commerciali che mettono in pericolo la moneta unica. Tali squilibri possono essere affrontati soltanto dando all’Europa maggior controllo in materia di tassazione (per evitare il dumping fiscale) e con un maggior coordinamento della contrattazione salariale tra i sindacati della zona euro. Il sindacato tedesco ribadisce che le politiche di deregolamentazione del mercato del lavoro che in Germania hanno aumentato la precarietà e diminuito la capacità contrattuale dei lavoratori non possono diventare il paradigma da seguire per i restanti paesi dell’Euro. Proprio quelle politiche, in effetti, sono state alla radice dell’aumentata competitività dei beni tedeschi che ha prodotto grandi surplus commerciali, l’altra faccia della medaglia dei deficit nei paesi del sud Europa.

Con un netto cambio di rotta rispetto al dibattito della politica tedesca, l’IG Metall si schiera a favore della condivisione del debito sovrano dei paesi in difficoltà della zona euro, a condizione di un rigoroso controllo sulle politiche fiscali esercitato in modo democratico dal Parlamento europeo. In materia di finanza, sono richieste misure importanti: le banche devono tornare a svolgere il loro ruolo originario, servire l’economia reale con prodotti finanziari sicuri e trasparenti; va introdotta la tassa sulle transazioni finanziarie; ci vuole un sistema di supervisone bancaria che offra la protezione dei depositi e un’agenzia di rating pubblica e indipendente; è necessaria la separazione dell’attività bancaria tradizionale da quella speculativa.

Forte è il richiamo per un’Unione sociale e un’Unione politica. L’IG Metall propone un patto sociale al centro dell’Europa, con la difesa dei diritti del lavoro e sociali, e la lotta al precariato come priorità dell’Unione. Accanto alla tutela dei diritti, serve una convergenza dei salari, che superi le condizioni di lavoro a bassi salari, anche con l’introduzione del salario minimo nei settori più colpiti dal peggioramento delle condizioni di lavoro. Per influire sulle scelte economiche, l’IG Metall chiede una maggior partecipazione nella governance delle imprese di lavoratori e rappresentanti sindacali, facendo della co-determinazione alla tedesca (mitbestimmung) un pilastro dell’Europa sociale.

“La UE ha bisogno di un’Unione politica” – sostiene il documento – e la crisi dell’euro rappresenta un’occasione per migliorare i “difetti di nascita” dell’Unione Economica e Monetaria. Perno della nuova Europa dovranno essere nuove istituzioni, indipendenti dai governi nazionali ma democraticamente legittimate dai cittadini europei. Il Parlamento europeo dovrà essere eletto a livello transnazionale con una legge che uniformi le procedure a livello comunitario. La Commissione Europea potrà diventare un vero governo soltanto quando la carica di Presidente diventerà elettiva. L’Europa non può replicare il modello di stato federale sull’esempio della Germania, ma dovrà pensare a nuove istituzioni democratiche: “l’IG Metall sostiene la proposta di istituire una Convenzione europea che prepari le basi per un trattato sull’Unione politica e sociale, attraverso un grande dibattito e partecipazione democratica”.

Un cambio di rotta, quello proposto dal più importante sindacato tedesco, in linea con le proposte economiche e politiche dei movimenti europei riuniti all’incontro Firenze 10+10 il mese scorso, che potrebbe indirizzare bene il dibattito pre-elettorale in Germania, dove l’Spd ha posizioni molto più caute, in vista delle elezioni dell’autiunno 2013. Ma è una svolta che potrebbe essere di grande rilievo anche per il sindacato e le elezioni italiane.

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