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Monologo sulle tazze e sui servizi

27/01/2009

Gli italiani non pagano le tazze. Ma che popolo bizzarro! E che fissazione mai bizzarra è questa di non pagar le tazze? E perché poi proprio le tazze? Se ne parlava di ciò con un tale che tiene per l’appunto un commercio di porcellane. “Pagano tutto” diceva “senza fiatare: piatti, bicchieri, brocche, vassoi. Ma quando arrivano alle tazze dicono: ah, no! Le tazze non le pago! Figuriamoci se pago le tazze!” E sono anche un po’ risentiti. E perché non le pagano le tazze? Viene naturale chiedersi. “Sono troppo alte. Vada in Francia, o in Germania: là sono più basse sa!” E ti guardano con aria di sfida. “Fossero più basse anche qua da noi le pagherei. E quando le abbiamo versate poi, queste tazze, cosa diamo da mangiare ai nostri figli?” E le tazzine? “Le tazzine va bene, le tazzine le pago.” Guardi che se paga anche le tazze, le diamo un servizio completo! “Ma chi ci crede più?” ti rispondono “Quando mai è successo?”

Paradisi

Tutti speriamo di andare in paradiso. Ed è normale, perché il paradiso è un posto dove finalmente si può stare tranquilli, senza pensieri. C’è chi aspetta il paradiso in cielo, c’è chi ha cercato il paradiso in terra: e questi li capisco. Li capisco entrambi. Chi non capisco sono quelli che vogliono andare in un paradiso fiscale. Che senso ha un paradiso se è fiscale? Se San Pietro ti dà il benvenuto e ti dice: “Intendiamoci subito: qui siamo molto fiscali.” Allora forse no, penserei, c’è qualcosa che non va: allora torno indietro. Un paradiso è un paradiso se si può fare quello che si vuole. No, lasciamo stare il paradiso se è troppo fiscale.

* Questi testi sono tratti da uno spettacolo portato in scena da rapsodi.gruppofonografico.it

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