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Continuiamo a essere le stesse equilibriste di sempre

14/03/2014

Lei quattro ore e quaranta minuti, lui un’ora e cinquantaquattro. Secondo l’Istat questa è la stima del tempo che in un giorno medio donne e uomini dedicano al lavoro familiare. E si sta parlando, sia per lei che per lui, di persone che lavorano fuori casa. Nell’arco di una giornata questo si traduce in un 19,4% del proprio tempo che le donne passano a svolgere l’insieme di attività domestiche e di cura nei confronti dei componenti della famiglia, contro il 7,9% che invece ci spendono gli uomini.

E se nel 1978 il tasso di occupazione femminile era pari al 31,8% e nel 2012 è arrivato al 47,1% (sempre fonte Istat), come mai nell’ultimo ventennio (periodo in cui sono a disposizione dati sull’uso del tempo) lo squilibrio a sfavore delle donne nella divisione del lavoro familiare è calato meno di dieci punti percentuali? In quest’ultimo caso il riferimento è all’indice di asimmetria del lavoro familiare dell’Istat, che racconta di un 71,3% - i tre quarti - di queste attività sobbarcate dalle donne nel 2008-2009, contro il 79,7 di venti anni prima (’88-’89).

D’altro canto, se l’attività femminile dentro le mura di casa non è diminuita, quella degli uomini è aumentata giusto di un soffio, da un’ora e 32 minuti nell’88-'89, a un’ora e 54 minuti nel 2008-'09, per lo più concentrata non nelle attività routinarie delle mansioni domestiche, ma nella parte ludica e ricreativa della cura dei figli (dunque non pappa e bagnetto, fare i compiti o sorvegliare: attività ancora di appannaggio femminile).

Le donne continuano dunque a essere le stesse “equilibriste dei bilanci di tempo” che erano negli anni Settanta, quando la sociologa Laura Balbo ha notato la loro “doppia presenza”: nel mercato del lavoro e nelle attività domestiche e familiari, come ricorda Lorenzo Todesco nel libro Quello che gli uomini non fanno. Il lavoro familiare nelle società contemporanee (Carocci), in cui i dati appena ricordati sono stati raccolti all’interno di un quadro generale della sistemazione teorica su questo tema.

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Tratto da ingenere.it