Home / Newsletter / Newsletter n.406 - 1° aprile 2015 / L'inedita alleanza tra il renziano Davide Serra e il berlusconiano Ennio Doris

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L'inedita alleanza tra il renziano Davide Serra e il berlusconiano Ennio Doris

L'inedita alleanza tra il renziano Davide Serra e il berlusconiano Ennio Doris

28/03/2015

Come era facile attendersi una delle conferenze più attese nella prima giornata del Salone del Risparmio era quella tenuta dal numero uno del gruppo Mediolanum, Ennio Doris, e da Davide Serra, a sua volta numero uno di Algebris, società di gestione del risparmio che ha stretto da poco un accordo di distribuzione col gruppo di Basiglio. Il tema della conferenza era una degli argomenti più discussi in ambito finanziario: il Quantitative Easing di Mario Draghi. “Il QE”, ha fatto notare Doris, “in Italia è partito dopo il cambiamento di politica dell’Opec. Il calo del prezzo del petrolio porta con sè bassa inflazione e bassi tassi di interesse e questo ha ampliato l’effetto Draghi nel senso che un contesto del genere sarà un sostegno all’economia reale”. Allora dove investire si domanda Serra che gestisce per Mediolanum segue il fondo “Financial Income Strategy”? “Ci focalizziamo sui bancari globali (banche, assicurazioni, sgr, ndr)”, spiega Seera. “Dal 2007 è cambiato il mondo e l’industria finanziaria ha 5 volte più capitali di prima. Investire nel credito è intelligente dato che le banche che passano gli stress test sono molto solide e sicure”, precisa il finanziere amico di Renzi. “Il nostro portafoglio è investito per un 25% in Usa, un 25% in Uk, un 40% in Nord Europa, e un 20% tra Italia e Spagna. Non siamo positivi sui mercati emergenti: si sono trovati col calo del prezzo delle commodity, hanno allocato male le risorse e le loro valute, comprate a man bassa quando si cercava l’extra rendimento, sono scese». E l’azionario? «Ci piace molto ma dipende dalla propensione al rischio". E sulla dinamica dei tassi afferma Doris: «risaliranno ma non torneranno alti come nel passato per la dinamica dell’energia che tenderà a costare molto meno rispetto al passato. Oggi bisogna investire sull’economia reale, trovare strumenti che limitino il rischio e diversificare il più possibile».

Tratto da www.linkiesta.it