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La storia dell'Articolo 18, sotto attacco da oltre 10 anni

20/12/2013

E' una delle norme più discusse della nostra legislazione, e in suo nome si sono create schiere di strenui difensori e di detrattori: è l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori (legge 300 del 20 maggio 1970, una delle norme principali del diritto del lavoro italiano, scritta da una commissione voluta da Giacomo Brodolini guidata da Gino Giugni (a tutti gli effetti il padre dello Statuto).
Dell'art.18 si torna a parlare anche adesso, a proposito della proposta attesa da Renzi di un contratto unico per l'assunzione dei lavoratori, che dovrebbe essere 'compensato' dall'abrogazione dell'art.18 almeno per i neo assunti.
L'articolo 18 afferma che il licenziamento è valido se avviene per giusta causa o giustificato motivo. In assenza di questi presupposti, il giudice dichiara l'illegittimità dell'atto e ordina la reintegrazione del ricorrente nel posto di lavoro.
Sul mantenimento o meno di questa norma (che si applica solo nelle imprese con più di 15 dipendenti) il mondo del lavoro, nelle sue varie componenti, e la politica, da oltre 10 anni si sono letteralmente spaccati. A difendere in maniera più strenua l'articolo 18 è stata sicuramente la Cgil, che per dire 'no' a un tentativo di modifica della norma, il 23 marzo 2002 al Circo Massimo di Roma, con Sergio Cofferati segretario generale, ha portato in piazza tre milioni di persone, in una delle maggiori manifestazioni italiane del dopoguerra.

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Tratto da www.rassegna.it