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Contro il caporalato, boicottare i grandi distributori

22/10/2013

“L’unica cosa da fare è il boicottaggio nei confronti di quei supermercati che vendono prodotti raccolti dagli schiavi nelle campagne pugliesi”. A lanciare la proposta è Yvan Sagnet, uno dei portavoce dei lavoratori stranieri durante lo sciopero alla Masseria Boncuri a Nardò (Puglia), nell’agosto del 2011, e attualmente delegato sindacale per la Flai Cgil Puglia.

“Mi riferisco a Carrefour, Achuan, Lidl, Coop – denuncia Sagnet dalle pagine de La Repubblica – Dicono di rispettare i codici etici del lavoro, però quando andiamo nei campi incontriamo molti lavoratori che subiscono danni, i loro diritti non vengono rispettati, vengono ridotti in schiavitù”.

La proposta di Sagnet arriva dopo la diffusione in Francia di un’inchiesta giornalistica, “Les Récoltes de la honte” (La raccolta della vergogna), del programma “Premieres Lignes”, visibile su youtube.

L’inchiesta ha trattato alcuni tra i prodotti più consumati dai francesi, concentrandosi sulla pesca in Guinea, sulle coltivazioni di banana in Ghana, e sulla raccolta di pomodori, angurie e broccoli in Puglia.

I giornalisti francesi citano i grandi distributori e i loro codici etici: “La Società è sempre stata attenta al rispetto dei più alti standard etici [..] al fine, tra l’altro, di promuovere il rispetto dei diritti umani e dei lavoratori”, si legge nel regolamento di Auchan.

Quella di Premieres Lignes è la prima indagine d’oltralpe, ma considerando anche quelle prodotte in Italia, l’ultima in termini di tempo, a denunciare la situazione di schiavitù in cui si trovano moltissimi cittadini di origine straniera che lavorano nel settore dell’agroalimentare: una situazione presente in tutta Italia, e non solo nelle campagne pugliesi.

continua