Home / Newsletter / Newsletter n.194 - 13 settembre 2012 / Il passo decisivo per salvare l'Europa

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Il passo decisivo per salvare l'Europa

Il passo decisivo per salvare l'Europa

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LA CRISI dell'Euro rispecchia il fallimento di una politica senza prospettive. Al governo tedesco manca il coraggio di andare oltre uno status quo divenuto insostenibile. Questa è la causa del continuo peggioramento della situazione nell'eurozona negli ultimi due anni, malgrado ambiziosi programmi di salvataggio e innumerevoli vertici d'emergenza.

La Grecia rischia dopo il crollo economico l'uscita dall'euro, che sarebbe collegato a incalcolabili reazioni a catena per gli altri membri dell'eurozona stessa.

Italia, Spagna e Portogallo sono cadute in una dura recessione, la disoccupazione non fa che salire. La sfavorevole congiuntura esaspera la situazione delle banche e la crescente incertezza sul futuro dell'Unione monetaria rende gli investitori sempre meno disposti ad acquistare titoli sovrani dei paesi deboli. Interessi in crescita sui titoli sovrani dei deboli, e la loro crisi economica sempre più grave rendono ancor più difficile il già non semplice processo di consolidamento.

Questa destabilizzazione che si rafforza da sola è creata essenzialmente dall'incapacità di formulare strategie anticrisi che vadano oltre la soglia di un approfondimento delle istituzioni europee. Ma giustificare un grande balzo in avanti del processo d'integrazione non è possibile solo pensando alla crisi dell'eurozona. Occorre pensare anche alla necessità di imbrigliare con una riassunzione di poteri da parte della Politica lo spirito maligno degli universi paralleli e spettrali, creati da banche d'investimento e hedgefonds al di sopra dell'economia reale. Le misure necessarie per una regulation sono a portata di mano. Ma non vengono lanciate. Una potenza economica così grande come la Ue, o al minimo l'eurozona, potrebbero assumere un ruolo d'avanguardia. Solo con un significativo approfondimento dell'integrazione si può difendere una valuta comune, senza una catena di misure d'aiuti che alla lunga sovraccaricherebbe la solidarietà degli Stati nazionali europei. Una delega di sovranità a istituzioni europee è quindi inevitabile, e occorre un forte coordinamento di politiche finanziarie, economiche e sociali degli Stati membri, con l'obiettivo di riequilibrare le disuguaglianze strutturali nell'eurozona.

continua

Tratto da www.repubblica.it