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Ooops, I did it again…il Senato approva la riforma della finanza

Ooops, I did it again…il Senato approva la riforma della finanza

21/05/2010

Il Senato ha approvato la legge di riforma del sistema finanziario. Si poteva fare di più? Eccome! Il potere di Wall street e di tutto il comparto è enorme, e ce ne stiamo rendendo conto anche noi in Europa: colpire la finanza senza uno sforzo planetario della politica è molto difficile. Due senatori democratici hanno votato contro, altri hanno votato la legge anche dopo che i loro emendamenti che introducevano regole più strette erano stati bocciati dall’aula. Qualche senatore repubblicano ha votato a favore. Tra la legge del Senato e quella votata alla Camera ci sono differenza, adesso, come è capitato per la riforma sanitaria, occorrerà uniformare i testi e votare quello finale. Vedremo presto se saranno possibili correzioni.

Partiamo dalla legge: due le disposizioni cruciali, la prima prevede la possibilità per il governo federale di assumere il controllo delle banche in crisi di dimensioni esagerate (le “too big to fail“) e gestirle fino a quando non potrà spacchettarle e venderle, introduce il controllo federale sui derivati, crea un’agenzia di protezione dei consumatori (che potrà scrivere regole sui prodotti e il modo in cui sono commercializzati, piazzati ai clienti/investitori). Qui uno schedone del NYT di grande leggibilità (si capisce, insomma). Qui la cronaca del Washington Post, da segnalare il voto di Scott Brown, che è il senatore che ha rubato ai Dem il posto di ted Kennedy. Viene pur sempre eletto dalla good people del Massachussets, se vuole restare in sella non potrà esagerare a destra. Qui la prima analisi che abbiamo trovato, rapida e concisa per una legge passata alle 8.30 di sera e modificata in aula: con piccole contraddizioni rispetto al NYT (c’è o no la proposta Volcker, NYT dice di si nella scheda, TNR dice di no..). Il liberal TNR spiega che si poteva fare di più e meglio, che alcune grandi questioni restano irrisolte, ma che le grandi banche perderanno, grazie anche a una serie di misure di contorno, soldi. E questo è bene. C’è poi la Agenzia dei consumatori e i poteri di controllo: cosa farà Washington sarà determinante, buone regole e occhi aperti sono meglio di stupende leggi (in Italia ne sappiamo qualcosa). Insomma, il migliore dei mondi possibili non esiste, dei passi in avanti si possono sempre fare. E questo è la più grande riforma del sistema finanziario dai tempi di FDR (e due).

Tratto da www.america2012.it