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Primo Marzo, i migranti si sono fermati

02/03/2010

Gli immigrati d'Italia si sono fermati per un giorno. Con il simbolico lancio di palloncini gialli (in lattice biodegradabile) nei cieli di oltre 60 città, il primo marzo ha preso il via la prima giornata senza stranieri organizzata nel nostro paese. L'iniziativa è inserita nella “primavera antirazzista”, la campagna promossa da un collettivo di organizzazioni (tra cui Acli, Arci, Cgil, Nessun luogo è lontano, Sos Razzismo, Uil) che si concluderà il 21 marzo, giornata Onu contro il razzismo. La campagna prevede iniziative, momenti di lotta, sensibilizzazione e dialogo interculturale, a difesa e promozione dei diritti dei migranti.

Roma, Milano, Napoli, Firenze, Bologna, Palermo, Reggio e tante altre città hanno ospitato cortei e manifestazioni, tutti svoltisi pacificamente, con la sola eccezione di alcuni tafferugli a Napoli, dovuti però a “frange estremiste” dei disoccupati napoletani che hanno aggredito l'assessore alle Politiche sociali del Comune, Giulio Riccio. Per il resto, solo colore e proteste civili.

A Milano hanno sfilato due cortei. Tra gli striscioni che si potevano leggere, c’erano “Permesso di soggiorno per tutti. Tempi di rinnovo più rapidi” (mostrato davanti alla Questura), “Migrare non reato” e “Basta silenzi. Chiudiamo i centri di identificazione ed espulsione” (mostrato davanti al Cie di Via Corelli). “Siamo qui per dire di no al pacchetto sicurezza e al permesso di soggiorno a punti- dice Issa, magazziniere senegalese che vive in Italia da sei anni-. Questa è una manifestazione pacifica e non violenta perche' noi siamo persone civili”.

A Roma il corteo delle reti antirazziste è partito da da Porta Maggiore, passando da piazza Vittorio Emanuele, Santa Maria Maggiore e piazza Esquilino. Un comitato migranti si è unito al corteo e tutti sono confluiti in piazza Vittorio Emanuele, dove si è tenuta la manifestazione indetta dal comitato primo marzo e si è esibita l'Orchestra multietnica di Piazza Vittorio. Al mattino, in collaborazione con Legambiente, centinaia di rifugiati e
richiedenti asilo, insieme ai volontari, hanno ripulito il parco di Colle Oppio. Contemporaneamente sono saliti in cattedra gli stranieri con le loro “lezioni di clandestinità” in piazza Montecitorio, davanti al Parlamento. Gli studenti universitari dell'Onda e quelli delle superiori si sono seduti in terra e in silenzio ad ascoltare “gli insegnamenti” degli immigrati, intervenuti per parlare della loro condizione in Italia e descrivere le loro esperienze protestando contro “il razzismo delle istituzioni”. Su di una lavagnetta sono state esposte scritte che criticano il pacchetto sicurezza del governo che li “criminalizza” e il tetto del 30% per l'iscrizione di alunni stranieri nelle scuole, considerato “discriminatorio”.

A Napoli sono state almeno diecimila le persone che hanno preso parte alla manifestazione in difesa degli immigrati. Il lungo corteo, partito da piazza Garibaldi e arrivato in piazza Plebiscito, stato aperto dallo striscione “Nessuno illegale”. Gli immigrati sono arrivati numerosi da ogni parte della Campania, alcuni sono giunti in pullman da Caserta e Salerno, tra loro anche gli sgombrati di S. Nicola a Varco.

A Bologna un centinaio di immigrati con il personale e i volontari dell'Ufficio stranieri della Cgil si sono radunati stamattina in piazza Nettuno, trasferendo le attività dell'ufficio in due gazebo all'aperto. Nel pomeriggio sempre piazza Nettuno si è svolta la manifestazione promossa dal Comitato 1° Marzo. “Vogliamo solo i nostri diritti”, dice Mohammed, manovale marocchino, a Bologna da nove anni. “Ogni volta che devo chiedere il permesso di soggiorno devo aspettare un anno e mezzo”.

“La Cgil da molto tempo ha aperto una campagna sui diritti dei migranti e sull’allarme razzismo nel nostro paese”. Lo afferma a Radio Articolo 1 Piero Soldini, responsabile del dipartimento immigrazione della Cgil. Il dirigente ricorda le priorità del sindacato sul tema dell’immigrazione: “risolvere la questione del lavoro nero, dove si annida lo sfruttamento dei lavoratori migranti, estendendo l’applicazione dell’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione che consente ai lavoratori sfruttati di denunciare il proprio datore di lavoro e di essere protetti da un permesso di soggiorno temporaneo. Chiedere al governo la ratifica della direttiva europea del 2009, che inasprisce le pene per imprenditori e caporali che sfruttano gli immigrati irregolari e stabilisce un pacchetto di diritti inalienabili per questi lavoratori”. Occorre, secondo Soldini, “dare ai migranti diritto di voto e di cittadinanza: diritti civili fondamentali che consentono al nostro paese di fare un salto di qualità rispetto alla convivenza civile e al rapporto con l’immigrazione”. Al centro della campagna 'Primavera antirazzista' lo sciopero generale del 12 marzo che, spiega Soldini, “ sarà il primo sciopero multietnico della Cgil, un appuntamento storico anche per gli immigrati.

“Siamo riusciti a creare un sacco di contatti. Siamo riusciti a far parlare dell'evento”. Questa la prima valutazione a caldo sull'esito della giornata da parte di Stefania Ragusa, Presidente del Comitato Primo Marzo 2010. “Adesso - ha spiegato Ragusa all'agenzia Agi - si apre la fase delle proposte, la parte 'politica' e sarà molto impegnativa perché si tratterà di scegliere dei contenuti e di lavorare su quelli. La forza di questo movimento è nell'essere 'meticcio', ovvero, fatto da italiani e non italiani insieme”. Ragusa ha osservato anche che: “l'adesione nel Mezzogiorno è stata notevole. Ho sentito i nostri rappresentanti a Reggio Calabria e Palermo e ci hanno detto che è andata molto bene. C'era tanta gente, tanto movimento. Essere riusciti a sollecitare e coinvolgere le periferie d'Italia, posti del Sud dove normalmente non si manifesta, è stato un successo”.

“Tutte le iniziative devono marciare insieme, in questa Italia in cui crescono razzismo e xenofobia, e dove molto spesso mancano associazioni che diano voce ai migranti”, è questo quanto auspica Sally Ken, senegalese, arrivata 22 anni fa ad Ancona ed oggi dirigente Cgil. “La Cgil – continua Ken - è un sindacato che porta la battaglia per i diritti dei migranti dentro l’attività politico-sindacale, e non è un caso se tra le parole d'ordine dello sciopero nazionale proclamato per il 12 marzo ci sia l'immigrazione. Ma è giunto il momento che sia tutta la società civile a ribellarsi contro lo sfruttamento al quale sono costretti i lavoratori stranieri”.

“La primavera antirazzista vuole denunciare proprio il declino culturale, ma anche di accoglienza e civiltà, a cui stiamo assistendo nel nostro paese”, gli fa eco Kurosh Danesh, iraniano del Dipartimento Immigrazione del sindacato di Corso d’Italia. Alcune forze politiche, secondo il sindacalista, non hanno timore di “speculare, diffondendo grandi menzogne su questo fenomeno e cercando di creare un sentimento di paura”. La primavera antirazzista, invece, serve a “dire la verità”, e cioè che “gli immigrati sono indispensabili per l’economia italiana”. Bisogna sottolineare, però, che gli “immigrati sono, anche e soprattutto, soggetti sociali, esseri umani prima che soggetti economici”. La battaglia per il lavoro, in effetti, è strettamente intrecciata con quella per i diritti dei migranti. “Venti anni fa – continua Danesh – quando l’immigrazione era un fenomeno nuovo per l’Italia, gli immigrati erano i lavoratori precari,mentre gli italiani avevano un lavoro stabile. Oggi, invece, gli immigrati fanno gli schiavi come a Rosarno, mentre gli italiani sono diventati precari. Quando la soglia dei diritti di abbassa sono guai, e i diritti differenziati portano meno sicurezze per tutti”.

Aichetou Traore, mauritana che vive da 18 anni a Ferrara, non ha dunque dubbi. “La questione vera è quello del lavoro, - afferma - perché per le comunità straniere la mancanza di lavoro rende sempre più difficile l’inserimento nel tessuto sociale italiano, ma oggi il problema del lavoro è un problema di tutti, non solo degli immigrati”. La crisi economica, tra l’altro, non ha certo aiutato a stemperare le tensioni sociali. Secondo Tiziana Caponio, docente di Scienze politiche all’Università di Torino, infatti, “ad oggi non si sono fatti passi avanti nel diminuire razzismo”. Anzi, “ci sono ricerche che dicono che l’intolleranza sta aumentando, soprattutto tra i giovani. Questo aspetto non è certo di buon auspicio per il futuro”.

Il giorno senza immigrati è un’iniziativa nata in Rete, sui social network, che si è aggregata attorno al Comitato “Primo marzo 2010”, ma anche attorno alla rete della Cgil, degli altri sindacati e del mondo dell’associazionismo. L’idea è stata lanciata in Francia ma è stata ripresa oltre che nel nostro paese anche in Grecia e Spagna. La manifestazione si ispira al movimento di protesta dei latino-americani negli Stati Uniti nel 2006 contro la politica di immigrazione.

Video: i cortei a Milano e Napoli

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Tratto da www.rassegna.it