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Tra imprese e governi, un summit senza clima

24/04/2009

Il primo a parlare al G8 dell'ambiente, dopo la padrona di casa e dopo il sindaco di Siracusa, Roberto Visentin, è stato Marco Fumagalli della Confindustria italiana, un tempo figlio favorito del Pds lombardo. Subito dopo Fumagalli, ha detto la sua un rappresentante di una grande impresa brasiliana, Unica, che ha parlato - udite, udite! - dell'etanolo da ficcare nelle macchine correnti in Brasile, ma da coltivare su tutte le foreste del mondo. Poi una rappresentante di secondo rango dell'Areva, la fabbrica del nucleare francese, la signora Ana Palacio, già esponente della Banca mondiale, simpaticamente vestita come uno dei manifestanti fermati fuori dal castello. E forse fermata a sua volta. Prima di lei si è espresso Paolo Scaroni dell'Eni e dopo di lei Fulvio Conti dell'Enel che si è spericolatamente arrampicato su per un forbitissimo inglese, lingua di tutti i ceo che si rispettino. Ogni tanto, in sala stampa ci si guardava, un po' divertiti e un po' sconsolati. Non si erano ancora ascoltate Mitsubishi e Bmw, notissime entrambe per la dedizione ambientale e il buon esempio nella lotta contro le emissioni climateranti. Venire fino a Siracusa, al famoso castello Maniace, attirati dal G8 dell'ambiente, per sentire affermazioni generiche e risapute, sempre le stesse, sempre inutili, è un po' deprimente.
A dire il vero, Stefania Prestigiacomo che ha almeno il merito di aver dato una mano alla sua città natale, l'aveva annunciato, nel suo discorsetto d'apertura. Cerchiamo di dare spazio alle imprese insieme ai rappresentanti dei governi. Vogliamo che si parlino, aveva detto. Vogliamo creare un'occasione di intreccio, dando al partenariato pubblico privato il massimo risalto possibile. Proseguendo nella linea del partenariato, è stato anche firmato l'accordo tra Australia ed Enel. Il ministro dell'ambiente Burke di qua, Fulvio Conti poliglotta di là. L'Enel porterà l'anidride carbonica, Co2, con navi fino in Australia che dal canto suo metterà a disposizione le cavità delle miniere di carbone. Il quando, il quanto, il come dell'accordo non sono stati resi noti e forse sono ancora in discussione. C'è il precedente di una parte della Co2 di Brindisi che viene seppellita - ci assicurano - a Cortemaggiore, in Emilia Romagna, là dove l'Eni aveva i giacimenti. Dunque si tratta di un accordo tra i due monopolisti italiani che appare come un passo avanti alla rappresentante del governo italiano che vi trova l'applicazione pratica di una delle 12 possibili misure per sequestrare il carbonio, intesa come una magnifica prova dell'efficienza e della ricerca nazionale. Si tratta del Ccs (Cattura e Sequestro del Carbonio).
Al G8 si era affidato un compito difficile. Molto di più di quello di venire a patti con le multinazionali. Quello di fare il punto nei rapporti tra i paesi del G8 stesso e gli altri 12 paesi invitati, tra i quali l'intero Bric (Brasile, Russia, India, Cina) in un momento di formidabile importanza, con il cambiamento di opinione degli Stati uniti, dopo l'avvento di Barack Obama, la possibilità di raggiungere un accordo nel dopo Kyoto al vertice di dicembre a Copenaghen, con la sua ambiziosa proposta di riduzione nelle emissioni e il tutto in un contesto di formidabile crisi finanziaria ed economica. Nelle poche battute di saluto scambiate tra i ministri presenti, i problemi sono emersi in modo drammatico. Noi contiamo di fare questo e quello hanno detto i G8 originali; voi 12 ci state? Certo che ci stiamo, hanno detto gli altri. Ma abbiamo solo un dubbio da chiarire: chi paga? Noi, no di sicuro, assicurano i principali dei dodici. E pensiamo che anche gli altri paesi che qui non sono presenti si allineeranno facilmente alla nostra posizione. In queste condizioni, un accordo appare piuttosto difficile.
Appare difficile ogni accordo, tanto più che la prossima settimana, il 27-28 aprile, gli stessi 20 paesi si riuniranno a Washington insieme a Obama per discutere di ambiente. È facile capire che la discussione vera sarà in quella sede, mentre questa di Siracusa è solo un allenamento. Tra l'altro il rapporto tra governi e multinazionali non è sempre liscio. Il ministro rappresentante della Germania Mathias, per esempio, critica il sequestro del carbonio fatto senza pagare per le emissioni. Inoltre è molto incerto sull'effettività dell'efficienza dell'industria. Si dovrebbe fare molto di più, assicura.
Finalmente è un discorso che ci riporta sulle questioni dell'ambiente e dei grossi pericoli che noi viventi ci troviamo nel futuro e la cui soluzione non possiamo lasciare a chi ha provocato i disastri. Durante la breve conferenza stampa delle organizzazioni non governative esce un'immagine rimarchevole, in due tempi: c'è una Ferrari investe e distrugge la capanna di una povera donna e in seguito c'è il pilota della Ferrari che fa un prestito alla donna per ricostruire la casa. Queste sono le imprese occidentali, le loro banche, il sistema del credito che ha costruito il mondo com'è.
Intanto ha parlato Quadrino dell'Edison, subito seguito da un seconda linea di Gazprom: c'è poco da ridere: sono i rappresentanti di due imprese vere paladine dell'ambiente, come è ben noto. Poi parla il rappresentante di Fiat e intavola un discorso carico di amorosi sensi con l'etanololista del Brasile e con il collega della Bmw. Poi è la volta di Tronchetti Provera, l'ambientalista di Pirelli. E non è ancora finita.

Tratto da www.ilmanifesto.it