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Quanto è lontana l'Europa sostenibile

22/05/2009

Politica agricola comunitaria, fondi strutturali, trasporti. Da un'analisi dell'impatto ambientale del budget europeo, il bilancio di un'Unione ancora troppo poco verde

L’impatto ambientale delle politiche europee può emergere piuttosto chiaramente dall’analisi del bilancio comunitario. Una quota molto rilevante del bilancio è utilizzata per i fondi strutturali e di coesione, spesso diretti al finanziamento di infrastrutture. La scelta di tali infrastrutture rappresenta una scelta d’indirizzo nella definizione del modello di sviluppo che si vuole promuovere e in particolare della sua sostenibilità. Lo stesso vale per il finanziamento delle reti di trasporti, le cosiddette TEN-T, Trans European Networks- Transports, quando si deve decidere se costruire strade, autostrade, ferrovie di alta velocità o invece promuovere ferrovie locali e il trasporto pubblico. Infine, quasi metà del bilancio comunitario è dedicato alle cosiddette “Risorse naturali” che in realtà sono nella maggior parte dedicate al sostegno dell’agricoltura, e in parte minore allo “sviluppo rurale”. Perché la politica agricola diventi strumento di protezione dell’ambiente ha bisogno di essere profondamente riformata.
Fondi strutturali e trasporti
L’accordo raggiunto in seno al consiglio europeo per la riduzione entro il 2020 del 20% delle emissioni di CO2, dell’aumento del 20% dell’efficienza energetica e aumento al 20% del ricorso alle fonti alternative nel mix energetico rappresenta certamente un’importante passo avanti nella lotta europea al cambiamento climatico (benché con i limiti ricordati su questo sito da Sergio Andreis. Affinché queste iniziative abbiano l’effetto sperato, e per mantenere una coerenza di fondo nell’indirizzo politico, è necessario che anche i fondi strutturali siano riformati in modo da promuovere sostenibilità.
Nel contributo al volume "Budgeting for the future", Building another Europe Bankwatch e Friends of the Earth descrivono l’uso fatto dei fondi strutturali in Europa orientale mostrandone un impatto tutt’altro che sostenibile. (Eu Structural and Cohesion funds and their impact on climate)
Tre miliardi per l’efficienza energetica, 5 per trasporti pubblici urbani e ben 22 miliardi per strade e autostrade. Oppure 30% a ferrovie, 10% al trasporto locale e 50% alla mobilità su gomma. Se questo è il modello di sviluppo proposto dai fondi strutturali, l’accordo sul clima diventa un’operazione di facciata. Secondo il principio che costruire nuove strade non risolve la congestione ma provoca solo una maggiore domanda di trasporto su gomma, nel testo si propongono alcuni standard a cui i fondi strutturali dovrebbero attenersi:
- “decarbonizzare” i fondi strutturali i modo da spingere gli stati membri lungo un sentiero di sviluppo a basso contenuto di CO2
- garantire che almeno il 5% dei fondi strutturali venga dedicato ad efficienza energetica ed energie rinnovabili
che il 75% degli investimenti per trasporti negli stati membri siano per progetti che incrementino la sostenibilità del sistema

- sostituire i progetti per grandi opere (troppo costose, portate avanti senza valutazioni d’impatto per attrarre gli investitori privati e i cui benefici troppo spesso non sono chiari) con un grande piano per il mantenimento e il miglioramento delle infrastrutture esistenti e il sostegno al trasporto locale.

La chiave di quest’ultimo punto sta nell’individuazione dei beneficiari delle opere. La qualità della vita dipende molto più da servizi efficienti negli spostamenti quotidiani nelle città, che dal risparmiare un’ora su una tratta di centinaia di chilometri. Lo sviluppo del trasporto locale diviene allora non solo politica ambientale ma anche redistributiva.
I fondi strutturali devo diventare un incentivo al rispetto degli standard comunitari, e quei paesi che decidono di percorrere strade diverse non dovrebbero beneficiare di aiuti da parte dell’Unione.
La PAC
La politica agricola comunitari (PAC) è stata a lungo criticata tanto per il suo impatto ambientale come per quello sulle economie agricole dei paesi in via di sviluppo. La sua storia è fatta di ricchi proprietari terrieri che si beneficiavano dei sussidi e grandi multinazionali avvantaggiandosi dei sussidi all’esportazione. Per questo viene spesso considerata dannosa e ingiusta.
Ma la PAC rappresenta anche lo strumento principale in Europa per la protezione del medio rurale, per definire l’utilizzo della terra e in parte per redistribuire ricchezza. Peraltro la CAP è diventata molto più verde da quando è stata separata la quantità prodotta dai contributi ricevuti, un meccanismo che in passato ha incentivato l’uso di pesticidi e concimi chimici.
Ma l’80% della CAP è ancora nelle mani del 20% dei produttori (e tra questi ci sono la Regina d’Inghilterra e la Nestlè).
La CAP ha bisogno di essere riformata, e la riforma del bilancio europeo che si terrà nei prossimi anni è l’occasione giusta.
Birdlife International e la Coordination Paysanne Européenne affrontano questa questione proponendo i principi che tale riforma dovrebbe seguire (The CAP - the Elephant in the EU budget room, Agriculture and Rural Development):
La CAP deve diventare lo strumento per proteggere alcuni beni pubblici globali che altrimenti il mercato distruggerebbe (falde acquifere pulite, ecosistemi sani, biodiversità, prodotti alimentari locali e di qualità);
Deve sostenere l’agricoltura di qualità, i piccoli produttori e le aree svantaggiate;
Proporre una sostenibilità economica e intergenerazionale ai produttori per evitare l’abbandono delle campagne;
Portare la CAP nell’ambito della Rural development regulation affinché diventi strumento di gestione della terra e di miglioramento della qualità della vita nelle aree rurali.
Trasparenza
Infine è necessario che gli stati membri si impegnino a pubblicare come vengono effettivamente spesi i soldi della PAC. Il fatto che siano risorse comunitarie distribuite dai paesi fa sì che nessuno dei due livelli amministrative abbia l’onere di rendere pubblica l’informazione riguardo alla distribuzione dei fondi. Tale informazione è parzialmente diffusa solo grazie al lavoro di gruppi che svolgono un lungo lavoro investigativo in tal senso. Il principale di questi è Farmsubsidy.org.
Per un contributo del suo animatore Jack Thurston, sulla trasparenza delle politiche europee, si veda
Eu Budget and transparency

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