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Come può cambiare il clima in fabbrica
In una grande azienda informatica un’esperienza di trasformazione ecosostenibile. Il progetto Almaviva Green raccontato da un delegato
L’ambito in cui nasce il progetto Almaviva Green è quello di una delle principali aziende del settore informatico, Almaviva spa, con oltre 2.000 dipendenti su 5 sedi (Roma, Milano, Torino, Padova e Cosenza), in un Gruppo di oltre 17.000 dipendenti che comprende anche operatori del mercato call center, una Rsu tenacemente unitaria e una trattativa incagliata sullo scoglio della definizione dei parametri per l’erogazione del premio di risultato.
In questo contesto abbiamo cominciato a pensare che comportamenti orientati al risparmio energetico e alla salvaguardia ambientale potevano permetterci di reperire risorse da destinare a questa trattativa.
Con l’aiuto dell’economista Alberto Castagnola l’idea si trasforma da una semplice operazione risparmio, anche se fortemente caratterizzata, in un’operazione di trasformazione aziendale in direzione ecosostenibile e nasce il Progetto Almaviva Green, articolato su tre livelli:
1. Un livello più immediato e semplice, che prevede comportamenti virtuosi orientati al risparmio energetico e alla salvaguardia ambientale.
2. Un secondo livello che si rivolge alla linea di produzione, con soluzioni per un’informatica a minimo impatto ambientale (stampanti centralizzate di piano, postazioni multi server, virtualizzazione dei Ced...)
3. Infine il livello più delicato e complesso, che vuole riorientare il mercato aziendale, utilizzando tecnologie e competenze già presenti in azienda, per sviluppare prodotti/servizi anche per l’ambiente.
A marzo 2009 la proposta, presentata unitariamente da Fim Fiom Uilm nazionali, viene accettata dall’azienda, già intenzionata ad aprire alcuni interventi di questo tipo.
Iniziamo con il tracciare una road map per stabilire obiettivi, tempi e strutture aziendali coinvolte nel progetto, e nasce un Green Team, struttura mista azienda/delegati Rsu, per verificare lo stato di avanzamento delle attività.
A un anno dall’avvio del progetto possiamo vantare di aver raggiunto, nonostante la crisi economica, importanti risultati:
• Risparmio energetico: nella nostra sede di Roma, nonostante un incremento di personale da 1.300 a 2.100 persone, i consumi si sono abbassati anche in valore assoluto.
• I consumi di luce, gas e acqua vengono monitorati da una rete di sensori, controllati da un prodotto (Smart Energy Management) progettato e sviluppato “in house” dal Green Lab, che consente di conoscere e intervenire su situazioni di consumo anomalo.
• La commercializzazione di tale prodotto costituisce una linea innovativa nell’offerta di mercato dell’azienda.
• Automazione delle fasi di accensione/spegnimento delle postazioni call center con un risparmio annuale di circa 300.000 euro.
• Installazione di beverini, collegati alla rete idrica, sia a mensa che ai piani, con un abbattimento del consumo di 500.000 bottiglie di plastica in un anno.
• Raccolta differenziata e riciclo dell’hardware.
• La campagna di informazione sui comportamenti ecosostenibili in ufficio e non solo, sta coinvolgendo tutte le risorse del gruppo.
Sotto il profilo sindacale possiamo dire che, oltre a un miglioramento generale delle relazioni industriali, siamo riusciti a drenare risorse in direzione Green e migliorare la qualità della vita sul luogo di lavoro.
Siamo riusciti a orientare in parte le politiche industriali dell’azienda e, non ultimo, dal 2010 il 25% del premio di risultato è legato a progetti e risultati di risparmio energetico.
Infine questa esperienza, portata al Congresso nazionale della Fiom-Cgil dell’aprile 2010, è stata oggetto di un ordine del giorno che ne assume i contenuti.
Oggi progetti di questo tipo non sono certo favoriti dalla crisi economica e dalla contrazione degli investimenti, ma noi crediamo di essere sulla giusta strada e proviamo comunque ad andare avanti.
I prossimi step saranno:
1. la costruzione di Green Team nelle altre sedi aziendali per gestire sul territorio il progetto complessivo;
2. l’intenzione di sperimentare, a partire dal nostro percorso, una metodologia che permetta di preparare corsi di formazione a utilizzo di delegati e Rsu.
Il “green” è per sua natura democratico e le iniziative devono nascere “dal basso” coinvolgendo lavoratori e cittadini, ciò non toglie che queste esperienze vadano sostenute da conoscenza ed elaborazione competente e quindi pensiamo che quanto prima vada costruito un Centro di competenza, sindacale, ma non solo, che metta a fattor comune e in rete la documentazione delle buone pratiche che, anche grazie a questa assemblea di Bologna, abbiamo scoperto essere più diffuse di quanto pensavamo.
Oggi i temi ambientali, proprio per il loro profilo meno carico di scorie ideologiche, oltre ad aver assunto un’urgenza vitale per i destini del pianeta, possono essere una delle chiavi con cui la Fiom può saldarsi a movimenti ed esperienze anche fuori dal mondo del lavoro e sfuggire all’isolamento cui la si vorrebbe costringere.
Intervento all’incontro nazionale delle delegate/i Fiom “Il clima nelle fabbriche” – Bologna 16 dicembre 2010
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