globalizzazione
Le diseguaglianze alla radice del crack
Squilibri commerciali e distribuzione del reddito: ecco dove guardare per comprendere le cause reali della crisi finanziaria. E per cercare soluzioni nuove
Stati Uniti in cerca di ristrutturazione
I posti di lavoro certi che si perdono nei settori tradizionali, quelli incerti che la spesa pubblica può attivare nei settori innovativi. Un bilancio ancora provvisorio
Il muro dei debiti dell'est europeo
Adesso anche l'Europa ha i suoi subprime: l'esposizione delle sue banche oltre il confine orientale. Ma non corre ai ripari, e decide di non decidere
Shopping cinese in mezzo mondo
I capitali di cui dispone la Cina fanno gola al mondo occidentale in default. Ma gli investimenti cinesi all'estero adesso prendono altre strade
Commercio equo, istruzioni per l'uso
La filiera del fair trade, e l'analisi del suo ruolo negli scambi mondiali e nella redistribuzione internazionale della ricchezza. Un libro di Elena Viganò
La crisi e i Gattopardi del capitale
"Molti hanno la tentazione di premere sul tasto di reset e riavviare l'ancient regime. Ma solo un profondo cambiamento del sistema potrà farci uscire dalla crisi". Parla Gerald Epstein, uno degli autori di A progressive program for economic recovery and financial reconstruction
Da Parigi a Pechino. E ritorno
Un’auto ogni 8 persone al mondo, finirà per consumare tutto il territorio; un’auto ogni 1,6 abitanti, in Italia, lo ha già consumato. Adesso l'industria dell'auto ha bisogno degli stati. Ma di quale industria dell'auto abbiamo bisogno noi? E dove sarà localizzata?
Sindrome cinese per il piano Obama
Il buy american, le accuse allo yuan. Gli Usa stanno per dichiarare la guerra economica al mondo? E bloccare il made in China servirebbe davvero?
Stati Uniti, una crisi senza confini
Le analogie con la crisi giapponese degli anni '90, le tentazioni della strada svedese: nazionalizzazione delle banche. Mentre Obama già è a corto di risorse
La crisi Usa vista dalla Cina
All'origine dei guai attuali c'è anche lo squilibrio profondo tra i paesi in deficit e quelli in surplus commerciale e finanziario. Si rivedono protezionismo e nazionalismo. Ma il "buy american" non è una soluzione. Soprattutto quando a comprare americano sono i cinesi, principali sottoscrittori del debito Usa