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Alexis Tsipras. La mia Sinistra
Introduzione
Per un paese che non ha perso la propria dignità
Per la Sinistra che cerca di ascoltare il battito del suo cuore
In questi ultimi anni ho letto e ascoltato molte dichiarazioni e analisi sulla crisi greca, sulle sue cause, sui possibili effetti e sull’atteggiamento dei partner europei. Informazioni, critiche, prese di posizione, a volte scritte a ragion veduta, a volte inesatte per difetto di informazione o forse volutamente.
In questo libro, a parlare è uno dei protagonisti della scena politica greca ed europea, Alexis Tsipras, il presidente di Syriza – il partito della Sinistra greca, – che ha attratto l’interesse dei media internazionali ed è stato presentato nei modi più diversi: come minaccia, come speranza per il futuro della Sinistra, come rivincita della politica sull’economia, ma anche come il politico che sarebbe pronto a dare il via al processo di disgregazione della moneta unica. In questo libro-intervista affrontiamo alcuni tra i principali temi per capire se ci sia una sola via o se esistano, invece, alternative per uscire dalla crisi economica che sta vivendo ormai da cinque anni tutta l’Europa mediterranea; pensieri e proposte che con il passare del tempo conquistano sempre più spazio nel dibattito politico ed economico europeo, anche se al principio erano presentate come singolari, eterodosse e irrealistiche.
È ben noto che Alexis Tsipras è leader di un partito, Syriza, che secondo i sondaggi sulle intenzioni di voto è diventato la prima forza politica della Grecia. In questo dialogo abbiamo cercato di capire quali siano i punti di riferimento e le aspirazioni di questa “nuova Sinistra”, che vuole rimanere, tuttavia, fedele ai propri princìpi. Abbiamo parlato dell’atteggiamento di Tsipras verso la Merkel, per comprendere come la piccola Grecia cercherà di porsi nei confronti del gigante tedesco.
Era inevitabile riferirsi anche alle cause, ai peccati, ai deficit politici che hanno portato alla crisi economica e finanziaria, la quale sembra essersi trasformata quasi in un castigo divino per il Vecchio Continente, sempre più stanco e smarrito. Ma non si sarebbe potuto non discutere – e una scelta di questo tipo non sarebbe neanche stata comprensibile – della situazione politica italiana. Delle prospettive della Sinistra che si è presentata, unita, alle elezioni europee dello scorso maggio, sotto le insegne della lista “L’Altra Europa con Tsipras”. Della politica e dei riferimenti ideologici di Matteo Renzi, delle sue posizioni sul lavoro e anche del fenomeno “Movimento Cinque Stelle”, creato da Beppe Grillo.
Ho conosciuto Alexis Tsipras alcuni anni fa, in occasione di una sua visita a Roma. In seguito ho avuto l’occasione di intervistarlo per l’Unità e l’edizione italiana dell’Huffington Post. Ma questo libro, l’idea e la voglia di farlo, è nato da un rapporto umano più profondo, sviluppatosi nell’ultimo anno, in occasione della campagna elettorale per le elezioni europee, che lo ha portato ripetutamente in Italia: a Roma, Torino, Milano, Palermo e Bologna. L’ho seguito come inviato per la stampa e la televisione greca anche a Cernobbio, in autunno, dove è intervenuto al forum Ambrosetti e nel corso della nuova tappa romana, in occasione della visita privata in Vaticano e dell’incontro con papa Francesco.
Il giornalismo, si sa, è sempre stato e sta diventando ancor di più, negli ultimi anni, un’arte effimera che prova continuamente, ma non riesce quasi più, a lasciare traccia. Una nuova, moderna, fatica di Sisifo. Anche questo libro è nato per cercare di trattenere, salvare delle idee e delle proposte, evitare che venissero gettate solo nel calderone dell’attualità, con i suoi ritmi ossessivi, che ha, comunque, una sua indubitabile utilità.
È un dialogo svoltosi a più riprese, tra Roma e Atene, e che abbiamo cercato di rendere il più esaustivo possibile. Siamo della stessa generazione, credo che questo ci abbia aiutato a comprenderci meglio.
Ma la vera spinta è arrivata dalla realtà che la Grecia vive nella sua quotidianità più semplice e diretta: il crollo del prodotto interno lordo pari al 25%, in cinque anni di “cure” a base di austerità imposte dal Fondo Monetario Internazionale, la disoccupazione che nello scorso anno ha superato il 26%, con un giovane su due in cerca di lavoro e il 35,7% dei cittadini che vive vicino o al di sotto della soglia di povertà.
La vera spinta è stata cercare di capire che cosa ci riserva il futuro, se un paese a cui si è cercato di togliere la dignità, con delle logiche punitive che hanno toccato i limiti del sadismo, si potrà riprendere, con che tempi e a quale costo.
Questa discussione ha un sottotesto fatto di esperienze e stati d’animo ben precisi: negli ultimi anni abbiamo dovuto assistere alla negazione dei diritti dei lavoratori, alla marginalizzazione e cancellazione dei contratti collettivi di lavoro, all’indebolimento dei sindacati; a ragazzi chiamati a lavorare nei festival estivi greci per due euro l’ora, a part-time pagati duecento euro che in realtà sono dei lavori a tempo pieno e al rafforzamento del ricatto, della sopraffazione. All’instaurarsi, spesso, di un clima di paura che a volte aleggia in modo indiretto, altre volte imposto in modo pesante, se non barbaro.
Non ci sono ricette magiche, lo sappiamo bene. Ma ci sono anche dei diritti, delle conquiste, delle libertà non negoziabili. E non è un caso che la crisi abbia finito, ancora una volta, per mettere in secondo piano le rivendicazioni dei diritti civili, di cui, in Grecia, si torna a parlare a fatica, come del resto anche in Italia.
La politica è interesse per ciò che avviene al di fuori della propria casa, nella polis, intesa, ormai, come spazio che dovrebbe abbracciare il mondo intero. E questo interesse viene mortificato, se non ferito mortalmente, quando si constata che a causa della crisi aumenta il numero di famiglie che lascia le salme dei propri cari negli ospedali di Atene, perché non ha più neanche i soldi per garantir loro un funerale degno. O quando gli ultimi dati Unicef ci dicono che i bambini sottonutriti, in Grecia, sono il 18% del totale. Colleghi con decenni di carriera ti chiamano per chiedere aiuto, pronti ad espatriare e ad accettare qualsiasi lavoro onesto, pur di poter andare avanti. E come certificato dall’Onu, almeno 150.000 scienziati greci ha avuto l’occasione di crescere, professionalmente, solo all’estero.
Un paese che perde le giovani generazioni ha molta difficoltà a progettare un qualche futuro. Un paese che non riesce a garantire le cure a tutti i suoi cittadini, mette in seria discussione i princìpi di convivenza civile che dovrebbero trovare proprio in Europa la loro culla e la garanzia più vera e profonda.
Questi, dunque, i propositi, le spinte, ma anche le ferite ancora aperte. Il libro-intervista con Alexis Tsipras è anche un tentativo di rimettere al centro il “noi”, inteso come idea di società, di agire civile, di pensiero di Sinistra che si fa gesto concreto. Dopo anni di predominio dell’ “io”, ci siamo trovati smarriti, e ci siamo sentiti dire che di fronte alla voracità della finanza e degli speculatori, c’era ben poco da fare. Che si poteva scegliere, spesso, solo tra la sopportazione e la fuga.
Ma questo contributo è anche un modo, malgrado tutto, per dire che bisogna continuare a credere nel progetto dell’Europa. Ovviamente, quella dei cittadini, non certo quella delle lobbies, dei potentati economici e delle oligarchie politiche. Non è un caso che Alexis Tsipras sia stato uno dei protagonisti della campagna per le elezioni europee anche in Italia, che abbia visitato ripetutamente la Francia suscitando grande interesse e che sia a strettissimo contatto con l’esperienza spagnola di Podemos, nata dal movimento degli indignati, dai cittadini che hanno voluto reagire alle logiche punitive dell’austerità.
E forse non è un caso anche il fatto che io sia nato a Roma, da genitori greci, che abbia la doppia cittadinanza e che consideri casa mia tanto Roma quanto Atene. Coincidenze, suggestioni, o forse – più sinceramente – esperienze che formano nel profondo.
In un momento difficile per noi tutti, è anche questo un tentativo di gettare uno sguardo oltre l’affanno quotidiano, le enormi difficoltà contingenti, il “presentismo” della nostra società, di cui ha scritto, per primo, il collega Fabio Veronica Forcella, il cui sostegno è stato fondamentale per la realizzazione di questo libro. “La crisi greca crea un chiaro spartiacque, tra un prima e un dopo”, come osserva l’amico e storico Francesco Anghelone, nel suo volume La Troika sull’Acropoli, pubblicato sempre dalle edizioni Bordeaux. È a questo “dopo” che stiamo cercando di dare una forma, dei contorni il più precisi possibili.
Uno speciale ringraziamento a Danai Badojanni e Nikos Pappas per il contributo organizzativo fondamentale a questo progetto. La mia gratitudine va anche alla fotografa Evi Fylaktou per l’immagine di copertina.
Oltre al dialogo con il presidente di Syriza, il libro contiene un estratto del discorso di Tsipras alla Fiera Internazionale di Salonicco, del settembre del 2014, dove ha presentato i punti principali su cui si baserà l’azione del “governo della Sinistra”. Una serie di punti che toccano la realtà economica, sociale e istituzionale del paese e che possono aiutare il lettore a formarsi un’idea più completa.
Vi sono, inoltre, delle brevi dichiarazioni e risposte di politici e giornalisti italiani sulla figura di Tsipras, le proposte di Syriza e le sfide della Sinistra. Si tratta di materiale raccolto appositamente per il libro, o di estratti di mie interviste, pubblicate, per lo più, sul quotidiano greco Efimerida ton Syndaktòn (Giornale dei Redattori) o inserite in reportage della tv Alpha di Atene e in corrispondenze scritte per l’agenzia stampa Amna.
Giudizi e prese di posizione, quindi, di Romano Prodi, Massimo D’Alema, Luciana Castellina, Ezio Mauro, Nichi Vendola, Lucia Annunziata, Paolo Ferrero, Marco Revelli, Luciano Gallino, Flavia Perina, Curzio Maltese, Massimiliano Smeriglio e Marco Furfaro.
È quasi un “guardarsi allo specchio”, per capire come è vista, in Italia, la crisi greca, quali siano i punti di contatto con la realtà italiana e come entrino, in modo diretto e indiretto, Syriza e Alexis Tsipras nel dibattito e nel divenire politico di questo paese.
Potrebbe essere interessante, infine, provare a ripetere l’esperienza tra qualche anno, per cercare di vedere quanto e cosa sarà cambiato, se la Sinistra greca sarà riuscita a mantenere fede ai suoi propositi più importanti e se l’Europa, nel suo complesso, avrà ritrovato la via della crescita economica e soprattutto umana e civile.
Ma è inutile, forse, fare progetti troppo a lungo termine. Per ora, buona lettura.
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