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decreto lavoro/2

Decreto lavoro, miopia di governo

di Alessandro Sterlacchini

In tutti i paesi avanzati le politiche pubbliche sono da tempo rivolte a incentivare gli investimenti delle imprese in ricerca, innovazione, conoscenza e capitale umano. Per il governo delle larghe intese invece le aziende italiane hanno bisogno di altro: lavoratori con basso livello di istruzione e macchine

Promemoria

Perché cambiare la Costituzione?

di Rossana Rossanda

Perché avviarsi in gran fretta verso la riforma costituzionale? Perché non sono più le leggi a uniformarsi alla Costituzione, ma è questa a doversi piegare ai dettati neoliberisti. E l’ossessione “governabilità” guida la nuova legge elettorale. Dietro le “larghe intese”, il ridisegno costituzionale calpesta la democrazia

Promemoria

Il non voto e le larghe intese

di Rossana Rossanda

Il pasticcio, e le polemiche di questi giorni, sulla riforma della legge elettorale sono la cartina di tornasole di quella scarsa credibilità della politica che è alla base dell'astensionismo montante. E la prossima volta è possibile che non vadano a votare nemmeno coloro che alle scorse elezioni sono andati

dibattito/2

Sbilanciati ed estremisti?

di Giulio Marcon , Mario Pianta

Dibattito/2. Una replica alle critiche di Michele Salvati. Forse la sinistra di cui parla il direttore della rivista Il Mulino è "estrema" solo in un senso temporale, perchè è l'ultima sinistra rimasta dopo una resa ideologica che ha affermato “la fine della storia”, “il liberismo è di sinistra”, e il “tanto non si può cambiare nulla”

crisi

Le vette della stupidità

di Sergio Bruno

Le strategie di politica internazionale che i paesi europei stanno seguendo sono sbagliate. Ottenere più flessibilità di spesa al loro interno servirà a ben poco, visto che non verrebbe rimosso il vincolo di austerità. Se si vuole uscire dal ristagno europeo va rilanciata la domanda finale, ma ciò va fatto “alla grande”, come le politiche Obama insegnano

Larghe intese. Un'alternativa c'è

di Governo in esilio

Diritti sociali, reddito minimo, scuola pubblica, lotta all'evasione. Mentre a Roma Enrico Letta sceglieva i suoi ministri, a Londra il Governo in esilio indicava le sue priorità. Per dimostrare che un'alternativa di governo esiste e le sue politiche sarebbero molto più realistiche di quelle delle larghe intese

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