Thomas Fazi è un saggista, traduttore e autore di documentari. La casa editrice inglese Pluto Press ha pubblicato il suo primo libro, The Battle for Europe
Draghi e gli altri dell’establishment europeo continuano a confidare nella capacità delle politiche monetarie di stimolare l’economia da sé, senza scomodare l’odiato settore pubblico. Ma i dati smentiscono categoricamente questa ipotesi. Quel che serve all'eurozona è un’espansione fiscale che rilanci la domanda
Siamo sostanzialmente di fronte ad un modesto rallentamento nel percorso di riduzione del deficit, ma secondo il governo si tratta di una manovra inequivocabilmente “espansiva”
La ripresa europea arranca ancor prima di essere iniziata. Ma la ricetta è sempre la stessa: politiche monetarie espansive, riforme strutturali e politiche fiscali restrittive.
L’unione fiscale “alla tedesca” rappresenta il passo finale nella trasformazione definitiva dell’eurozona in una gabbia ultraliberista. L’alternativa è rinazionalizzare le politiche fiscali
In Europa la crisi è stata utilizzata dalle élite politico-finanziarie per sferrare il più violento attacco mai visto, dal dopoguerra ad oggi, nei confronti della democrazia, del mondo del lavoro e del welfare
Il pensiero federalista contemporaneo dovrebbe darsi obiettivi più alti per costruire un movimento realmente egemonico. Un’analisi a partire dal paper di Guido Montani
La sopravvivenza dell’unico governo anti-liberista e di sinistra è un segnale di grande importanza. I margini di manovra di Tsipras restano molto ristretti, vincolati ai numerosi paletti contenuti nel terzo Memorandum, ma è solo attraverso una battaglia paneuropea che si può sperare di rovesciare l’attuale paradigma economico
"Dopo la firma dell’ultimo accordo, la Grecia si trova in una situazione in cui i costi della permanenza nell’euro sono aumentati a tal punto che è possibile pensare che sia più vantaggioso andarsene: la Grecia nell’euro non ha futuro". Parla l'ex consigliere economico di Varoufakis
L’inchiostro sull’accordo Grecia-UE non si era ancora asciugato che già si levavano a gran voce dai salotti virtuali della sinistra accuse di «tradimento» e di «capitolazione» nei confronti di Tsipras. Senza entrare nel merito di queste infelici categorie semantiche, sono fondate queste accuse? E siamo veramente di fronte alla sconfitta totale ed assoluta di Syriza, come sembrano sostenere (quasi) tutti?
Intervista a James K. Galbraith, economista, amico e "consigliere" di Varoufakis, seondo il quale la sinistra non può cambiare l’Europa. Uscire dall'euro sarebbe doloroso, ma rimanerci a queste condizioni è inaccettabile
Dai documenti segreti di Fmi, Bce e Commissione europea, emerge la consapevolezza del bisogno di una massiccia ristrutturazione del debito greco se il paese vuole avere una qualche chance di risollevare la propria economia, come hanno ribadito di recente economisti di rilievo come Piketty, Krugman, Stiglitz, Kaldor e molti altri
"Cinque anni fa, il Fondo monetario internazionale aveva previsto che il Pil greco si sarebbe contratto del 5% a causa delle misure di austerità. Ad oggi si è ridotto del 25%. Questo dovrebbe bastare a decretare la necessità di un superamento radicale del programma". Parla James Kenneth Galbraith
Scontro al vertice/Tsipras è riuscito a spostare la discussione dal piano tecnico a quello politico e a guadagnare tempo prezioso, in attesa di uno scenario politico più favorevole
Post-liberismo/È necessario aumentare i redditi. E per far questo è fondamentale il ruolo dei sindacati, come ha riconosciuto anche il Fmi. L’Europa non ha appreso la lezione (perdente) del Giappone
La cura della troika si basa su due pilastri: riforme strutturali e ampi avanzi primari. Ma i paesi che hanno seguito questa strada sono proprio quelli maggiormente in crisi
È diffusa l’idea secondo cui l’accordo siglato dalla Grecia con l’Eurogruppo costituisca una resa incondizionata per il governo neoeletto di Tsipras. Ecco una lettura alternativa dei fatti
Crack 2.0/Il quantitative easing è considerato la panacea dei mali europei, ma in realtà non risolve nulla
L’atteggiamento autoritario della Germania si ispira ad una nuova forma di nazionalismo economico: l’“Exportnationalismus”. Per contrastarlo serve maggiore conflittualità
La battaglia di Syriza riguarda soprattutto gli impossibili obiettivi del Fiscal Compact in termini di avanzi primari. Un problema che riguarda anche l’Italia
I dieci giorni di Atene/I veri problemi della Grecia in questo momento sono la fuga di capitali dal paese e più in generale la fragilità del suo sistema bancario
Su un punto esperti e commentatori si sono trovati d'accordo. La questione non è tanto se fare o no il Quantitative Easing o meno ma come lo si fa. Tutti i dettagli del programma
La scossa di Atene/La Grecia non è sola. Questo è il messaggio che arriva forte e chiaro dalle decine di campagne, appelli, mobilitazioni popolari e manifestazioni – la più grande a Parigi lunedì scorso, con più di 1,500 partecipanti – in sostegno del partito di Alex Tsipras a cui abbiamo assistito in queste settimane
Continente Grecia/Solo l’11 per cento degli aiuti è finito allo Stato ellenico, che ha dovuto tagliare spesa pubblica e welfare. Mentre il debito pubblico è esploso Ecco perché è falsa l’idea che l’Europa abbia salvato il Paese
In un’intervista concessa a Repubblica, il governatore della Bundesbank Jens Weidmann ha spiegato perché l’Italia deve accelerare sulla strada dell’austerità e delle riforme strutturali, perché la deflazione non è un problema e perché il nostro paese non si merita il quantitative easing. Incassando l’approvazione di Scalfari.
“La crescita greca è un’invenzione, il paese è in piena Grande Depressione, e tutto questo perché si è scelto di salvare le banche a spese dei cittadini. Ma ora, con Tsipras, il paese è pronto a cambiare rotta. E a far cambiare rotta all’Europa”. Intervista a Yanis Varoufakis, economista molto vicino a Syriza
La Bce sembra ormai pronta ad iniziare il quantitative easing sui titoli di stato. Ma a beneficiarne saranno probabilmente i soliti noti, a cominciare dagli istituti di credito e dalla Germania. L'ennesima beffa ai danni dei paesi della periferia europea
Si chiama Emergency Liquidity Assistance, ed è uno strumento che consente alle banche centrali nazionali di stampare moneta in caso di emergenza. Perché nessuno ne parla?
Euro manovre/Nei giorni del piano Juncker, Mario Draghi ha dichiarato guerra ai «falchi» della Bce: trasferimenti fiscali e bilanci più forti per la sopravvivenza dell'Eurozona. Qui si gioca l'ultima partita del capo della Bce. Se la perde, per lui c'è il Quirinale
L’Europa soffre di un problema di domanda: iniettare altra liquidità nelle banche non serve a niente se non c’è qualcuno disposto a prendere quei soldi in prestito.
Contromisure/Il Belpaese ha perso il 10% di Pil e il 25% di produzione industriale. È addirittura ultimo per disoccupati «cronici»
Draghi ha incassato l’ok ad una politica di quantitative easing “all’americana”, estesa cioè anche ai titoli di stato. Un importante passo avanti, ma non sufficiente
Il surplus europeo delle partite correnti è il più grande surplus mai generato nella storia dei mercati finanziari globali. Un recente rapporto di Deutsche Bank spiega perché questo rappresenta un serio pericolo. Per l’Europa, ma anche per il resto del mondo
Bis-trattati/ Il Ttip altera ulteriormente l'equilibrio di potere tra le forze sociali e le grandi imprese, a favore di queste ultime, e istituzionalizza definitivamente le riforme neoliberiste introdotte negli ultimi vent'anni.Intervista a Werner Raza (Ofse): «C’è un chiaro legame tra il Ttip e lo smantellamento dello Stato sociale a cui abbiamo assistito in questi anni»
Bis-trattati/Intervista a Walden Bello: «Oggi ci troviamo in una situazione in cui la globalizzazione corporativa e il neoliberismo hanno perso molta credibilità e sono dunque sulla difensiva»
Il "modello tedesco" viene presentato (anche da Renzi) come un esempio da seguire. La verità è che esso rappresenta una seria minaccia, per l'Europa e per la Germania stessa.
Dis-integrati/Intervista a Kees van der Pijl: «Siamo passati da una forma di capitalismo ancora interessato ai processi di accumulazione reali ad uno puramente speculativo»
A più di sei anni dalla crisi finanziaria del 2008, l’eurozona nel suo insieme è in piena stagnazione economica e continua a registrare un Pil inferiore a quello del picco pre-crisi, mentre vari paesi sono ancora in recessione
L'abc dell'economia/A Parigi si è tenuta l'università estiva della più grande di tutte le reti internazionali di alternativa al neoliberismo emerse dal movimento altermondialista
Gli ultimi dati rilasciati ieri da Eurostat, l'agenzia statistica europea, confermano quello che ormai vanno dicendo da tempo schiere di economisti, anche di estrazione mainstream: la tanto sbandierata "ripresa" europea era una pia illusione
Democrazia svendesi/Intervista a Hugo Radice, docente all'Università di Leeds: «È necessario ripartire dalle conquiste ottenute dai movimenti popolari e di base»
Il mesto semestre/L'Italia «non chiederà un cambio delle regole ma un cambio di priorità». Nel quadro però della stessa architettura monetaria e fiscale restrittiva
Ex voto/Le élite non hanno né la capacità né l'interesse per invertire l'attuale processo di frammentazione dell'Unione. Parla Yanis Varoufakis
Eureka!/L'appello di Progressive Economy mette in discussione le politiche di austerità e apre una breccia tra i socialdemocratici
Il governo Renzi è intenzionato a recepire alla lettera gli obiettivi previsti dal Fiscal Compact, in barba alle "sparate" delle ultime settimane
Pochi benefici economici e molti rischi e costi potenziali. Uno studio dell'Öfse, uno dei più autorevoli centri di ricerca austriaci, smentisce le ottimistiche previsioni dei report commissionati dalla Commissione europea sul trattato transatlantico in corso di negoziazione tra Usa e Ue
Se l’Europa continua a essere profondamente malata a sei anni dalla crisi finanziaria del 2008 è unicamente il risultato della “cura letale” inflitta dall’establishment europeo ai popoli del continente. Un estratto dal nuovo libro di Thomas Fazi, "The battle for Europe"
Le caute aperture del presidente della Bundesbank al programma di acquisto dei titoli di Stato da parte della Bce. Un'apertura di cui c'è ben poco da gioire
Il nuovo patto di stabilità elimina anche quell’esiguo margine di manovra fiscale previsto dal Trattato di Maastricht. Lo stesso margine a cui il Presidente del consiglio sostiene (ingenuamente?) di voler ricorrere. Secondo alcuni studi, i nuovi obiettivi equivarranno per l'Italia a oneri per 50 miliardi di euro l’anno
La Rete europea degli economisti progressisti (Euro-pen) presenta a Bruxelles le sue proposte alle forze politiche europee e nazionali. A pochi mesi dalle elezioni europee è più che mai urgente invertire la rotta del Titanic Europa. Fermare l'austerità, espandere la democrazia e controllare la finanza, le parole d'ordine
Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento è possibile mettere in campo le possibilità di un cambio di rotta? Proviamo a farlo nel forum “Un'altra strada per l'Europa” organizzato il 19 marzo a Bruxelles da Euro-pen, la rete europea degli economisti progressisti
Per mezzo dell’invenzione del bilancio strutturale, il Fiscal compact prima, il six pack e il two pack poi, hanno eliminato definitivamente anche quell’esiguo margine di manovra fiscale previsto dal Trattato di Maastricht. Condannando così l’Europa all’austerità permanente
Euro tunnel/1 "Il consolidamento di bilancio è necessario ma i risparmi richiesti agli Stati sono eccessivi e non potranno mai aiutare a risanare il debito". Intervista a Martin Schulz, presidente del Parlamento Ue e candidato socialdemocratico alla presidenza della Commissione
Si parla spesso oggi della crescente divergenza tra i redditi dell'1 per cento e quelli del restante 99 per cento della società. Ma pochi sanno che ancora maggiore è la forbice è la forbice che si è creata tra i redditi dell'1 per cento e quelli dello 0,1 e 0,01 per cento, gli iper ricchi della società
Banche da legare/11 Tutte le insidie della decisione della Corte tedesca che ha bocciato il "piano Draghi" per l'acquisto dei titoli dei paesi in sofferenza da parte della Bce
Banche da legare/8 Perdite superiori a quelle dichiarate, nessuna riforma strutturale del sistema e bilanci peggiorati dall'austerity
Il terzo rapporto annuale del Transnational Institute smaschera e analizza la cosiddetta "classe di Davos", responsabile di gran parte delle crisi finanziarie e sociali che ci troviamo ad affrontare
Il progressivo scollamento tra credito e massa monetaria è, secondo molti economisti, una delle cause principali della Grande Crisi