Lavoro cercasi/1 In un mondo in cui la disoccupazione si accompagna a bisogni essenziali insoddisfatti, è necessaria una diversa politica del lavoro che, sostenuta a livello europeo, riequilibri il rapporto tra esigenze del lavoro e interessi del capitale. Il terzo numero degli speciali Sbilanciamo l'Europa dedicato al lavoro
Il modello tedesco ci insegna che la cogestione é in grado di aumentare l’efficienza produttiva solo in determinati settori industriali e che quindi la sua funzione é in larga parte redistributiva di risorse date. In una fase di contrazione del ciclo economico la cogestione rischia invece di rivelarsi un vero ballon d’essai
La disoccupazione giovanile non è altro che un aspetto particolare della disoccupazione tout court. E maggiore occupazione si giustifica solo se vi è maggiore produzione di merci o servizi e maggiore attività, pubblica o privata che sia. Aspettando il “Job Act” di Renzi, un decalogo di principi da tenere ben presenti
In Gran Bretagna a un andamento positivo dell'economia si accompagna un aumento della disoccupazione giovanile e di quella delle donne, ai livelli più alti da 26 anni
Welfare, fisco e lavoro. Cosa c'è e cosa manca nel programma economico del neosegretario del partito democratico, Matteo Renzi
Il costo della Garanzia Giovani dovrebbe essere attorno ai sette miliardi di euro l’anno. La proposta italiana di destinare 500 milioni di euro per il biennio rischia di rivelarsi un ennesimo spreco
La retorica nazionale e europea sui giovani disoccupati: se le prospettive di vendita non si espandono, le imprese non hanno ragione di assumere personale, aldilà di un fisiologico turnover
La diffusione dei processi di automazione, la frenata nella crescita di start up e il calo marcato degli investimenti hanno frenato la crescita dell'occupazione statunitense
Il mancato rispetto della cosiddetta "regola d'oro" dei salari già nel modello contrattuale del 1993 è stata tra le cause della perdita di valore delle retribuzioni rispetto ai profitti
I lavoratori immigrati sono soggetti ai licenziamenti molto più degli italiani. Lo dicono le statistiche che parlano di una dinamica più che doppia per i primi rispetto ai secondi