L'Europa riunita al capezzale dell'occupazione, cerca un piano per creare posti di lavoro per giovani e donne. Le riforme dell'accesso al mercato del lavoro possono essere una strada?
Un'analisi dell'accordo sulla rappresentanza sindacale siglato la settimana scorsa tra sindacati confederali e Confindustria. Una sintesi tra le due anime del nostro sindacalismo, quella generalista e quella associativa
La flessibilizzazione del mercato del lavoro, che l'Europa nuovamente raccomanda, è stata una delle cause del declino della produttività e delle retribuzioni reali dell'ultimo ventennio
Non si possono creare posti di lavoro riproponendo il quadro produttivo del passato. Per un crescente numero di lavori, in moltissimi settori, non ci sarà più bisogno di addetti
Ex professionisti, consulenti, quadri. La crisi non risparmia nessuno, la disoccupazione si estende a macchia d'olio e l'unico welfare che ancora sembra tenere è quello familiare
I dati Eurostat mostrano che parlare di recessione è ormai un eufemismo a buon mercato. Nel periodo 2008-2012 l'Italia ha strutturalmente imboccato la strada della depressione
Il governo vuole aumentare la flessibilità in entrata per accrescere l'occupazione. Ma seguendo questa rotta si rischia di contribuire al declino della produttività del lavoro
È tempo di rilanciare una forte mobilitazione che unisca insieme sindacati, lavoratori, studenti, organizzazioni e movimenti sociali per proporre e rivendicare politiche alternative a tutela dei diritti del lavoro, sociali e di cittadinanza
Viaggio a Villa Literno, Castelvolturno e nelle altre piazze dove ogni notte si arruolano trentamila immigrati per il lavoro, nero, nei campi. (Anticipazione dalla rivista Reportage)
Tredici milioni in Europa, più di 2 in Italia. Il numero di giovani esclusi da lavoro, scuola e formazione è esploso nel corso della crisi. L'Eurostat ne stima il costo: 153 miliardi per l'Europa, 32 per l'Italia