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Crisi, il lavoro non emigra

di Enrico Pugliese

Mare monstrum/La mobilità al ribasso dei lavoratori migranti. In molte aree agricole del Mezzogiorno gli immigrati che avevano conosciuto condizioni migliori nel lavoro in fabbrica, nei servizi e in edilizia nelle aree del centro-nord sono tornati al lavoro agricolo stagionale e precario

L'Europa e le ricette sbagliate

di Radrik

La procedura aperta dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia a causa degli squilibri macroeconomici eccessivi mostra l'incoerenza fra la necessità di reperire le risorse per lo sviluppo e quella di continuare a perseguire una politica di bilancio eccessivamente restrittiva

Lavoro, diamo credito a Renzi?

di Paolo Pini

La liberalizzazione del contratto di apprendistato elimina la prospettiva che almeno un 30 percento di giovani debba essere assunto a tempo indeterminato. Mentre quella del contratto a termine ci riporta a quel supermarket contrattuale che individua nella flessibilità contrattuale del lavoro la panacea della bassa competitività

Il forum di Euro-pen, un'altra strada per l'Europa

di Andrea Baranes

Dibattito sulla crescita/Per mettere in discussione l'impianto neo-mercantilista, le misure espansive devono andare di pari passo con un radicale ripensamento dell'insieme delle politiche industriali, energetiche, finanziarie, spostandosi da un'economia trainata dai consumi a un piano di investimenti di lungo periodo

La trappola del Fiscal compact

di Thomas Fazi

Per mezzo dell’invenzione del bilancio strutturale, il Fiscal compact prima, il six pack e il two pack poi, hanno eliminato definitivamente anche quell’esiguo margine di manovra fiscale previsto dal Trattato di Maastricht. Condannando così l’Europa all’austerità permanente

Le sfide del voto in Colombia

di Francesco Bogliacino

Il rischio di uno spostamento degli equilibri politici verso destra. Nel mirino c'è il processo di pace in corso a Cuba tra il governo colombiano e le Far, portato avanti dall'attuale presidente Santos

Crisi ucraina, il «nano» di Bruxelles

di Giulio Marcon

Democrazia ristretta/Nella gestione della crisi ucraina per l'ennesima volta l'Unione europea si dimostra un nano politico, subalterno agli Stati Uniti e alla Nato

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