La biografia di John Nash, Nobel per l'economia nel 1984. Una recensione del libro di Sylvia Nasar, A beautiful mind, apparsa su l’Indice nel novembre 1999
Nonostante la gravissima crisi in corso il campo delle teorie critiche non riesce a offrire un orientamento che metta in crisi l'egemonia culturale del neoliberismo
Criticare il pareggio di bilancio, l’insensatezza della riduzione del debito, della esasperata flessibilità del lavoro, o l’austerità espansiva è un esercizio di buon senso e necessario. Lascia tuttavia un vuoto di progetto e prospettiva che riduce l’economista a mero “critico”, seppur diversamente declinato
Il centenario della nascita dell'economista che denunciò l’uso strumentale che la struttura oligopolistica del potere può fare dell’informazione economica. Due esempi della sua attualità
La pressione a pubblicare oggi è fortissima, così invece di riflessioni complicate e un duro lavoro di pulizia dei dati, molti affermati studiosi sono indotti a cercare quello che nel gergo degli economisti è detto l’esperimento naturale. E nascono errori clamorosi, come quello dell'“austerità espansiva”
La scomparsa di Augusto Graziani non lascia eredi, ma un compito: quello di reagire a questa era di decadenza nel pensiero economico italiano
Serve una nuova Weltanschauung: un modo di vivere che, sostituendo il benessere al Pil, rimodelli le nostre vite. Un estratto del libro di Mauro Gallegati che uscirà prossimamente
La deregolamentazione della finanza, gli squilibri generati dal commercio internazionale, l'incubo della disoccupazione. Una riflessione a partire dal libro "Contro gli incappucciati della finanza" che raccoglie gli scritti di Federico Caffè, nel decennio tra i Settanta e gli Ottanta, per Il Messaggero di Roma e L'Ora di Palermo
Il sistema capitalista si basa sulla disposizione psicologica all’insaziabilità. Secondo Robert e Edward Skidelsky se può uscire solo riscoprendo l’idea antica di “eudaimonia”
Politici europei e tecnocrati, imponendo l’austerità di bilancio, stanno riducendo in ginocchio l’Europa. Come è possibile che la cultura di governo sia divenuta tanto povera e ottusa?