Democrazia svendesi/Il trentennio neoliberista ha divorato la democrazia liberale, facendo carta straccia dei diritti sociali, lasciando spadroneggiare la finanza e riducendo i poteri degli Stati. La questione democratica si ripropone con la partecipazione e la resistenza contro l'assolutismo dei privilegi
Democrazia svendesi/Quella che viviamo non è una crisi della democrazia, ma una sua nuova fase. Questa la diagnosi che faceva, circa trentacinque anni fa, Nicos Poulantzas
Democrazia svendesi/Intervista a Hugo Radice, docente all'Università di Leeds: «È necessario ripartire dalle conquiste ottenute dai movimenti popolari e di base»
Democrazia svendesi/ C'è un'oscillazione storica tra il polo di uno Stato liberale tendenzialmente minimale con una funzione pubblica ridotta, che lascia dispiegarsi a pieno gli «animal spirits» acquisitivi e accumulativi, e il polo di uno stato sociale con funzione pubblica estesa
Democrazia svendesi/ Il Consiglio per i Diritti Umani dell'Onu ha votato una risoluzione storica per l'avvio di un processo verso uno strumento legalmente vincolante per il rispetto dei diritti umani da parte delle grandi corporations
Democrazia svendesi/ Aumentano i tentativi di Washington di applicare all'estero le proprie leggi in campo finanziario
Lo sviluppo economico e sociale è legato alla capacità di agganciare i grandi cambiamenti di struttura, che sono per lo più cambiamenti legati alla capacità di “generare” conoscenza
I politici italiani sono abituati a scegliere le opere infrastrutturali “sulla base di interessi particolari e localistici”, mentre l’analisi costi-benefici è ancora vista come uno spauracchio
La scarsa volontà da parte degli Usa e degli altri stati occidentali di cedere una parte anche ridotta del loro potere negli organismi finanziari internazionali spinge sempre più la Cina ed altri paesi emergenti a pensare di migliorare fortemente la loro struttura istituzionale sul fronte della finanza
Il governo vuole chiedere un allentamento dei criteri fiscali per scorporare la spesa per investimenti dal computo del deficit. Ma mentre Monti e Letta preferivano la politica dei piccoli passi, Renzi prova il tutto per tutto subito. Una strategia che, da un punto di vista economico, rischia di essere miope e di corto respiro