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Articolo 18, un valore per tutti

di Guglielmo Ragozzino

Il lavoro non è un mercato/ L'articolo 18 della legge 300/1970 è stato considerato per molti anni come il simbolo della giustizia sociale, in fabbrica e fuori. «Il capo guadagna 10 o 100 volte più di me, può fare gli orari e le vacanze che vuole, assumere chi gli sta a cuore, però una volta che io sono lì, al lavoro, non può mandarmi via. Il posto di lavoro è anche mio. C'è un giudice (a Berlino) che, nel caso, me lo darà indietro».

Cambiamento dei salari nominali

di John Maynard Keynes

Il lavoro non è un mercato/ Il mantenimento di uno stabile livello generale dei salari monetari è, tutto sommato, la politica più consigliabile per un sistema chiuso; mentre la stessa conclusione varrà per un sistema aperto, purché l'equilibrio con il resto del mondo possa essere assicurato mediante fluttuazione dei cambi.

«Ci vogliono le riforme» I ritornelli «sempreverdi»

di Carlo Clericetti

Il lavoro non è un mercato/Il mercato del lavoro è il settore più «riformato» che ci sia, uguagliato forse solo dalla previdenza. Eppure siamo qui a parlarne tutti i giorni, come se si trattasse di qualcosa rimasto immutato da un secolo

...non è un mercato

Domanda di lavoro e politiche pubbliche

di Roberto Romano , Stefano Lucarelli

Il lavoro non è un mercato/ Riforme strutturali: riproposizioni della vecchia ricetta secondo cui la riduzione delle rigidità del mercato del lavoro si tradurrebbe in incremento dell'occupazione

Riforme e supermarket contrattuali

di Davide Antonioli , Paolo Pini

Il lavoro non è un mercato/La ricetta della progressiva crescita della flessibilità in entrata non ha prodotto altro che più precarietà e più incertezza sulle condizioni lavorative

Il Jobs Act dei mini jobs «alla tedesca»

di Natalia Paci

Il lavoro non è un mercato/Il contratto a «tutele crescenti» significa che per i primi tre anni il licenziamento sarà libero in quanto non si applicherà la tutela contro il licenziamento illegittimo, prevista dall'art. 18

Austerity, diabolico perseverare

di Elena Tulipani

Le prospettive di crescita dell'Eurozona appaiono fosche perché il proseguimento delle politiche di austerity prefigura un ulteriore avvitamento della spirale recessiva

Addio a Gian Vaccarino. Economia, utopia e sax

di il manifesto

Lutto al manifesto. Addio Gian Vaccarino. Economista brillante, allievo di Claudio Napoleoni, professore all'università di Torino, sassofonista, fondatore della rivista L'Indice e presidente dell'Istituto Gramsci di Torino

Europa, una minaccia credibile per cambiare rotta

di Sergio Bruno

Regole fiscali, austerity, pareggio di bilancio in Costituzione. E, dopo l’Ecofin di Milano, arriva un diretto controllo europeo sull’attuazione delle riforme su giustizia, mercato del lavoro e burocrazia. Un continuo rialzo della posta a cui non corrisponde alcuna proposta politica di rilancio e integrazione dell'Europa

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