A tutela del piccolo risparmio e per aumentare l’autonomia dello Stato verso la finanza internazionale, servono nuovi strumenti per il debito pubblico, i Bet
Sette proposte di inclusione per trasformare l'indignazione contro il razzismo in atti concreti e per invertire la rotta delle politiche istituzionali
Christine Lagarde si è spaventata: la finanza corre verso l’abisso, la recessione avanza, gli stati sono al si salvi chi può, la politica non capisce e non decide. Ma l’alternativa al ritorno di una depressione stile agli anni trenta ci sarebbe
Lavoro, pensioni, tasse. La manovra si accanisce contro chi la crisi l'ha già pagata. E la aggrava. Grandi assenti: patrimoni ed evasione fiscale. C'era un'altra strada? Sì.
Ridimensionare la finanza, riprendere il controllo dell’economia, praticare la democrazia: sono tre correzioni di rotta che servono all’Europa emerse dalle proteste del 15 ottobre e nel dibattito sulla “rotta d’Europa” aperto da Sbilanciamoci.info e il manifesto, ripreso da OpenDemocracy
I guai dell’Italia, l’assenza dell’Europa e il vuoto di democrazia sono i tre temi al centro del dibattito sulla “Rotta d’Europa” iniziato lo scorso luglio. In questa sintesi della discussione emerge il nodo difficile della finanza internazionale, la necessità di rinnovare le istituzioni e le politiche dell’Unione, e di estendere le forme di partecipazione e democrazia a scala europea
Land grabbing, volatilità dei prezzi alimentari, investimenti in agricoltura: in vista della riunione a Roma del Comitato sulla sicurezza alimentare, sale la voce dei produttori e della società civile
"Predeterminare un limite alla spesa, e di conseguenza al prelievo, significa rinunziare a governare la società e il suo sviluppo". Economisti e giuristi firmano un appello contro le manovre sulla Carta