L'Europa lavora per tassare le transazioni finanziarie e la speculazione. Ne può venire stabilità e un forte gettito. Ma il governo italiano non se accorge e sceglie di aumentare l'Iva
Nelle prossime settimane la Commissione europea dovrebbe presentare la sua proposta per una tassa sulle transazioni finanziarie – Ttf – sulla spinta dell'impegno francese e tedesco e delle posizioni a favore espresse dal Parlamento europeo. Una tassa molto piccola su ogni transazione, che non avrebbe alcun impatto per l'economia o per i piccoli risparmiatori, ma che permetterebbe di contrastare la speculazione e la finanza-casinò.
Su richiesta dell'Unitaid, uno studio di consulenza finanziaria ha preparato un vero e proprio manuale d'uso su come introdurre la tassa in maniera unilaterale in Francia. La ricerca conferma la fattibilità tecnica di questa misura e stima un gettito per i nostri vicini d'oltralpe di oltre 12 miliardi di euro l'anno.
Lo studio riporta anche una stima del gettito potenziale negli altri paesi del G20. Per l'Italia, la cifra sfiora i 10 miliardi di euro l'anno, un quinto della manovra complessiva introdotta dal governo. Come spiegano gli estensori della ricerca, il numero di transazioni – e quindi il gettito – sono in realtà sottostimati: non vengono considerate le operazioni fuori mercato tra privati, e soprattutto lo studio esclude le transazioni in valuta. Se la Ttf fosse applicata in una zona valutaria, come la zona euro, e si considerassero quindi anche queste operazioni, il gettito per singolo paese aumenterebbe in maniera sostanziale.
Consideriamo una stima più cauta, poniamo che le entrate reali per l'Italia siano anche solo la metà: 5 miliardi di euro l'anno; sarebbe comunque una cifra superiore a quanto il nostro governo si aspetta dall'aumento dell'Iva deciso nell'ultima manovra finanziaria. Confrontiamo queste due scelte: tra aumentare l'Iva e introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie ci sono differenze sostanziali negli effetti economici e sociali. Vediamone alcune:
Ci viene quotidianamente ripetuto che le scelte di politica economica del governo sono obbligate, dettate dalla scure dei mercati finanziari e dalla necessità di riportare in ordine i conti pubblici. Siamo oggi arrivati a pensare di cambiare la nostra Costituzione pur di soddisfare il Moloch finanziario. Ma non è scritto che la politica debba essere succube della finanza. È possibile operare delle scelte. La prima di queste scelte è se vogliamo compiacere o piuttosto controllare la finanza. Se i governi devono agire nell'interesse dei mercati mondiali o dei cittadini.
Si può scegliere se aumentare l'Iva o introdurre la Ttf. Non è questione di crisi, non ci sono in ballo questioni tecniche, non dipende dai mercati mondiali o da altre forze. Dipende dalle scelte del governo. Dipende dalla volontà politica. E si tratta dei nostri soldi, delle nostre tasse, e del nostro futuro. Cosa stiamo aspettando?
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