Dottoranda di ricerca in Diritto pubblico dell'Economia, laureata in Economia Politica presso l'Università "La Sapienza" di Roma, con un tesi dal titolo "Introduzione del reddito minimo in Italia, analisi e proposte d'intervento".
Attivista di Act-Agire Costruire Trasformare, ha fatto parte dell’esecutivo nazionale dell'associazione studentesca Link-Coordinamento Universitario (Rete della Conoscenza)
Le "misure contro il disagio" che il governo Renzi sta approntando costituiscono l’ennesima misura spot, disorganica perchè frutto della sommatoria di voci di spesa diverse e emergenziale. Che non si pone nemmeno fino in fondo l’obiettivo annunciato di ridurre drasticamente la povertà assoluta
La misura si discosta molto dall'idea di reddito come strumento volto a valorizzare l'autodeterminazione dell'individuo e sembra l'ennesima pezza temporanea al problema della povertà
Il reddito minimo potrebbe costare quanto la somma data dagli incentivi per le assunzioni e il bonus Irpef – 14,5 miliardi di euro – o quanto una somma pari alla spesa militare italiana nel 2015 – 23,5 miliardi. Lo dice l'Istituto nazionale di statistica: il reddito è sì una misura costosa ma non impossibile
Social compact/Un’analisi delle proposte presentate da Pd e M5S e Sel. La differenza è nell’accesso: per i grillini basta la cittadinanza, gli altri lo legano al lavoro
L’aumento della dispersione scolastica, il calo delle iscrizioni ai licei, e quello delle immatricolazioni all’università, raccontano un paese che ha deciso di perdere per strada una fetta importante della generazione attuale
Perché in Italia all’idea di garantire un reddito minimo a ciascuno si preferisce l’erogazione senza condizioni di alcuni beni e servizi? Una riedizione del libro di Van Parijs e Vanderborght