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Non c'è equità, senza patrimoniale

15/05/2012

Il governo dei tecnici dovrebbe spiegare perché l'Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e d'oltre Atlantico. Dove l'imposta patrimoniale esiste

Può la seconda fase del governo Monti fare a meno di un ripensamento sull’imposta patrimoniale e/o sulla tassa di successione? I problemi pratici che si frappongono all’introduzione di una imposta patrimoniale sono indubbiamente seri (al di là dell’opposizione politica che troverebbe in Parlamento). Ma sarebbe già un passo avanti se il governo annunciasse l’avvio di una credibile operazione volta a risolverne le modalità di applicazione e fornisse al vasto pubblico una spiegazione esauriente del perché l’Italia sia così diversa da tutti i paesi europei e di oltre Atlantico. Dove tale imposta esiste, e fornisce un gettito importante, senza essere messa in discussione neanche dai partiti più conservatori. Ammesso che una valida spiegazione non si riduca alla ben nota questione del livello patologico di evasione fiscale e di esportazione di capitali verso i paradisi fiscali. Come se i paradisi fiscali servissero solo ai ricchi evasori italiani e non a quelli inglesi, tedeschi, francesi – perché ci sono anche quelli - oltre che ai russi e i padroni arabi del petrolio.

La nuova IMU potrebbe configurarsi come una imposta sul patrimonio immobiliare. Ma, sotto questo aspetto, sarebbe molto più equa e convincente se la prima casa ne rimanesse esente o comunque le fosse accordato un trattamento decisamente più privilegiato. La maggioranza degli italiani – anche quelli più tartassati dalla stretta fiscale della prima fase governo Monti - vivono in casa di proprietà. Senza contare che molti, proprietari di casa in una città dove sono nati o hanno avuto il primo lavoro, devono spostarsi altrove perché sono stati trasferiti o hanno trovato un nuovo lavoro, devono pagarsi l’affitto, o più spesso solo una parte di affitto, con il canone che percepiscono nel luogo di origine. Su cui pagano l’IRPEF e potrebbero essere chiamati a pagare l’IMU se non fosse previsto un meccanismo di esenzione non difficile da implementare.

Un’imposta patrimoniale, così come una IMU più equa di quella che sembra aspettarci, non produrrebbe ulteriori contrazioni dei consumi privati, e non avrebbe l’impatto recessivo che la stretta fiscale impone al paese.

E per finire, non si capisce per quale motivo “economico” non venga reintrodotta la tassa di successione, così amata dal vecchio Einaudi, il più illustre di tutti i liberali italiani, proprio in nome di una equità redistributiva che non dovrebbe premiare più di tanto i figli dei ricchi. Anche di questa, ovviamente, se ne capisce il motivo “politico”. Ma il governo dei tecnici non dovrebbe esserne continuamente condizionato, così come sembra darsi il caso su altri provvedimenti, primo fra tutti la riforma del mercato del lavoro.

 

 

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Imposta patrimoniale

Dossier
“Imposta Patrimoniale”
I nemici dell’imposta patrimoniale, misura indispensabile, sono sia il 10% di popolazione che detiene il 45% della ricchezza nazionale - il che è normale - sia quel certo numero di “utili idioti” ben retribuiti al loro servizio – il che è comprensibile -, sia, purtroppo, la massa di milioni di “utili idioti” che gratuitamente appoggiano la politica economica di destra, dettata dal e nell’interesse del 10% predetto, e che, chissà perché, come scriveva Einstein a Freud, chiedendogli lumi, a proposito della guerra, appoggiano decisioni (o ‘non decisioni’, com’è il caso della patrimoniale) che vanno contro il loro interesse.
Invece, per far fronte alla terribile crisi economica ed occupazionale, che sarà lunga, è fondamentale apprestare un mix di misure che, da un lato, aumentino le tutele di welfare, riformino il mercato del lavoro, varino un corposo piano di alloggi pubblici di qualità; dall’altro, trovino le risorse finanziarie, chiamando a contribuire secondo capacità di reddito e, appunto, consistenza patrimoniale.
I numeri elettorali, se opportunamente spiegate e propagandate, sono dalla parte di queste misure; i partiti di centrosinistra non potranno non attuarle. Ma bisogna evitare di fare ammuina, la solita ammuina che favorisce i ricchi.
L’introduzione di un’imposta patrimoniale è stata suggerita, nell’ordine, da: Carlo De Benedetti, Giuliano Amato, Agostino Capaldo, Walter Veltroni (al Lingotto2), la CGIL, Eugenio Scalfari ed altri. Infine, come contropartita della riforma del lavoro e delle pensioni, persino dalle Associazioni degli imprenditori (ma, come si dice?, passata la festa, gabbato lo santo).
Per chi fosse interessato, riporto un’ampia documentazione relativa all’imposta patrimoniale.
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2670796.html

patrimoniale:rilanciare

Qualche mese fa la proposta di una patrimoniale sulle medie-grandi ricchezze ( ad es. più di 7-800. mila Euro) aveva trovato udienza e attenzione non solo a sinistra, ma anche in ambienti della borghesia e persino nelle dichiarazioni pubbliche di un sindaco leghista" intelligente" come Flavio Tosi. Monti non ne ha fatto niente, anche per una pressione assolutamente insufficiente e debole del PD. Ora tutta la tensione sociale che sta esplodendo sull' IMU rischia di essere indiscriminatamente egemonizzata dalla destra,

Patrimoniale, eccetera....

Se c'è la possibilità di una via d'uscita dalla crisi (almeno quella del nostro Paese) è quella di dotare le fasce meno abbienti della popolazione di un maggior potere d'acquisto, che potrebbe far ripartire i consumi e pertanto reintegrare il circuito produttivo nazionale. Poichè ovviamente ciò non può essere assolutamente fatto con altro debito pubblico, allora ne discende matematicamente che le risorse relative debbano essere rintracciate mediante una 'vera patrimoniale', un maggior prelievo sulle successioni, nonchè - poi - mediante una riforma fiscale che parta dal dettato dell'Art.53 della Costituzione, che parla di 'capacità contributiva' e di 'progressività' della tassazione...
Altrimenti ...il CAOS finale!

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