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La rinnovata attenzione per la Germania

25/05/2015

Quattro libri usciti recentemente mostrano la polarizzazione tra due visioni nettamente contrapposte del paese, specchio di quanto la politica tedesca possa oggi apparire per molti versi bifronte

Da noi sino a poco tempo fa la Germania contemporanea era molto poco studiata e, d’altro canto, essa stimolava poco l’attenzione; comparativamente, i media si interessavano molto di più alla Francia. L’attenzione verso il primo paese è cresciuta soltanto negli ultimi anni, in relazione soprattutto alla sua progressiva acquisizione della leadership politica ed economica dell’Unione Europea; questo anche se, formalmente, ancora oggi si tende a mantenere, a Berlino ancora di più che a Parigi, una parvenza di governo a due, insieme alla Francia, paese oggi in rilevante perdita di peso su molti fronti.

In particolare, il fattore specifico che ha più risvegliato l’attenzione sul paese appare essere il controverso sviluppo delle politiche di austerità sostanzialmente imposte dalla Germania a tutta l’eurozona.

In alcuni precedenti articoli apparsi su questo stesso sito ( “Le prospettive del modello tedesco”, del 20 gennaio 2015 e “Germania: il vero malato d’Europa”n del 10 ottobre 2014) avevamo dato conto di una certa fioritura degli studi sul paese nella stessa Germania e in Francia; in questa sede vogliamo invece segnalare tre volumi apparsi invece in Italia, aggiungendo alla lista anche un altro testo francese.

I libri che oggi indichiamo sono stati scritti da Guido Bolaffi (Bolaffi, 2013), Alain Minc (Minc 2013), Vladimiro Giacchè (Giacchè, 2013) e Alessandro Somma (Somma, 2014). Gli autori, a parte Minc, sono degli specialisti del mondo tedesco, mondo in cui hanno soggiornato abbastanza a lungo per ragioni di studio e di lavoro.

I primi due, oltre ad essere di carattere più generale degli altri, sono sostanzialmente molto positivi nei confronti della Germania, mentre gli altri due, che trattano di tematiche per alcuni versi più circoscritte, appaiono invece molto critici. La polarizzazione tra due visioni nettamente contrapposte sul tema sembra indicare, tra l’altro, come esso sia fortemente e passionalmente sentito anche tra gli studiosi, ma anche forse quanto la politica tedesca possa oggi apparire per molti versi bifronte.

Per altro verso, c’è un motivo centrale comune ai volumi ed è quello del rapporto del paese con l’Europa; tutti auspicano, tra l’altro, che esso migliori, anche se non sono d’accordo sul come fare.

Viva la Germania

Il testo di Minc si può idealmente suddividere in due parti.

La prima si sofferma su alcune questioni storiche recenti. Essa cerca intanto di dimostrare come il nazismo non fosse una fatalità per il paese; analizza poi gli ingredienti del miracolo economico del dopoguerra; passa in rassegna i meccanismi attraverso i quali esso è riuscito ad assorbire la parte est del paese, nonché, infine, le trasformazioni in positivo indotte dalla legge Hartz-Schroeder.

La seconda parte elenca i punti forti del paese oggi, sul piano politico come su quello economico. Spiega perché la Germania sia oggi forse la più democratica nazione europea, ricorda come l’industria, forza fondamentale del paese, non sia subordinata alla finanza, cosa insolita in Occidente, sottolinea il miracolo delle esportazioni, loda i rapporti collaborativi tra imprese e sindacati.

Minc non nasconde, d’altro canto, alcuni rischi che , a suo dire, pesano sulle prospettive del paese, quali il fattore demografico, l’assurda, secondo lui, politica energetica, la specializzazione industriale per molti aspetti in pericolo, la fine di un decennio di austerità salariale.

Alla fine, per l’autore, le prospettive sono segnate da un interrogativo di fondo: il paese vuole essere semplicemente come una grande Svizzera, lontana dal mondo, politicamente apatica, soddisfatta della sua pace collettiva interna, o invece giocare un ruolo di protagonista attivo in Europa e nel mondo? Tra l’altro, la Francia, per l’autore, deve proporre al più presto al paese vicino un piano comune di integrazione europea.

Il volume di Angelo Bolaffi ha in comune con quello di Minc una visione sul fondo molto positiva del paese, anche con meno dubbi del primo ed anzi l’autore arriva a suggerire agli altri paesi europei di copiare nella sostanza le ricette economiche tedesche.

Al centro del libro si collocano i rapporti della Germania con l’Europa. Di fronte al dilemma di Thomas Mann che paventava un’Europa tedesca e auspicava invece una Germania europea, l’autore sostiene che, in realtà, il paese si è già europeizzato. Bolaffi appare conscio del fatto che la prima ragione oggi per cui l’Europa si dovrebbe unificare è di tipo economico: se il continente non si unisce esso non conterà nulla nel consesso degli equilibri che si vanno definendo a livello mondiale. Bisogna mettersi insieme per cercare una strada verso il futuro, afferma l’autore, ma questo non potrà accadere se la Germania farà mancare il suo impulso propulsivo, la sua egemonia nel continente.

Alla fine Bolaffi appare possedere delle vedute coincidenti nella sostanza con quelle di Minc. Liquidare la questione tedesca significa per i due autori costruire finalmente l’Europa.

I dubbi sul paese

Come abbiamo già ricordato, gli altri due testi sono invece di impronta molto diversa e comunque affrontano delle questioni apparentemente più circoscritte dei due autori precedenti, in particolare il volume di Giacchè.

Il libro di questo autore analizza, in maniera molto accurata e utilizzando fonti anche inedite di prima mano, il processo di assorbimento della RDT nella repubblica federale ed in particolare i meccanismi con cui le autorità occidentali hanno imposto all’altra parte in maniera molto brutale la loro visione delle cose. Colpisce in particolare, tra l’altro, l’analisi svolta dall’autore sulle vie utilizzate dall’autorità incaricata di smantellare il precedente ordine economico e sociale (la “Treuhandaustalt”) nel portare avanti il suo compito, d’altra parte la frettolosa unione monetaria, con la fissazione di un rapporto alla pari tra marco occidentale e marco orientale, che porta molto presto al pratico crollo del sistema industriale dell’est, incapace di reggere un tale colpo.

Significativamente, Giacchè individua nelle politiche di austerità e nei sistemi e negli strumenti con cui viene governata oggi l’eurozona molte analogie con il processo di assorbimento delle strutture della RDT. Ecco che l’analisi storica del processo svoltosi qualche decennio fa serve ad illuminare meglio le politiche dell’oggi.

Infine c’è il testo di Somma, abbastanza più corposo degli altri tre, che ha al centro della sua analisi la convinzione che il paese oggi abbia un ruolo fondamentale nell’assetto del nostro continente; Berlino vi appare come al centro del sistema incaricato di disciplinare il processo di integrazione europea, individuando i dati macroeconomici di riferimento per i paesi facenti parte dell’Unione, rivestendo tra l’altro il ruolo di definizione dei fondamenti “ideologici” della costruzione, individuati nella formula dell’”economia sociale di mercato” e nell’ordoliberismo.

L’autore parte nella sua analisi dal periodo di Weimar e prosegue con quello nazista, mostrando come già prima di questo dopoguerra si fossero poste molte delle fondamenta della costruzione odierna. Egli analizza in dettaglio il sistema di oggi, caratterizzato dall’ avvio e dal controllo dell’euro e dei paesi dell’eurozona, dal ruolo cogente del mercato finanziario, altro strumento politico di governo del continente, soffermandosi anche sulle negative conseguenze per il paese del varo delle normative Hartz- Schoeder.

Certo, afferma Somma, stiamo in questo momento vivendo una specie di pax finanziaria, pace però pronta a incrinarsi se l’ortodossia richiesta dai mercati non riceve avalli continui ed incondizionati dai vari paesi e se, tra l’altro, la democrazia non accetta di ridurre il suo perimetro in funzione delle necessità del capitalismo attuale.

Conclusioni

La situazione tedesca appare come molto complessa ed un lettore che, al di là degli slogan correnti più o meno semplificati, volesse farsi un’idea abbastanza articolata della storia recente e della situazione e delle prospettive di questo grande paese, in particolare per quanto riguarda i suoi rapporti tormentati con l’Europa, troverà molto utile leggere tutti e quattro i volumi, anche se essi arrivano a conclusioni anche molto differenti tra di loro.

In effetti, comunque, ognuno di tali testi ci aiuta a capire meglio degli aspetti importanti della situazione e delle prospettive della Germania e dell’Europa, anche se l’autore deve confessare che le sue simpatie “ideologiche” vanno soprattutto agli ultimi due autori. Comunque, senza una soluzione adeguata di tale nodo di base il futuro del nostro continente appare largamente compromesso.

 


Testi citati nell’articolo

-Bolaffi A., Cuore tedesco, Il modello Germania, l’Italia e la crisi europea, Donzelli, Roma, 2013

-Giacchè V., Anschluss, l’annessione, l’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa, Imprimatur ed., Reggio Emilia, 2013

-Minc A., Vive l’Allemagne, Grasset, Parigi, 2013

-Somma A., La dittatura dello spread, Germania, Europa e crisi del debito, DeriveApprodi, Roma, 2014

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Commenti

Germania

Non conosco abbastanza la Germania per poter esprimere un giudizio. Visto che ne posso comprare uno solo, opterei per quello di Somma. Ho notato una discrepanza, evidente anche nel dibattito sui media, sull'effettiva utilità delle riforme Hartz. Inoltre ho un dubbio sulla finanza. L'industria tedesca non le è subordinata, dice Minc. Somma invece dice che è uno strumento di controllo politico del continente. Mi pare contraddittorio. O intende che i tedeschi controllano tutta la finanza europea? E questo, ma forse sbaglio, mi sembra irreale. Persino la BCE ultimamente ha messo la Germania in minoranza.

Mi sembra che tutti auspichino un maggior intervento della Germania nel processo di unificazione europeo. Sono totalmente d'accordo con Bolaffi quando dice che dobbiamo unirci per contare di più nel mondo, sia a livello economico che strategico. Ma forse dovrebbero essere gli altri paesi, tipo Francia, Italia e Spagna, a trovare fra loro un accordo con cui costringere la Germania a cedere parte del proprio potere economico e politico. Altrimenti non lo farà da sola.

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