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L'ambiente torna nell'agenda europea

14/02/2014

Banche da legare/10 Il Parlamento europeo ha votato una risoluzione in cui si chiedono alla Commissione obiettivi vincolanti per risparmio energetico e rinnovabili

La mobilitazione, almeno qualche volta, paga. Nella sessione plenaria della scorsa settimana a Strasburgo il Parlamento Europeo ha votato, a maggioranza, una risoluzione in cui si chiede alla Commissione di fissare obiettivi vincolanti per risparmio energetico e rinnovabili. È un primo alt alla definitiva approvazione da parte del Consiglio Europeo, già fissato per il 20-21 marzo, della pessima proposta di direttiva sul clima messa a punto dall'esecutivo europeo, molto peggiorativa rispetto a quella emanata nel 2008.

Lo scorso 22 gennaio, la commissione europea ha fissato i nuovi obiettivi, da qui al 2030, stabilendo un taglio vincolante dei gas serra del 40%. Si tratta di un passo indietro, perché questa indicazione spezza il legame, previsto dalla direttiva del 2008 fra la riduzione dei gas serra e lo sviluppo delle rinnovabili e del risparmio energetico. Se nel 2008 si prevedeva di realizzare entro il 2020 un taglio dei gas serra del 20%, aumentando di un 20% sia le rinnovabili che il risparmio, con la nuova direttiva non sono più le fonti alternative e l'uso razionale ed efficiente dell'energia la strada indicata per realizzare il previsto taglio del 40% dei gas serra. Il risparmio viene rinviato a una direttiva prevista per la fine dell'anno, mentre per le rinnovabili si fissa un obiettivo di crescita del 27%, ma non vincolante, perché non viene tradotto, come nel 2007, in obiettivi nazionali . Un gentile omaggio al nucleare francese ed inglese. Ad aver svegliato il parlamento europeo sono i fatti: da giugno 2013 ad oggi gran parte dell'Europa è stata devastata da alluvioni, con numerose vittime e danni incalcolabili. Un vero e proprio bollettino di guerra. Malasorte e imprevedibilità? No, sono tragedie annunciate, la conferma del previsto aumento degli eventi estremi contenuta in ben 4 rapporti sul clima redatti dall'Ipcc. Vien da chiedersi cosa debba succedere ancora per convincere la sinistra a passare dalle parole ai fatti e assumere come priorità del proprio agire politico la lotta ai cambiamenti climatici. Ed invece il tema sembra scomparso dalla sua agenda politica. Non si è vista in questi anni una visibile battaglia politica da parte della sinistra antiliberista in grado di difendere e rilanciare le decisioni unilaterali del 2008, né il positivo voto del parlamento europeo è il frutto di una sua mobilitazione.

La scelta miope della commissione viene da lontano. Petrolieri e nuclearisti hanno scatenato, fin dal 2008, un'offensiva politica e mediatica impressionante, strappando autorizzazioni diffuse per nuove perforazioni; la costruzione di nuove centrali a carbone; un rafforzamento del nucleare in Inghilterra e Francia. A completare l'opera va aggiunto il blocco delle installazioni eoliche e fotovoltaiche, in particolare in Spagna ed Italia. È impensabile riuscire a costruire una alternativa al liberismo se si continua con la politica dei due tempi: prima si risolve la questione sociale e poi ci si occuperà dell'ambiente. Vanno assunte insieme perché la lotta ai cambiamenti climatici dà forza ed argomenti a quella sulla questione sociale e del lavoro, perché offre un modello credibile di riconversione industriale, rilancia settori economici fondamentali come l'edilizia della manutenzione e della riqualificazione urbana, stimola una diffusa innovazione tecnologica e incoraggia la ricerca:vale a dire può creare molti posti di lavoro stabili e qualificati.

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Commenti

DA FAR CADERE LE ... BRACCIA

Caro Serafini, il tenore dei commenti, più del merito, risponde alla tua domanda-invocazione: perché la Sinistra non abbraccia la sostenibilità (non più l'ambiente) come tema rivoluzionario?
Il dato drammatico infatti è che a sinistra molti la pensano come pietro&paolo : le rinnovabili sono roba da lobby del denaro (banche, mafia etc) e rovinano il nostro bel paesaggio! D'altronde questo è il Paese nel quale mentre l'IPCC annunciava il 5° drammatico rapporto sui cambiamenti climatici a novembre i nostri giornalisti e talk show inseguivano Giovanardi per un commento sulla scissione Alfano-Berlusconi.
Qui la stampa di sinistra parla della Banca Mondiale come un'associazione di strozzini, mentre quelli hanno fatto il nesso povertà-riscaldamento da 15 anni: sanno che non si sconfigge la prima senza bloccare il secondo. E se c'arriva la BM prima della Sinistra... aiuto.
La distanza tra il dibattito, non dico accademico, ma anche mediatico fuori e dentro l'Italia è impressionante.
Chissà quante bombe d'acqua, valanghe, siccità e incendi dovranno venire perché i "compagni" si convincano ad accettare un po' di "green economy" ed apprezzare che l'energia prodotta da quella pala o quel pannello non sta danneggiando proprio nessuno.
Tieni duro Serafini.
E grazie

Rinnovabili

Le banche hanno concesso prestivi proprio nel settore delle rinnovabili, anche per impianti inefficienti o mai entrati in funzione perchè era denaro sicuro che sarebbe rientrato grazie proprio agli incentivi statali.
Cerchiamo di salvaguardare il patrimonio architettonico e storico della nostra Nazione e il nostro paesaggio e proibiamo di costuire impianti industriali di eolico e fotovoltaico sul terreno agricolo.

Ambiente

Attenti a pensare che i lobbisti e gli speculatori più sfacciati siano solo nei petrolieri e nei nuclearisti. L'industria eolica in Italia e le installazioni di fotovoltaico sui terreni agricoli italiani hanno devastato grandi estensioni di territorio e deturpato irrimediabilmente siti ambientali di pregio storico e paesaggistico.
Numerose grandi imprese italiane ed estere delle cosiddette energie rinnovabili hanno avuto incentivi enormi (i più alti al mondo) che hanno permesso di coprire le spese di installazione e guadagnare somme ingenti per gli altri 10-15 anni a spese di tutti i contribuenti perchè gli incentivi sono stati prelevati dalle bollette elettriche di tutti, cittadini e imprese.
Vista l'entità di questi finanziamenti concessi per 15-20 anni e che sono arrivati alla cifre folle di 12 miliardi annui da distribuire nelle bollette elettriche di tutti, sarebbe opportuno che da ora in avanti si puntasse veramente al risparmio energetico, all'efficienza e ai piccoli impianti di energia rinnovabile che possano essere utilizzati direttamente dalle utenze.
E' inutile continuare con questo spreco di denaro della collettività per produrre energia elettrica quando l'Italia ha un potenziale doppio di quello effettivamente necessario.

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