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Un’altra storia

24/09/2015

Che fare dei siriani che scappano dalla guerra? E che fare degli africani che scappano dalla fame? Per una volta le risposte della Fortezza-Europa non sono state quelle solite, non del tutto, almeno. Quel che abbiamo di fronte è un cambio di paradigma e questa volta Angela Merkel va presa sul serio

La storia del mondo, intesa come ricostruzione del passato è difficile e controversa. La difficoltà di interpretare correttamente i documenti del tempo andato è risaputa; quelli del presente lasciano quasi sempre aperte molti dilemmi e contraddizioni. Più semplice e indiscutibile è la storia del futuro, purché non ci si appassioni ai dettagli. Ma lasciamo per un momento la storia del mondo (tanto va avanti lo stesso senza di noi).

Del futuro, da quando la scienza ha demolito l’arte del vaticinio e l’astrologia, la trasmigrazione e la speranza di paradiso (o il timore dell’inferno) si occupano ormai quasi soltanto gli assicuratori e i banchieri, trasformando in materia sordida la voglia di sapere, di prepararsi. Negli ultimi secoli è cresciuta poi la riflessione ambientale e sulla natura: se faccio adesso qualcosa: costruisco, scavo, brucio, trasformo, di certo modifico l’assetto del mio domani. Avrò abbastanza da mangiare? E se non faccio niente?

Duecento anni fa Tommaso Roberto Malthus ha riordinato il problema. L’aumento della prole e quindi in ultima analisi della popolazione, se libero da vincoli, ha un ciclo di crescita geometrico; l’aumento della produzione agricola, dei beni di sostentamento, a condizioni date, ha un tasso di crescita solo aritmetico. Pur senza farne un dogma insormontabile, la questione era risaputa; non c’era discussione, mancavano teorie accolte da tutti. I positivisti hanno riflettuto; hanno spiegato che i regni e le religioni, erano nati così, con il compito di limitare le libertà di procreare; d’altro canto i viaggi per mare, le conquiste, le scoperte di nuove terre, gli scambi di merci, le emigrazioni, la schiavitù, la guerra, la grande industria erano altrettanti modi per forzare la crescita della produzione, liberarsi dal vincolo della progressione aritmetica, pareggiare la geometria delle nascite. Dopo, da una parte e dall’altra, un milione di economisti si è dato un gran daffare per discutere Malthus e metterlo definitivamente in soffitta.

Oggi sono i politici ad affrontare di nuovo l’eterno, insolubile problema. Che fare dei siriani che scappano dalla guerra? Che fare degli africani che scappano dalla fame? Per una volta le risposte della Fortezza-Europa non sono state quelle solite, non del tutto, almeno. Una serie di paesi europei ha armato le polizie, ha costruito dei muri di filo spinato, ha bloccato le stazioni ferroviarie, ha scritto numeri al braccio dei bambini, ha tirato, nei momenti migliori, pagnotte alla folla per tenerla buona, ha fatto risse e sgambettato povera gente in fuga, priva ormai di tutto. C’è il noto caso di un paese pesce-in-barile e si sono sentiti i banchieri e i loro assicuratori, riuniti in accademia, ripetere verso, osservando che “dopotutto gli immigrati pagheranno le pensioni dei nativi”. Infine c’è stata la Germania di Angela Merkel che ha capovolto il gioco: “I siriani? Li prendo io”.

Si devono esaminare con attenzione, facendo ogni sforzo, le posizioni politiche dei paesi europei che alzano steccati. Essi si sforzano di convincersi del “proprio” diritto e ripetono quotidianamente: “sono padrone a casa mia” e temono il disordine delle orde siriane. Perciò sospettano dell’autenticità dei rifugiati e vogliono vederne carte e timbri, garanzie e salute accertata, prima di accoglierne uno soltanto. Se si depura la scelta politica di tutto l’eccesso di sgarberie e parole avventate, dell’esagitata propaganda, rimane il vecchio Malthus, cioè la paura di dividere in tanti, improvvisamente diventati troppi, il poco cibo disponibile, le scarse risorse, attribuite ovunque a pochi eletti – o nominati – in modo definitivo e insindacabile, nei secoli dei secoli. Né più né meno. Il caso di Merkel è diverso. Qui l’errore di approssimazione che molti commentatori hanno fatto è quello di credere che essa – vecchia volpe sovietica, forse, sotto-sotto, marxista – vuole per sé i siriani che sono tutti laureati in chimica e in ingegneria e potrebbero servire, con poca spesa, alle fabbriche di Dusseldorf e di Stoccarda, nel continuo miglioramento dei tassi di esportazione… Questa volta però Merkel va presa sul serio. L’abbiamo vituperata per anni, abbiamo deriso la sua politica, la Grosse Koalition, i suoi gesti, i suoi vestiti. Ora di fronte alla sua offerta di 5 milioni di posti per immigrati in 10 anni non sappiamo pensare che all’imbroglio. Quando abbiamo di fronte uno statista, sia pure di parte avversa – noi che siamo abituati alle mezze figure – non sappiamo riconoscerlo. E’ il momento di capire. Abbiamo di fronte un cambio di paradigma, nella politica mondiale, nei rapporti internazionali e più in generale nel progetto di futuro. La novità della Germania è stata quella di vedere la novità della situazione, il capovolgimento di Malthus, e di non fermarsi lì, ma di mettere in grado di funzionare, in ogni stadio, un provvedimento tanto complicato: alloggi, cure sanitarie, accoglienza per bambini e anziani, scuole di tedesco: tutto messo a punto e tutto in grado di funzionare. L’eccezionalità della governante tedesca è di avere l’idea nuova, di saper proporre e mettere in pratica una soluzione tutt’altro che semplice ma unica adatta ai tempi. E di avere il consenso dei suoi, degli alleati, degli avversari: del paese intero.

Merkel non cerca i siriani per sfruttarne le capacità manuali e la cultura tecnica. Certo, anche questo è un vantaggio, ma un vantaggio soprattutto per i siriani più giovani che si sapranno inserire senza troppi sforzi nella società tedesca. Molti ricordano come siano stati accolti negli anni sessanta gli italiani e subito dopo i turchi: tutta gente che si accontentava e si arrangiava; avrebbe imparato ben presto a vivere in Germania, ma per cultura scientifica non era granché. Inoltre è noto come siano stati accolti vent’anni dopo i tedeschi dell’est che sapevano la lingua, e quindi erano avvantaggiati, ma le tecniche che avevano appreso, alle scuole e nel partito, erano, agli occhi strabici del maggior capitale tedesco, tutte sbagliate. Hanno dovuto ristudiare tutto, tornare a scuola. E sono diventati medici e scienziati, professori e letterati, operai e sociologi, pittori e romanzieri, presidenti della repubblica e capi del governo federale.

Come è stato possibile accantonare Malthus, proprio adesso? Ci siamo fatti l’idea che Frau Kanzlerin abbia letto gli studi aggiornati delle Nazioni unite in ordine alla popolazione. In uno di questi testi, “World Population Prospects” 2015, si fa la storia del futuro, della popolazione mondiale e dei vari continenti e paesi, degli uomini e delle donne, dei giovani e dei vecchi, dei bambini che se ne vanno appena nati e di quelli che resistono cinque anni o anche meno, delle giovanissime che restano incinte, dei malati di Siv-Aids che decimano a lungo andare la loro popolazione di appartenenza, delle persone che emigrano; tutto questo e molto altro ancora per tutto il secolo che stiamo consumando. Fino al 2100. Qui bisogna capirsi. Le madri del 2030 sono già nate, per cui un po’ di verità, di numeri, per quell’anno li conosciamo distintamente. Sappiamo – le carte dell’Onu ce lo spiegano – che scuola hanno fatto milioni di ragazze madri, cosa hanno imparato, sappiamo la loro religione, il progetto di vita di molte, per sé e per i figli che spesso sperano di avere; “non subito, per favore..” Si può dire che sono esse che cambieranno la storia, semplicemente rimandando. Si può dire d’altro canto che i dotti dell’Isis hanno forse letto anch’essi il futuro descritto dall’Onu e lo vogliono storcere a loro modo?

“Le gravidanze di adolescenti che possono avere importanti conseguenze sulla salute e sulla considerazione sociale tanto della ragazza quanto della creatura che ha in grembo sono crollate in molti paesi. Ciò non di meno un’alta fertilità adolescenziale rimane un problema in certe parti del mondo”. Lo afferma l’Onu nel suo rapporto dl titolo World Population Prospects 2015 che si riassume in un elenco di 28 Risultati principali o Key Findings Quello che precede è il 20mo.

La fertilità è, oggi, di cinque figli per donna in vari paesi dell’Africa a sud del Sahara e in Afghanistan. Si è ridotta in larga misura non solo nel resto del mondo, ma perfino nei paesi africani; e in generale è in corso una sorta di riaggiustamento. A fine secolo, utilizzando le previsioni più attendibili scientificamente, la fertilità si aggirerà nel mondo – in tutte le plaghe del mondo – attorno ai due nati per donna, o poco meno, con una convergenza dei nati da donna di ogni parte del globo; quindi accanto alla rapida riduzione africana vi sarà una lieve crescita da parte dei paesi dell’Europa e del Giappone che oggi sono molto al di sotto dei due punti. In altre parole il numero degli umani diminuirà nel tempo, nonostante l’allungamento della vita media, dal momento che solo una fertilità del 2,1 per donna manterrebbe nel tempo il livello di popolazione. Ma non è necessario correre così lontano.

Già ora, “Nel periodo 2010-2015, gli 83 paesi la cui fertilità non consentiva il rimpiazzo, costituivano il 46 per cento della popolazione mondiale. I paesi più popolati, tra quelli caratterizzati da una fertilità inferiore al rimpiazzo, erano Cina, Stati Uniti d’America, Brasile, Federazione russa, Giappone, Vietnam, Germania, Repubblica islamica dell’Iran, e Thailandia, in ordine di grandezza della popolazione”. La frase che precede è il 18mo punto dei 28 che condensano il futuro demografico del mondo. (Key Findings). Come è facile notare sono compresi i paesi più forti, di oggi e di domani, dal punto di vista dell’economia. Per essi la legge di Malthus non vale più. Questa volta il punto dolente non è infatti l’eccesso di popolazione di fronte alla insufficiente produzione agricola e di altre merci, ma proprio il contrario: la scarsa e cedente popolazione di fronte alla incontenibile produzione di beni. I dirigenti pubblici di gran parte dei paesi europei si preoccupano di altro, trovano altre soluzioni, come 50 anni fa la Cina con la legislazione dell’unico figlio. La Germania preferisce guardarsi intorno. L’Europa non avrà abbastanza nati per rifornire le sue necessità. Infatti, come assicura il 14mo punto del testo che stiamo saccheggiando, riflette sul fatto che “E’ previsto che quarantotto paesi o aree vedranno un declino di popolazione tra il 2015 e il 2050. Per undici paesi si prevede un declino superiore al 15 per cento entro il 2050: Bosnia Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Ungheria, Giappone, Lettonia, Lituania, Repubblica di Moldavia, Romania, Serbia e Ucraina”. A parte il Giappone, sono tutti paesi europei. Non è in Europa che la Germania potrà rifornirsi del tutto dei nuovi cittadini di cui pensa di avere bisogno: scienziati, operai, giocatori di calcio; dovrà guardare anche altrove.

Sarebbe un errore trascurare altre conseguenze della caduta della fertilità e immaginare che vi sia soltanto uno scambio tra popolazione e produzione di merci e di cibo. In realtà la popolazione mondiale nel giugno del 2015 è di 7,3 miliardi di cui sono uomini il 50,4 per cento, donne il 49, 6. Si prevede che nel 2016, 83 milioni di persone aumenteranno la popolazione mondiale. Assumendo un accentuato declino della fertilità seguiranno due risultati pressoché inevitabili: il rallentamento nel tasso di crescita della popolazione mondiale e l’invecchiamento della popolazione complessiva. Già negli ultimi decenni la mediana della popolazione mondiale (quella che divide in due metà la popolazione intera, i più giovani da una parte, i più vecchi dall’altra) passa da 30 a 36 anni tra 2015 e 2050. Arriverà a 42 anni nel 2100. In Europa la mediana è di 42 anni nel 2015, per arrivare a 46 nel 2050 e a 47 nel 2100. Per i paese meno sviluppati le mediane prevedibili sono 20 (2015), 26 (2050) e 36 (2100).

Come ultimo punto si può dire qualcosa dell’emigrazione che Merkel ha dimostrato di avere capito. Ma tanto per evitare che si dia troppe arie è meglio lasciare che sia direttamente l’Onu a spiegarsi. Leggiamo allora gli ultimi due punti – 27mo e 28mo – di quelli contenuti nel Rapporto Onu sul World Population Prospects.

27. Fra il 2000 e il 2015 la migrazione netta verso Europa, America del Nord e Oceania ammonta in media a 2,8 milioni di persone l’anno. Se si raggruppano i paesi per reddito piuttosto che per collocazione geografica, l’attrazione dei paesi ad alto reddito è anche più evidente: tra 2000 e 2015 i paesi ad alto reddito hanno ricevuto in media 4,1 milioni di migranti netti ogni anno da paesi a basso o medio reddito. Le asimmetrie economiche e demografiche tra i paesi resteranno probabilmente potenti generatori di migrazioni internazionali nel medio-termine futuro. I movimenti di rifugiati su larga scala hanno avuto a loro volta una profonda influenza sul livello di migrazioni nette sperimentate da alcuni paesi, inclusi quelli colpiti di recente dalla crisi Siriana”.

28. Nei paesi o nelle aree dove la fertilità è ancora al di sotto del livello di rimpiazzo, la popolazione totale si prevede si ridurrà, se l’eccesso delle morti sulle nascite non sia controbilanciato da un apporto di migrazione netta. Comunque, la migrazione internazionale ai livelli correnti, o non lontano da essi, sarà insufficiente a colmare del tutto la riduzione di popolazione dovuta ai bassi livelli di fertilità. Tra 2015 e 2050 l’eccesso di morti sulle nascite è prevista in 63 milioni, mentre il numero di migranti internazionali verso l’Europa è prevista in circa 31 milioni, ciò che implica una complessiva riduzione della popolazione europea di circa 32 milioni”.

 

 

 

 

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Commenti

Sì, viva anche il presidente Putin!

Non oso chiamarlo compagno perchè probabilmente, purtroppo, non lo è. Muoiono civili? Certo, ne moriranno ancora tanti altri. Se la guerra scatenata dagli usraeliani non fosse stata accesa da una di quelle finte "rivoluzioni colorate" finanziate da USA, Arabia Saudita e Qatar oggi i morti civili non ci sarebbero. Solo nei mediocri film hollywoodiani non si vedono morire innocenti in guerra.
Il grande presidente Putin è riuscito, nel giro di qualche mese, a mettere nell'angolo il vero pericolo per la pace mondiale, ovvero gli Stati Uniti. Mi auguro potrà risolvere nel giro di qualche tempo la questione dello stato fantoccio creato e finanziato da usraeliani, sauditi e qatarioti.
La Russia non ha mai minacciato la pace: sta semplicemente difendendosi dall'aggressione americana e sta aiutando il mondo a ripulirsi dai pidocchi.
Quanto alle "fonti" che parlano di morti civili ed attacchi ai "ribelli", si è mai chiesto quanto attendibile siano il "centro di informazione" di Londra (Londra!) finanziato da CIA e Soros o i dispacci del Pentagono? Per me: zero. Sono solo sorgenti di propaganda.

...e viva anche il compagno Putin...

...che sta bombardando in Siria, molto probabilmente causando vittime civili, guarda caso tra i sunniti ostili ad Assad.
Ma, si sa, gli "effetti collaterali" li condanniamo solo quando sono causati da USA & c. e non quando li provocano i regimi considerati loro avversari.
Trattasi della nota sindrome da anti-imperialismo a corrente alternata.... alla faccia della solidarietà internazionale verso i popoli usati come carne da macello nel Grande Gioco di turno!!!

Viva Assad e l'eroico esercito siriano!

Sì, viva Assad e l'eroico esercito siriano! Non sono una damina di san vincenzo e, a differenza di alcuni, so che le guerre significano morte, distruzione, uccisioni di civili. Solo nei mediocri film hollywoodiani ci sono i buoni solo da una parte.
Sì, il regime laico e progressista di Assad è sostenuto, ampiamente sostenuto dalla popolazione. Ricordo ancora una volta che l'80% della popolazione vive sotto il controllo del governo siriano e basta leggere le cronache di chi in Siria c'è stato (e non di quel ridicolo "centro di informazione" a Londra finanziato da Soros e CIA) per rendersi conto di quanto la popolazione sostenga il governo e l'eroico esercito siriano.
Sì, quello degli Assad è una dittatura, anche feroce con gli oppositori. Ma il popolo siriano, consapevole di quello che è successo in Iraq e in Libia, si rende conto benissimo che la sua caduta significherebbe morte e caos in tutto il paese, anche in quelle zone dove ancora oggi la popolazione vive in pace e in una decente quotidianità.
E per quanto questo possa urtare la sensibilità di qualche damina di san vincenzo che si presume "de sinistra" nessun governo avrebbe retto alla guerra condotta, per interposto ISIS, dagli usraeliani contro l'ultimo dei governi non asserviti nella regione. Ma se ne facciano una ragione: se i fatti non coincidono con le loro idee, forse sono le loro idee ad essere sbagliate

viva il compagno Assad!!!

I tagliagole fondamentalisti nascono come batteri nei focolai di infezione, nella specie quello creato dal marcissimo regime "laico e progressista" della dinastia Assad (prima di Bashar, Hafez, che ha massacrato migliaia di persone bombardando Hama nel 1982). E che mi dite, invece, dei tagliagole Shabiha, cioé le milizie composte da delinquenti utilizzate dal regime per fare il lavoro sporco? propaganda israeliana anche questa, come i barili-bomba? Comodo, per restare fossilizzati in uno schema arcaico da guerra fredda per cui alcuni a sinistra, sigh, difendono un criminale come Assad. Ma perché non vi trasferite - ora - a vivere a Damasco, visto che vi è un governo un così illuminato???

Raccapricciante!

Lo dico senza perder troppo tempo: Al Nusra si è autodefinita Al Quaeda in Siria, è formata da bande di feroci tagliagole (vada su aurorasito a cercarsi una bella galleria fotografica di teste tagliate da questi signori anche a ragazzini e donne) foraggiate ed assistite oltre che dagli USA anche da Israele (nessuno ha ovviamente mai raccontato che molti di questi tagliagole sono stati curati in ospedali israeliani, chissà come mai).
E mi stupisco di come mediocre propaganda (barili-bomba, armi chimiche) riesca ancora oggi a fare presa sugli incolti, per usare un eufemismo, quando pensavo che ormai anche i bambini avessero capito che fosse becera propaganda usraeliana.
E Assad, o meglio: il popolo siriano (oltre l'80% della popolazione siriana risiede nei territori controllati dal governo siriano, Daesh controlla quasi solo deserto) ha combattuto una eroica resistenza contro i pidocchi addestrati, finanziati e mandati a distruggere uno stato laico e progressista dai trogloditi sauditi e dagli usraeliani.
Altrettanto raccapricciante la serie di commenti che: sì, l'immigrazione ci aiuta. Il capitale vi adora, voi della "sinistra" da damine di san vincenzo: se non esisteste, vi creerebbe. Quali migliori alleati di voi nel far passare la più grande creazione di eserciti industriali di riserva che la storia ricordi dalle discloruses inglesi del '700? Il capitale ha bisogno di voi, come dell'aria: siete il miglior mezzo per abbattere i diritti sociali e del lavoro che potesse inventarsi

La tragedia siriana

A margine dell'articolo e del commento del sig. Saverio: Al-Nusra, di cui il disgraziato padre preso a calci dalla reporter fascista magiara avrebbe postato la bandiera sulla propria pagina fb, è un movimento islamico che mi risulta faccia parte del variegato (purtroppo disorganizzato e comunque inefficace) schieramento delle forze che si opponevano al criminale regime di Bashar al-Assad da prima che venisse fuori l'ISIS-IS. Non saranno certamente il massimo e non susciteranno lo stesso slancio solidaristico dei Kurdi di Kobane, ma comunque hanno dato una risposta all'esigenza di contrastare i massacri degli shabiha, dei barili-bomba e dei gas tossici dell'oppressore Assad.
Del resto, fatte le dovute proporzioni e semplificando, la resistenza italiana al nazifascismo univa nel CLNAI comunisti, liberali, cattolici: disgraziatamente c'è chi, a sinistra, pensa ancora che meriti la libertà solo chi si schiera dalla parte "giusta", magari la stessa sostenuta da Putin (altro bell'esempio di delinquente).

Una domanda

Personalmente vedo con simpatia la mescolanza di popolazioni e l'offerta di opportunità a chi fugge sia la guerra che la fame, dunque mi fa piacere sapere che il gesto della Merkel non solo è sostenibile ma lungimirante da un punto di vista di politica demografica, e non solo in vista delle pensioni.
Vedo che, secondo i dati citati, si prevede in futuro anche un aumento della fertilità della popolazione residente, che adesso fa troppo pochi figli per ragioni economiche, ma che non sarà comunque sufficiente.

Quanto agli argomenti dell'autore, osservo però che non è vero che la Merkel ha il sostegno compatto del suo Paese, al contrario è sotto attacco.
Mi sembra strano che - se è così lungimirante sulla demografia del futuro - non usi questo argomento per convincere i recalcitranti.
Inoltre non si può negare che ha operato una selezione a favore dei Siriani, ed è vero che quelli che scappano da lì sono bianchi e in maggioranza appartenenti alle classi sociali più elevate, quindi più colte, perché gli altri sfollati non trovano i soldi necessari per scappare.

Inoltre una domanda: ma se la popolazione europea ha il problema di un eccesso di produzione, una soluzione non potrebbe essere piuttosto la decrescita, con risparmio delle risorse del pianeta, e una riconversione del lavoro verso il riciclo e il riuso, i servizi? E uno sviluppo concentrato sui paesi più poveri che mancano ancora del necessario, che eviti le fughe dalla fame? Fermando - ovviamente - anche le guerre da cui giustamente si fugge.
Con questo modello di sviluppo, la popolazione mondiale, invece di svilupparsi in modo più uniforme e ecologicamente compatibile in tutto il pianeta, si riversa verso i paesi tecnologicamente più avanzati che restano tali e che importano nuovi consumatori, ma anche produttori di nuova sovrapproduzione. Mentre i paesi diseredati restano tali o devono aspettare le rimesse degli emigrati per progredire lentamente.
Non mi sembra molto lungimirante.

Naturalmente se il problema è - come è adesso - di assicurare nell'immediato la salvezza a chi fugge, sono d'accordo. Ma se dobbiamo pensare sul serio al futuro, le strade sarebbero altre




immigrazione

"Europa aperta all'umanità" che accoglie gli immigrati illegali e rifiuta i visti a chi vuol immigrare legalmente? siamo impazziti? E' questa civilta? E' solo mafia di governo che paga i giornalisti per lavarci il cervcello.

Malthus

Io ho invece molto apprezzato l'articolo, spiritoso e informato, e con alcuni ragionamenti di fondo molto seri. Il difficile pianeta globalizzato nel quale viviamo richiede ragionamenti globali, non anguste considerazioni di orticello, e richiede una capacità di progettare il futuro a partire dai flussi migratorii e dagli andamenti demografici che vanno interpretati e governati con competenza e intelligenza. In tal senso il segnale della Merkel è interessante, intanto per il suo valore simbolico di rilanciare un'immagine dell'Europa aperta all'umanità e al futuro, come dovrebbe essere in omaggio alle sue migliori tradizioni e a cancellare le sue pagine peggiori. E diciamo che si è trattata anche di un'abile scelta d'immagine dopo l'orrenda figura fatta dalla Germania come paese meschino e schiavo della partita doppia delle banche e del FMI. Che per una volta la propaganda sia a fin di bene e non dettata solo dalla schiavitù dei sondaggi. E come non rare volte succede, la visione più lungimirante ed eticamente presentabile è anche quella sul lungo periodo economicamente più interessante, perché apre prospettive di sviluppo a fronte di deprimenti visioni di popolazioni sempre più vecchie, circondate da fili spinati e aggrappate alle loro miserande pensioni, aspettando il momento in cui l'ultimo incartapecorito rappresentante della collettività scenda nell'affollato cimitero delle nazioni scomparse. Vogliamo questo per la serva e senile Italia?

Che confusione

Lungo e confusionario articolo per dire cosa? Che la Merkel ha fatto bene a dichiarare di volersi "prendere" i siriani (mentre contemporaneamente decretava l'espulsione di 94mila migranti dell'est europeo)? Ma solo i siriani, eh! Perchè gli africani e gli altri alla sottoeuropa, ovvero Grecia e Italia.
Questo è il livello, non infimo, perchè sarebbe già un complimento, ma sotto terra della c.d. sinistra radicale. Incurante del fatto che sarà allargato a dismisura l'esercito industriale di riserva che continuerà a tener buoni i lavoratori, che dovranno accontentarsi sempre di meno e contenderselo con gli immigrati.
Ma mancano x milioni di europei, le pensioni non saranno assicurate senza di loro! Che povera sinistra, anzi che sinistra poveraccia quella che pensa che non sia possibile fare politiche per aumentare la natalità (avete mai chiesto ad una donna del popolo, non alle vostre amiche in sciarpe di seta, se se la sente di fare un figlio con il rischio di non trovare asili nè lavoro al ritorno?) o aumentare il monte pensioni accrescendo l'occupazione o facendo aumentare la produttività.
Ah, a proposito: quello che fu sgambettato dalla cronista ungherese, sulla propria pagina facebook, aveva grande grande una bella bandiera nera di Al Nusra...

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