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Giro di boa per il Pd

25/02/2014

Affermare – come ha fatto Matteo Renzi nell'introduzione alla nuova edizione di "Destra e sinistra" di Norberto Bobbio – che il Pd non intende più collocarsi a sinistra conclude l'ultimo giro di boa del partito democratico. Simbolico, ma fa impressione che questo arrivi proprio quando in Italia si superano i 4 milioni di senza lavoro

Si conclude, con il nuovo governo e la sua carta di identità allegata su Repubblica da Matteo Renzi, l’ultimo giro di boa simbolico del Pd. Simbolico, perché nelle scelte concrete era già consumato da un pezzo, ma dare il vero nome ai fatti non è cosa da poco (non è passatempo da giorni festivi, come verseggia Eliot a proposito del nome da dare al proprio gatto). Che il Pd precisi come la sua immagine non debba più essere a sinistra, o di sinistra, riconoscendo come sola discriminante culturale e sociale “il nuovo e il vecchio” non è una gran novità, il concetto ci svolazza attorno da un bel pezzo, ma affermare che il Pd non intende più collocarsi a sinistra resta uno scatto simbolico rilevante. Non solo infatti, come taluni vagheggiavano, non è più in grado di compiere scelte di sinistra, poniamo, da Monti, ma neppure mira più a farle e a questo scopo ha scelto come proprio leader “Matteo” per chiarirlo una volta per tutte. Non in parlamento – nessuno, a cominciare da Giorgio Napolitano ha tempo da perdere – ma su un giornale amico e a governo varato.

Lo fa prendendosi qualche licenza culturale, come citare Norberto Bobbio contro Bobbio esempio di chi, se aveva ragione in passato, non l’avrebbe più oggi, quando la distinzione tra destra e sinistra non avrebbe più senso. Pazienza, oggi ne vediamo di ben altre. Fra le innovazioni trionfanti c’è che ciascuno riveste o spoglia dei panni che più gli aggrada il defunto scelto come ispiratore. Più significativo è che il concetto archiviato indicava il peso assegnato da ogni partito alla questione sociale e dichiararla superata proprio mentre si sfiorano e forse si superano i quattro milioni di senza lavoro, fa impressione. Forse per questo l’ex sindaco di Firenze si era scordato di informarci su quel job act che doveva presentare entro gennaio; ma in primo luogo non risulta che durante le consultazioni qualcuno glielo abbia ricordato, in secondo luogo nel governo se ne occuperà la ministra Guidi, donna imprenditrice esperta in quanto allevata dal padre confindustriale.

Sappiamo dunque che dobbiamo attenderci con il nuovo esecutivo e dobbiamo al Pd tutto il peso, visto che né la sua presidenza né la sua minoranza gli hanno opposto il proprio corpo, al contrario hanno sgombrato il campo sussurrando come il melvilliano Bartleby “preferirei di no”. Della stessa pasta la stampa, affaccendata dal sottolineare lo storico approdo delle donne a metà del governo sottolineando il colore delle giacche e il livello dei tacchi, cosa che dovrebbe far riflettere le leader di “Se non ora quando”. Eccola qui l’Ora, ragazze, non si vede dove stia la differenza.

Il nuovo che avanza ha rilanciato anche Berlusconi, primo interpellato da Renzi per incardinare tutta l’operazione. Condannato da mesi per squallidi reati contro la cosa pubblica ad astenersi dalla politica è stato ricevuto non già dai giudici di sorveglianza, bensì dal capo dello stato per illustrargli quello che pensa e intende fare sul futuro del paese. Per ora appoggia Renzi, rassicurando i suoi che non è un comunista.

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Commenti

renzi e la sinistra

Renzi è la verità del Pd. la sinistra va ricostruita altrove. Tsipras è un esempio. ma se diventa un modello da imitare, è probabile che l'esperimento fallirà. la sinistra italiana deve ripartire dal lavoro e dai movimenti (i partiti sono quasi tutti impresentabili, salvo Sel, l'unica a tentare una via a sinistra oltre il comunismo). impresa titanica, ma pure entusiasmante..

APPARTENENZA

L'evoluzione del PD , partendo dal PCI dell' 89 ad oggi, rappresenta perfettamente la parabola discendente della cultura politica di sinistra in Italia. Renzi è semplicemente la figura che, ricevuto in mano il testimone, seppellirà ogni velleità residua circa la possibilità di dar rappresentanza alle istanze "dal basso".
La sinistra è morta, Pintor aveva perfettamente ragione. Io credo che per la maggior parte si sia suicidata.
Storicamente è stata la forza capace di mettere il conflitto al centro del proprio agire, conflitto necessario per rivendicare giustizia, equità, diritti, all'interno di un potentissimo alveo di appartenenza sociale, una sorta di enorme e micidiale famiglia.
L'innalzamento progressivo del livello medio di benessere degli ultimi 40 anni è stata una sirena troppo seduttiva per l'intima vanità dell'operaio Ulisse. Il miraggio di una società più giusta è svanito appunto perchè milioni di uomini e donne, col frigo pieno, hanno smesso di sognare (perchè far fatica e rischiare se ora IO non ho bisogno più di niente?). La sinistra è morta culturalmente. Mio padre era comunista, io lavoro in fabbrica e ho nel sangue quei valori capaci di far lottare insieme un falegname di Palermo, uno studente di Roma e un metalmeccanico di Torino. E non sono un retaggio da rispolverare solo in cabina elettorale, sono pratica quotidiana, è una visione della vita e delle cose del mondo.
Credo anch'io che il futuro sia nero, cioè in deriva inesorabile verso destra, e son convinto che sarà indispensabile per tornare a parlare di sinistra, ripartire dall'utopia. Chiaro, non parlo di dittatura del proletariato, sarà qualcosa di nuovo ma è ineludibile che sia necessario ripensare un sogno del domani. Piedi e mani non si muovono se la mente non si appassiona.
Un grande progetto collettivo sul mondo, sulla vita, sull'uomo, internazionalista, solidale, libero. Solo così potremo edificare una vera appartenenza, che è il primo motore dell'agire politico. Oggi siamo tutti cani sciolti, isolati e soli, non a caso i pifferai magici più arguti riescono a catturare un larghissimo consenso suonando appunto una melodia ingannatrice "venite con me e vi regalerò un senso di appartenenza già confezionato".
Dobbiamo ricominciare a sognare in grande se vogliamo che questa realtà torni a parlare di giustizia, equità, diritti, democrazia.

Sul promemoria di Rossana Rossanda

Mi piacerebbe che i " compagni" che votarono la svolta Ochettiana nel 1990 riflettessero sulle conseguenze, non solo politiche ma innanzi tutto sociali, di quella scelta sciagurata. Non serviva certo la sfera di cristallo per capire in quale sponda si andava ad approdare.

La tendenza al suicidio

Il PD, che deriva dai DS, è un partito della destra economica sin dall'inizio degli anni '90: il merito di Renzi è di aver rotto l'ambiguità. Ma il problema è molto più ampio perchè ora il PD ha scelto di entrare nel Socialismo Europeo: i partiti che si richiamano al socialismo si sono dimostrati del tutto incapaci di contrastare la deriva liberistica e nazionalistica che sta distruggendo il progetto europeo.

E qui si ricollega l'incapacità, specialmente italiana, che potrebbe essere definita "tendenza al suicidio" delle forze politiche che dovrebbero rappresentare un'area di sinistra potenzialmente molto vasta.

Concordo con Marco Acquistapace: gli economisti che sono contro il liberismo e che vorrebbero costruire un'altra Europa federale e solidale sono tanti e sono i migliori. Il problema è che poi non c'è un'azione politica conseguente in grado di far diventare le proposte azioni concrete.

Renzi, il Pd, la sinistra

Il PD è il PD ! Non è l'ennesima incarnazione del post-PCI: se è di sinistra o meno non mi pare molto interessante da discutere: si vedrà dai fatti. L'albero si riconosce dai frutti. La questione che mi pare centrale è la inconsistenza delle forze che si sono definite di "sinistra" ma che di fatto hanno operato politiche all'interno del paradigma neoliberista, cinicamente indifferenti alla sorte di pensionati, esodati, impoveriti, disoccupati, ecc., ma soprattutto senza alcun rapporto concreto e vitale con questi strati sociali in sofferenza. E' a mio avviso impressionante vedere ex-dirigenti delle passate forze di sinistra fare a gara nel citare papi, cardinali, santi, preti, ecc. (benché tutti degni di rispetto e di stima) eliminando però secoli di pensiero laico, socialista, comunista. Nessun autentico letterato italiano (o non) rientra nelle letture da citare. Nessun filosofo serio da Platone in poi. Bobbio (come Vittorio Foa) hanno il triste destino di essere coinvolti in genealogie culturali improbabili e in dibattiti sul cui livello è meglio stendere un velo pietoso, analoghi al grande scontro che Craxi a suo tempo ripropose fra Marx e Proudhon ! Bisogna prendere atto che il personale politico della sinistra italiana ormai non è in grado di offrire prospettive serie al futuro dei ceti subalterni che dovrebbero rappresentare, presi, come sono, fra il vecchio che non muore e il nuovo (vero) che ancora non si vede all'orizzonte. E' in questo spazio stretto o appena socchiuso che si dovrebbe operare per raccogliere con generosità le forze disperse e soprattutto le nuove generazioni.

Renzi

Ma,Rossana Rossanda.....
"La sinistra che conosciamo e' morta.Non lo ammettiamo perche si apre un vuoto che la vita politica quotidiana non ammette.
Possiamo sempre consolarci con le elezioni parziali o con una manifestazione rumorosa.Ma la sinistra....e' fuori scena.Non sono una opposizione e un'alternativa e neppure un'alternanza.Hanno raggiunto un grado di subalternita e soggezione non solo alle politiche della destra,ma al suo punto di vista e alla sua mentalita nel quadro internazionale e interno.Non credo che lo facciano per opportunismo e che sia imputabile a singoli dirigenti.Dall'89 hanno perso la loro collocazione storica e i loro riferimenti e sono passati dall'altra parte...."
(Luigi Pintor,ultimo editoriale del Manifesto 2003)
Il suo collega e compagno lo aveva capito per tempo.Del resto fallimenti come quello dell'Europa dell'est,per non parlare della Cina (1979 Deng Hsiao Ping:arricchitevi),sconfitte storiche a cavallo dei primi anni 80,vedi minatori inglesi,marcia dei 40000,lasciano il segno.Quando i nuovi avvenimenti segnano la storia,non e' che poi la situazione la si ribalta facilmente.
L'egemonia della destra non riguarda solo la politica,ma la cultura,il modo di vivere e di pensare delle persone.
Oggi in Europa ci sono 11 stati con governi di grandi intese.Prenda tutti i leader della socialdemocrazia europea,sono come i nostri.E a sinistra,tranne la Grecia,non c'e' nulla,al di la di qualche oscillazione (di solito in basso) elettorale.
Non ci sono piu neanche i movimenti.
Non solo.E' facilmente individuabile una tendenza europea di stampo nazionalista,etnoregionalista (vedi Scozia,Catalogna,Belgio ecc).La dove ci sono rivolte,paesi Arabi,Ucraina,di sinistra nemmeno l'ombra.Non sono passati molti anni dai fatti jugoslavi,di natura nazionalista o religiosa addirittura.
Lasciate in pace il povero Renzi,visto che di strade alternative di tipo politico non ce ne sono,resta la possibilita di un governo meno infame dei precedenti,con qualche possibilita di risultati sui diritti civili,cittadinanza ecc

organizzazione

29/12/13. ( !! )

Un governo che si trovasse a sostituire quello presente, esaminato lo stato delle cose, arriverebbe alla conclusione che non ci sia altro da fare che le stesse cose, cioè niente.

Infatti:
1. il debito ha dimensioni tali che sarà possibile pagare solo con un altro debito più grande.
2. La disoccupazione non può diminuire a fronte di una politica restrittiva, mancanza di ricerca, di programmazione.
3. La burocrazia rappresenta uno strumento di potere che vuole sopravvivere.
4. La popolazione attiva, produttiva è insufficiente a sostenere le esigenze del paese.
5. La cultura è in ribasso e peggiorerà a causa dei tagli.
6. La finanza prevale.
7. Incertezza e commistione tra pubblico e privato invece di una separazione chiara delle funzioni e le responsabilità dei dirigenti.
8. Gestione imprenditoriale impreparata alla competizione internazionale.
9. Retribuzioni assurde e rapporto tra minime e massime inaccettabile.
10. Classe politica.

Chi avrebbe il coraggio e la capacità di affrontare questo intreccio perverso?
Esiste un'ampia maggioranza che concorda sulla necessità di affrontare questi problemi e numerosi intellettuali ne suggeriscono le possibili soluzioni, le indispensabili soluzioni. Gli intellettuali criticano pure lucidamente le incapacità o le negligenze dei partiti, le responsabilità.
Dunque, più che discutere su ciò di cui l'ampia maggioranza è convinta, servirebbe agire per la realizzazione di quei programmi.
Storicamente è sempre accaduto che i grandi cambiamenti hanno comportato un elemento unificatore che non deve necessariamente essere individuale. Nella fase attuale della nostra politica, e non solo nostra, è ancora determinante il ruolo del leader e da questa idea forse occorre impostare l' azione.
I questa ottica appare evidente il deficit di comunicazione. Per esempio nessuno più dubita che la nostra crisi sia causata dalla crisi internazionale e non dal modo di governare. Invece, oggi, sarebbe possibile una distribuzione del benessere uniforme e soddisfacente
“il problema non è tanto nelle menzogne che ci propinano i mezzi di comunicazione dominanti. Non possiamo impedirglielo. Quel che dobbiamo pensare oggi è come noi diciamo e diffondiamo la verità.” ( Fidel Castro )

A me sembra...

Sembra quasi una bestemmia che uno così, che stava bene bene nello studio di Amici dalla DeFilippi, faccia una prefazione a quel Buon uomo che fu Bobbio (e tra resto in un libro che riveste un significato particolare, perché li spiega perché egli si sentiva di sinistra... Parla dei suoi amici di gioco estivi, che da un estate all'alta poteva capitare non ci fossero più perché poveri ... ... ...). Che non fosse minimamente di sinistra credo lo avessero capito tutti. Da piangere si, viene un poco da piangere. Un idiota di gran calibro. Votato fu.

La Sinistra e Renzi

Non me la prenderei con gli economisti di sinistra.
Loro mi pare che si impegnino nell'analisi, nella comunicazione e nelle proposte realistiche per cambiare politica economica.
Il problema sono i politici e gli elettori di sinistra.
Gli uni perché hanno sbagliato, in 20 anni, tutto quello che potevano sbagliare.
Gli altri perché invece di incazzarsi chiedendo unità e cambiamento sociale, si rifugiano nel settarismo o nell'astensionismo.
Prospettive ? La vedo nera.

lacrimatoio....

Cari tutti, in mezzo a questo lacrimatoio, c'è qualcuno in grado di ragionare su queste due domadine:

1) Da quanti anni la SINISTRA è del tutto incapace di COMUNICARE con la gente?

2) I capoccioni economisti di SINISTRA, che pure offrono ottime analisi dei guai
economici in cui siamo intrappolati, sono capaci di suggerire politiche
in grado di fornire un'alternativa MINIMAMENTE REALISTICA alle
sciagure somministrate da Bruxelles?

Chi ci libererà dalla pura fabulazione che avanza?

Gentile Rossanda, ricordare Norberto Bobbio, senza averne digerito il mandato, è trucco di breve durata per Renzi: l'acne lo esige, i 'nei' pure, in attesa del nuovo make up. Quali panni far vestire al defunto, perché si assottigli sempre più il suo valore storico? L'analisi è dettagliata in tutto, perché anche questo 'nuovo', per il Pd, è vuoto. Fin che non si arriverà ad un'Europa da Lisbona a Vladivostok con la Russia al suo interno, il prossimo campo di battaglia USA sarà proprio l'Europa disubbidiente. Attivarsi subito per leggere il testo preziosissimo del prof. Aron Shai, rettore dell'Università di Tel Aviv 'Zhang Xueliang, the general who never fought', perché li è spiegato benissimo perché dopo il Trattato di Versailles l'Europa 'dis-unita' è l'unica accettabile. Scrive Luigi Nono in una lettera a Massimo Mila: 'ieri pomeriggio è venuta R. Rossanda ore e ore di colloquio-discussione e di intesa...' Era il 24 Ottobre 1966. Ora il dramma di 4 milioni di disoccupati, che ti stanno tutti a cuore, dovrebbe impegnarci ancora di più, perché gli affamati non si nutrono, come le lucertole, soprattutto con la luce del sole. La pura fabulazione non ha bisogno di riscontro nei fatti e fa lievitare la bolla di vuoto che ci sovrasta. Grazie. Ilia Pedrina

renzi di sinistra....(rossana rossanda)

Renzi di sinistra? ma "mi facci un piacere, mi facci...." Io solo speravo, che, vinta la segreteria da parte di Renzi, il pd si spaccasse finalmente, per dar vita ad una nuova formazione a sinistra, almeno timidamente di sinistra.... Ed invece assistiamo ad un partito che avvallato l'omicidio di Letta (che Dio ce ne scampi e liberi, ma sempre omicidio è stato), accetta di fare un governo, stavolta organico, con la destra e (sotto sotto) con il cavaliere, dal nostro riportato in auge! Credo proprio a questo punto che dovrò (dovremo) morire democristiani, con la grossa , enorme differenza che allora a sinistra,c'era il il più forte partito comunista dell'occidente, e ora c'è praticamente quasi il nulla... Non ci resta che piangere...

Renzismo

Io non sono mai stato comunista, non sono nostalgico di nulla però, in questo paese di destra, mai come ora ci sarebbe bisogno di sinistra. Perché è vero che ha fallito il comunismo e tutti lo sanno e lo ripetono ma anche fallito il capitalismo e nessuno se ne vuole accorgere. Purtroppo ci sono i conformismi culturali per cui, quarant'anni fa, era bestemmia lodare il giusto profitto di un imprenditore privato, oggi è bestemmia parlare di programmazione perché il Dio mercato regolerebbe tutto. Così non abbiamo più una politica industriale da anni e compriamo telefonini Nokia, che vendeva legname in Finlandia quando noi eravamo all'avanguardia dell'elettronica.

renzi e la sinistra

la parola sinistra in bocca a renzi perde di senso...uno così al massimo cospira con berlusconi contro la Costituzione....

Renzi giro di boa...

Ma scusi, signora Rossanda, lei ha letto l'articolo di Renzi? Che termina con un capoverso che comincia con "la sinistra è oggi chiamata…"Perché passare da una legittima polemica politica a una falsificazione bella e buona?
Dario Maggi

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