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Austerità: cominciamo dagli F35

05/01/2012

Per fronteggiare la crisi, le risorse si trovano tagliando i costi delle Forze armate e rinunciando al dispendioso programma per i caccia F35

Il messaggio di fine anno inviato dal ministro della Difesa Giampaolo Di Paola alle Forze Armate contiene finalmente l'implicita ammissione di una verità di cui i pacifisti e gli analisti più attenti sono consapevoli da tempo: le Forze Armate italiane sono sovradimensionate e bisogna ridurne gli organici. Costano troppo (23 miliardi di euro) e questo anche perché abbiamo troppi soldati e soprattutto troppi ufficiali e sottufficiali. Nonostante questo, la recente manovra del governo Monti le spese militari non le ha nemmeno sfiorate. Si tratta di spese ingenti che ci mettono sempre tra i primi 10 paesi al mondo per spesa militare. Spendiamo pro-capite più della Germania. Ce lo possiamo permettere?

In tutto, 180mila persone che fanno lievitare i costi delle Forze Armate a livelli incompatibili con la crisi economica che stiamo vivendo. Un dinosauro burocratico dove, in proporzione, abbiamo più generali che nell'esercito degli Stati Uniti, più comandanti (ufficiali e sottufficiali) che comandati (soldati) e che non riesce, con 180mila soldati e graduati, ad assicurare un soddisfacente turn over a 8mila militari che si trovano nelle missioni all'estero. Nelle Forze Armate regnano sprechi ed inefficienza, l'operatività è un concetto vago e la parola "casta" può benissimo essere utilizzata per i privilegi corporativi delle sue gerarchie. Per non parlare delle commistioni opache con quel via vai di commesse di armi con al centro Finmeccanica, in questo aiutata da ex generali e capi di stato maggiore assunti all'uopo.

Proprio nel messaggio di Di Paola si dice che la ristrutturazione che aspetta le Forze Armate nel 2012 deve essere all'insegna "della operatività e dell'efficienza", che tradotto in parole povere significa uno strumento militare pronto all'azione nei teatri di guerra, ben armato, integrato appieno nella Nato, pronto a mettersi al servizio di quell'umanitarismo-militare che ci ha visto ben attivi in Kosovo, Iraq e Afghanistan. Non a caso, nonostante la crisi, Di Paola non ha alcun ripensamento sul dispendioso programma dei cacciabombardieri F35 (15 miliardi di euro) e sugli altri sistemi d'arma, né tanto meno su una missione di guerra come quella in Afghanistan, che ci costa centinaia di milioni di euro l'anno. Il rischio è che si voglia ridurre il personale per destinare le risorse risparmiate ai sistemi d'arma. È più che probabile. Invece bisognerebbe ridurre anche le spese per le armi, a partire dai caccia F35: si tratta di un importo che vale la metà dell'ultima manovra di Monti. Perché il rigore deve sempre valere per i pensionati, i lavoratori, i giovani e mai per le armi ed i militari? Perché si può sempre ridurre la spesa per la scuola, la sanità, il welfare e mai quella militare? Si potrebbe benissimo dimezzare del 50%, senza venire meno ai nostri obblighi internazionali. In tutto 13 miliardi: ecco dove trovare i soldi per fronteggiare la crisi.
Che le nostre Forze Armate abbiano poi un ruolo "di pace" nel mondo è discutibile. Almeno per l'Afghanistan, dove è in corso una guerra da dieci anni e i nostri soldati vi sono pienamente coinvolti. Ma se – come dice Di Paola – obiettivo del nostro impegno nelle missioni all'estero è di portare pace, democrazia e sicurezza alle popolazioni civili, sarebbe stato opportuno dedicare un «commosso pensiero» non solo ai nostri militari morti nella missione in Afghanistan, ma anche alle tante vittime civili afgane causate dal nostro intervento e dai nostri alleati. Si tratta di molte persone e non di "effetti collaterali", la cui vita vale quella come quella dei nostri militari caduti. E, anche per il nostro ministro della Difesa, sarebbe un atto di rispetto ricordarsene in questi giorni festivi di afflato umanitario.

articolo apparso su il manifesto del 4 gennaio 2012

Ridurre le spese militari! Ecco come e dove tagliare: dagli F35 al personale, dalle missioni militari agli altri sistemi d'arma

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Commenti

Risposta ai fautori del programma F35

Sono solito rispettare le opinioni altrui, anche se diverse dalle mie, ma non sopporto chi usando “pseudonimi” come bellavista (e non mettendoci la faccia) liquida quelle degli altri definendole “retorica populista”. E poi come unico argomento usa un luogo comune (“l’Italia è una gigantesca portaerei naturale”) e fa della “retorica militarista” (“se si ha un esercito deve anche essere efficiente e ben armato”).
Gli consiglio sul programma F35 di documentarsi e di leggere quanto pubblicato dal Congresso Usa e, persino, dal Pentagono che non è né un ordine francescano né fa parte della Rete Italiana Disarmo.

“Stellette”, invece, ci spiega senza saper “far di conto” che uscire dal programma F35 non ci farebbe risparmiare “un piffero”. Anzi ci farebbe pagare salate penali. Su quest’ultimo punto si è dimostrato – attraverso i contratti finora firmati – che non è vero. Mentre la tesi che non si risparmierebbe nulla si basa sull’ignoranza contabile o la malafede: i miliardi di euro che dobbiamo tirar fuori dalle nostre tasche non sono un’opinione. Infine, sulle ricadute occupazionali sono tanti i sottosegretari, ministri e ammiragli che hanno sparato “cazzate” (2.000 occupati subito e 10.000 a regime) e sono stati smentiti platealmente.

Anche Giuseppe Trevisani parla di “2.000 occupati senza contare l’indotto”, senza neppure tener conto dei dati dell’ex-sottosegretario Crosetto che nel 2010, all’avvio dei lavori a Cameri, ha parlato di un totale di 1.600 persone, di cui solo una parte sarebbero nuovi posti di lavoro viste le integrazioni con Caselle (Torino). Nonostante il programma F35, quindi, con il nuovo sito a Cameri per l’assemblaggio di 143 aerei (quelli acquisiti da Italia e Olanda), il saldo occupazionale nell’industria aeronautica in Italia nel 2012 sarà negativo (meno 1.289 sul 2009) e, se non ci sarà un riequilibrio in campo civile, continuerà ad esserlo anche in futuro.

Sul piano industriale l’Italia è partner di 2°livello e parteciperà alla costruzione dell’ala sinistra (due semiali con i due tronconi di fusoliera) e di altri componenti per 790 aerei (fonti aziendali). Le attese annunciate dai precedenti Governi erano di 1.200 aerei. Le ricadute tecnologiche e di lavoro sono, pertanto, modeste, soprattutto, in proporzione all’ingente spesa per l’acquisto di 131 cacciabombardieri.
E’, quindi, da stolti continuare a richiamarsi alle ricadute tecnologiche e occupazionali per giustificare questo programma, tanto che la parte “intelligente” di quanti sostengono l’acquisto degli F35 lo motiva solo per ragioni strategico-militari e ritiene che gli altri argomenti siano un boomerang e una collezione di brutte figure.
D’altronde sanno benissimo che investendo, ad esempio, nella “banda larga” o nelle “reti elettriche intelligenti” i soldi necessari per l’acquisto di un solo cacciabombardiere si creerebbero più posti di lavoro di quelli previsti a Cameri dovendone acquistare 131.

Infine, vorrei ricordare sempre a Giuseppe Trevisani, che se alla fine degli anni ’70 e inizio anni ’80 quelli come lui (oltre ovviamente Governi e Finmeccanica) avessero dato retta ai “pacifisti velleitari”, come Alberto Tridente e Mario Sepi, che sostenevano nel sindacato la conversione civile dell’industria aeronautica italiana, Alenia Aeronautica sarebbe oggi tra i prime contractors di Airbus e non solo un sub-fornitore (e poco più grazie al mitico Atr) di aziende aeronautiche americane o di altri paesi europei. Oltre che sul piano tecnologico ne avremmo avuto un notevole beneficio anche sul piano occupazionale.

f 35

Interessante l'intervento dell'esponente del PD di Moncalieri ex dipendente dell'Alenia: chissà perchè questo partito continua a perdere le elezioni....

OT: Trattamento economico dei parlamentari

TRATTAMENTO ECONOMICO DEI PARLAMENTARI – ANNO 2012

...............................................Deputati………….Senatori

1. Indennità parl.....................5.246,97 [1]..........5.613,13 [2]

2. Diaria.................................3.503,11...............3.503,11

3. Rimborso spese................3.690,00...............4.180,00 (2.500 al Gr. parl.)
…Spese postali.............nessun rimborso....nessun rimborso
…Spese telef. (all'anno).......3.098,74....................[3]

4. Spese di trasporto (autostr., treno, nave, aereo):
……………………………......gratis.......................gratis
+ rimb. trim. da casa a aeroporto:
...inferiore a 100 Km.............3.323,70...............1.650,00 [3]
...superiore a 100 Km ..........3.995,10 [4]

5. Assegno fine mandato
…versa mensilmente .............784,14..................804,40
…al termine riceve l'80% importo mensile lordo
…indennità per ogni anno di anzianità
.................................................80%.....................80%

6. Assegno vitalizio
…versa mensilmente una quota pari all’8,6%
............................................1.006,51..............1.032,51 (+ 258,13 per rev.)
…e dopo almeno 5 anni di mandato riceve a
…partire dal 65° anno di età (riducibile fino al
…60° in relazione all'anzianità di parlamentare)
…dal 20 al 60% dell’indennità 20-60%.............20-60%

Totale (1+2+3+4) ............13.918,10.............14.946,24

Fonte: Parlamento.it
http://www.camera.it/383?deputatotesto=4&conoscerelacamera=4
http://www.senato.it/composizione/21593/132051/genpagina.htm

Note:
[1] Al netto della ritenuta fiscale di 3.719,00, della quota contributiva di 1.006,51 per l’assegno vitalizio, e delle ritenute previdenziali di 784,14 e assistenziali di 526,66; ma al lordo delle imposte addizionali locali.
[2] Al netto della ritenuta fiscale di 4.015,65, della quota contributiva di 1.032,51 per l’assegno vitalizio, e delle ritenute previdenziali di 804,40 e assistenziali di 540,26; ma al lordo delle imposte addizionali locali.
[3] Rimborso forfettario delle spese generali. “A decorrere dal 1° gennaio 2011 i Senatori ricevono un rimborso forfettario mensile di euro 1.650, che sostituisce e assorbe i preesistenti rimborsi per le spese accessorie di viaggio e per le spese telefoniche. L'importo è stato determinato dal Collegio dei Senatori Questori, nell'ambito del riordino delle competenze economiche dei Senatori, mantenendo invariato l'onere complessivo che gravava sul bilancio del Senato per i due rimborsi soppressi”. E’ interessante rimarcare che l’importo di 1.650 al mese relativo ai senatori sostituisce, dall’1-1-2011, un “rimborso spese telefoniche” di 4.150 l’anno ed un “rimb. trim. da casa a aeroporto” di 15.379,37 se inferiore a 100 Km o di 18.486,31 se superiore a 100 Km.
[4] Il totale relativo ai deputati include un valore di tale voce risultante dalla media aritmetica tra il valore inferiore a 100 Km e quello superiore a 100 Km.
[5] Commissione per il livellamento retributivo Italia-Europa: Rapporto sulle attività svolte fino al 31 dicembre 2011
http://www.funzionepubblica.it/il-dipartimento/funzione-pubblica/notizie/2012/gennaio/02012012---comliv---rapporto-attivita-al-31-dicembre-2011.aspx

http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2714102.html

Classifica delle Spese militari - 2009

Ecco la classifica delle spese militari relative al 2009 (fonte SIPRI – Wikipedia, valori espressi in milioni $).
Allego la lista dei primi 30 Paesi, in cui l'Italia occupa il nono posto.
Ho provveduto a sommare gli importi solo dei Paesi europei compresi tra i primi trenta ed ho ricavato un ammontare complessivo di 296.771 milioni di $, pari a 3 volte quello della Cina ed al 44,7% delle spese militari USA.
Il che vuol dire che l'Europa, pur spendendo la metà degli USA, ha un peso militare proporzionalmente molto inferiore.
Se ne ricava quindi facilmente che sarebbe opportuno dare realizzazione al più presto al da tempo progettato ma non ancora attuato esercito europeo, che consentirebbe la scelta tra due opzioni: a) accrescere sensibilmente l'efficacia-efficienza-qualità delle spese militari, lasciandone invariato l'ammontare complessivo, oppure b) ridurre l'ammontare delle spese militari lasciando invariato l'attuale peso militare europeo.
La grave crisi economica in corso, prodromo di un declino che è effetto del riequilibrio della produzione, della ricchezza e del benessere a livello planetario, rende questa scelta insieme inevitabile ed urgente.

Military spending
Rank Country Military expenditure, 2009[2] % of GDP, 2008

1 United States ……………………. 663,255...4.3%
2 People's Republic of China ……....98,800...2.0%
3 United Kingdom …………………. .69,271…2.5%
4 France ……………………………. .67,316…2.3%
5 Russian Federation ……………….61,000…3.5%
6 Germany …………………………. .48,022…1.3%
7 Japan ……………………………... 46,859…0.9%
8 Saudi Arabia ……………………... 39,257...8.2%
9 Italy ………………………………. ..37,427...1.7%
10 India …………………………….. .36,600...2.6%
11 South Korea ……………………...27,130...2.8%
12 Brazil ………………………….... ..27,124...1.5%
13 Canada ………………………...... 20,564...1.3%
14 Australia ……………………….....20,109...1.8%
15 Spain ………………………….... .19,409...1.2%
16 Turkey ………………………..… .19,009...2.2%
17 Israel ………………………..….. .14,309...7.0%
18 Greece ……………………….…. 13,917...3.6%
19 United Arab Emirates ………..…13,052...5.9% a
20 Netherlands …………………..…12,642...1.4%
21 Poland ………………………..… 10,860...2.0%
22 Colombia ……………………..... 10,055...3.7%
23 Republic of China (Taiwan) …….9,866...2.1%
24 Iran ……………………………......9,174...2.7%
25 Singapore …………………….….7,966...4.1%
26 Sweden …………………….…….6,135...1.3%
27 Norway ………………….………..6,098...1.3%
28 Chile ………………….…………..5,683...3.5%
29 Algeria ………………….………...5,677...3.0%
30 Belgium ……………….………….5,674...1.2%
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_countries_by_military_expendit...

http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2564326.html

F35

Uscire dal programma F35 non ci farà risparmiare un piffero, piuttosto per l'Italia sarà un costo enorme. Al di là delle penality previste da contratto, bisogna tener conto delle ripercussioni occupazionali e tecnologiche. Portare avanti un programma del genere vuol dire investire in tecnologia con le conseguenti positive ricadute in campo civile-industriale e occupazionale. I maggiori Paesi del mondo sono coinvolti in questo programma e noi siamo al 2-3 posto dopo gli Usa e dopo/insieme all'UK. Si, pensare di uscirne è da stolti....

sugli F35

io sono convinto non solo dell'opportunità ma della stessa necessità di ridurre le spese militari non solo per recuperare risorse da destinare in modo equo ai componenti più deboli della collettività ma soprattutto per contrastare una deriva antidemocratica e anticostituzionale favorita da quello che un presidente degli USA aveva definito il complesso militare-industriale. Con la riduzione delle spese militari si dovrebbe introdurre non solo efficienza ma soprattutto un modello di intervento nei conflitti non basato su armi più o meno sofisticate ma interposizione nonviolenta per cui i grandi investimenti in aerei da combattimento o carriarmati o porataerei non servono.
Bene ha fatto Fabio Mini sulla Repubblica di ieri 4 gennaio a ricordarci che l'ammiraglio Giampaolo DiPaola , attuale titolare del Ministero della Difesa del Governo Monti. è " stato promotore e realizzatore di tutte le scelte politiche riguardanti la struttura delle forze armate e le spese per gli armamenti degli ultimi ventanni" ..... " e che ci impegneranno per i prossimi 25 anni..." . Fabio Mini, che non è certo un militante dei movimenti nonviolenti ci ricorda anche che "nessuna delle operazioni militari iniziate vent'anni fa.....ha mai richiesto una sola delle portaaerei, uno solo dei cacciabombardieri, uno solo dei carriarmati e semoventi" che nel frattempo succhiavano risorse".

f-35 commento

bisogna capirsi sulle parole, l'alta occupazione era una volta la fiat, è ora il comune di roma, a novara saranno al massimo settecento e quasi tutti lavoratori attualmente in mobilità. i grandi movimenti nel mediterraneo riguardano barconi di disperati che affondono, e pescherecci che si allontanano dalle proprie coste per pigliare qualche pesce in più.E tutto il settore militare da mettere in discussione ,un esercito fatto di ufficiali e sottoufficiali, un patrimonio di caserme smisurato per i l personale che ci vive dentro, ma nell'immediato con questo assurdo aereo già vecchio prima che entri in funzione, un pò come i nostri pc o telefonini, (ma vedrete adesso che anche gli americani faranno un passo indietro anche da noi qualcuno in più cambierà opinione).Basta vedere negli ultimi venti anni i settori della difesa dei maggiori paesi occidentali quanto hanno speso, per tutelare la nostra"incolumità" con quali risultati, e via con l'infausto elenco Afghanista, Iraq, Jugoslavia,Somalia, Libia, Libano,Palestina, tutti i fronti di guerra aperti in Africa per i nostri diamanti, petroli e altre materie prime.... e poi Iran, Siria......
Peppe

pacifisti o stolti?

Ancora una volta chi chiede di ridurre spese per armi e soldati viene tacciato di mancanza di senso della realtà, soprattutto infastidisce sentirsi rinfacciare eventuali tagli di posti di lavoro. Chiedo: con 13 miliardi (minimo) di euro, sarebbe così impossibile avviare piani di riconversione, se non addirittura di creazione di altre attività industriali (es.energie alternative..)?
Dove sta scritto che tutte le migliori energie di innovazione tecnologica debbano necessariamente passare dal settore bellico? Perchè deve sempre tenere banco questa trita idea del pacifista stupido? Forse l'idea di togliere ossigeno al comparto militare spaventa chi (apparentemente) plaude a tecnologia ed innovazione, ma in realltà rimane saldamente ancorato alla vecchissima idea che solo avendo "muscoli" si acquista credibilità e prestigio. Non va giù, a queste persone, che la storia ed il progresso possano scriversi in modo diverso da quello già in voga all'età della pietra.

F135 Perchè uscire dal programma: Per pacifismo o stoltismo?

Se Il velivolo militare F135 , non soddisfa il requisito preteso dall' Aeronautica Militare Italiana, lo dica ,e, si dica quali alternative sono in campo per ammodernare e adeguare l'efficacia della difesa aerea. Se invece il caccia in questione assolve al ruolo per cui lo si vuole comprare, lo si confermi e si chiuda questa fase, polemica, deleteria e ingiustificata.
Detto questo vengo al problema che mi sembra il nocciolo duro da metabolizzare. Il programma F135 genererà 2000 posti di lavoro , o giudi lì, senza contare l'indotto, rinunciarvi accampando motivi di "pacifismo vellietario" come quelli che si sentono in giro e, principalmente, portati avanti dai soliti piagnoni che denunciano disoccupazione dilagante (non dilagante ma vera) è un controsenso, ma si sa, il "manicheo" è sempre dietro l'angolo.
Il settore aeronautico ,del nostro paese vanta primati di non poco conto che vanno dal glorioso G91 all' attuale TIFON, Attualmente, langue per mancanza di commesse, perdere l'opportunità del programma F135, o di uno alternativo, significa condannarlo ad un declino senza uscita e considerando che, si tratta di un settore ad alto tasso occupazionale, si andrebbe dalla disastrosa perdita di esperienze alla cancellazione di una branca tecnologica d'eccellenza con relativa perdita di posti di lavoro, come quello della cantieristica navale che oggi tocchiamo con mano.
Cordeiali saluti.
Trevisani Giuseppe: Attivista P. D. cir. Moncalieri; ex dipendente Alenia Aeronautica

il problema non sono gli F 35

Si può fare della retorica populista ma se si ha un esercito ( e l'Italia è una gigantesca portaerei naturale in mezzo a un Meidterraneo sempre più agitato, e lo deve avere) deve anche essere efficente e ben armato. Si potrebbe però chiedere che gli F35 vengano pagati con le riduzione degli sprechi delle Forze armate, in base a un piano condiviso.
Perchè i costi esagerati non sono quelli che fanno gridare i populisti, (la casta politica, i generali): è mantenere l'organizzazione burocratica di uno stato sovrano centralizzato quando abbiamo decentrato l'operatività alle regioni e le grandi decisioni all'Europa. E' lo stato che costa troppo, fonte di sprechi, ritardi e corruzione: temo che i sindacati dei pubblici dipendenti non siano d'accordo, però.

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