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Anarcopopulismo, la nuova ideologia del 99%

11/04/2014

Attenti popolo/L'insofferenza diffusa contro le oligarchie politiche ed economiche ha scatenato una profonda trasformazione dei movimenti di protesta, con una convergenza tra la cultura neoanarchica e le tematiche più tipicamente populiste. Dagli indignados a Occupy Wall Street, una radiografia dei nuovi movimenti

La crisi finanziaria del 2008 e il crescente disagio sociale nei paesi dell'occidente non hanno solo favorito la crescita di movimenti populisti della destra xenofoba. L'insofferenza diffusa contro le oligarchie politiche ed economiche ha anche scatenato una profonda trasformazione dei movimenti di protesta, con una convergenza tra la cultura neoanarchica che ha dominato i movimenti dal '68 a questa parte e tipiche tematiche populiste, anti-casta e anti-banche alimentate dal dissesto economico e dalla forte sfiducia popolare nei confronti delle istituzioni liberaldemocratiche.

A dispetto del loro dichiararsi non ideologici, apartitici, né di destra né di sinistra, i movimenti delle piazze – gli indignados in Spagna e Grecia, Occupy Wall Street negli Stati Uniti, e le proteste in Turchia e Brasile – condividono un'ideologia comune: l'anarcopopulismo. L'anarcopopulismo combina temi anarchici, come il rifiuto degli apparati burocratici, e la richiesta di autogestione con orientamenti populisti, come la fiducia nella volontà della maggioranza e il sospetto verso le élite. Come segnalato nel proclama di Occupy «siamo il 99%», il discorso dei movimenti di protesta di oggi rompe in modo netto con il minoritarismo dominante nella lunga ondata post-68 e con il movimento no-global. Il nuovo "prototipo" di movimento non è più l'indigeno zapatista, il migrante, lo squatter o il ribelle urbano, ma il "cittadino" e la "persona comune", soggetti tipici della tradizione del populismo democratico, dai Cartisti inglesi al People's Party americano.

Per riconoscere le tracce di questa nuova ideologia dei movimenti di protesta basta sintonizzarsi sulle loro fanpage Facebook e i canali Twitter, così come sulle "meme" che circolano su queste piattaforme. Un esempio per tutti è la citazione, tratta dal film culto V per Vendetta , «il popolo non dovrebbe avere paura del governo. È il governo che dovrebbe avere paura del popolo». L'anarcopopulismo rispecchia inoltre il mutamento del discorso pubblico in una fase di interregno e crisi strutturale del neoliberalismo. Il movimento antiglobalizzazione era in qualche modo costretto al minoritarismo perché operava in una fase di apogeo della dottrina neoliberale. Oggi, di fronte all'evidenza del disastro sociale da questa prodotto, parole d'ordine contro banche e istituzioni hanno acquistato un forte richiamo maggioritario, come si evince dalla partecipazione nei movimenti di piazza, a fianco dei giovani precari metropolitani, di membri della cosiddetta "maggioranza silenziosa": negozianti, piccoli imprenditori, impiegati, con bassi livelli di politicizzazione e spesso con valori moderati o conservatori.

L'anarcopopulismo è il collante ideologico di questa convergenza tra precari e classe media in decadenza. Esso combina l'antiautoritarismo della cultura anarchica con l'odio verso le élite, i banchieri e i politici corrotti caratteristico del populismo; la fede nella capacità degli individui di autoorganizzarsi al di fuori dell'autorità di Bakunin e Kropotkin con la fiducia nella moralità dell'uomo comune di Herzen e Tolstoj; l'utopia neoanarchica della democrazia partecipativa con il sogno populista di una democrazia diretta, senza mediazioni. Si pensi alle "assemblee generali" – spesso partecipate da migliaia di persone – celebrate a Puerta del Sol o a Zuccotti Park: esse si rappresentano come una sorta di contro-parlamento, un luogo decisionale che rivendica sovranità popolare e si propone come voce della volontà collettiva, in opposizione al parlamento ufficiale dipinto come traditore del mandato popolare ed espressione degli interessi della "casta".

Specchio del tempo presente, l'anarcopopulismo ne riflette opportunità e contraddizioni. È un'ideologia con una forte carica di contestazione che ha grandi meriti nel tentativo di superare il minoritarismo e le tendenze auto-ghettizzanti diventate una zavorra per tanti movimenti di protesta, ma non offre solidi appigli per sviluppare un'alternativa sistemica al sistema neoliberale. Animata da uno spontaneismo e uno spirito antiorganizzativo di matrice neoanarchica, la cultura anarcopopulista non risponde in modo adeguato alla questione urgente di come organizzare il dissenso in una fase di grande frammentazione e dispersione, e di come dare solidità, persistenza e coerenza strategica alle battaglie per la democrazia e la giustizia sociale che i movimenti delle piazze hanno cominciato a combattere, e che sono ancora ben lontane dall'essere vinte.

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Commenti

Populismo non e' di destra ne' di sinistra

Ma l'avete letto l'articolo o commentate prima di leggere? L'articolo non dice che l'anarcopopulismo e' negativo, lo propone come categoria interpretativa dell'ideologia di movimento, non e' un termine peggiorativo. In generale il populismo e' un fenomeno transversale di destra e di sinistra. Populismo significa semplicemente politica antielitaria e politica del popolo. Magari date una rilettura e vedrete come il pezzo non e' cosi prevenuto come pensate.

Dispensatori di etichette

La società civile, con tutti i gravi disagi e drammi sociali che sta vivendo, non ha certo bisogno di persone che dedicano tempo a scrivere inutili articoli, elaborando nuove classificazioni sui fenomeni sociali, le tendenze per etichettare in senso negativo e mistificatorio i movimenti civili: è un bell'esempio di "disinformazione anarcopopulista" dall'effetto "autoghettizzante" e favorevole al "consolidamento neoliberista".

Brava Camilla!

Brava Camilla, ottimo commento! Ci aggiungerei che la dichiarazione del presidente napolitano (mi rifiuto di scrivere con la maiuscola) in una trasmissione televisiva di domenica sera secondo la quale gli "euroscettici" possono sbraitare quanto vogliono ma tanto non cambierà nulla la trovo semplicemente agghiacciante!

la solfa del populismo

Molto mistificatorio e strumentale questo modo di rovesciare disprezzo mainstream sul rifiuto legittimo dei cittadini europei di proseguire lungo una strada di integrazione sovranazionale come se essa fosse un valore di per sé, anziché qualcosa che va valutata nel suo contesto per le condizioni, gli scopi e i reali rapporti di forza in cui oggi viene attuata e che puntano unicamente al garantire profitti ai grandi investitori a scapito della dignità di vita di tutti gli altri.
Molto mistificatorio perché di fatto i partiti di cosiddetta sinistra sono stati alfieri e promotori di questi processi creatori di disuguaglianza e povertà violente (si pensi alla Grecia), le iniziative di stampo più democratico svuotate o disattese (il referendum per l'acqua pubblica, quello scippato sull'art.18, quello VIETATO da UE e FMI in Grecia sulle misure di austerità, ecc.).
Perché i popoli non devono esprimersi. Solo accettare la guida sovrana. Cosa c'è di più populista di questo? Cosa? Ma il populismo, per voi, viene solo dal basso.
Insomma, indipendentemente dal consenso che queste misure hanno nei cittadini, per quanto disinformati siano, esse devono imporsi ugualmente. La denigrazione che mostra verso la non accettazione di questo percorso non solo questo articolo, ma sempre più interventi ad opera di inediti collaboratori di quel che un tempo era un sito di analisi e pare sempre più diventare sito di propaganda, è un segno eloquente di questo fatto.
Nessuno, o forse una sparuta minoranza è antieuropa in sé e per sé. Se l'UE facesse una diversa politica sociale la reazione sarebbe diversa. Il vostro far risuonare la parola "populisti" a ogni fiato che cerchi una strada diversa, è valutazione inadeguata quanto scorretta. E lo sapete.
Ma non è certo dal gruppo PSE che verrà una scelta di diversa Europa. Nevvero?
Da quel gruppo lì possono venire solo queste facili scorciatoie che accomunano a un'idea stigmatizzata in partenza (populismo) la difesa della dignità di vita contenuta nelle nostre "costituzioni socialiste". Come le chiama Morgan Stanley. Che infatti desidera sbarazzarsene. Nevvero?
Vedete per favore di cambiare leit motiv, perché a questa solfa del populismo ubiquo attaccata a davanti ad ogni dissenso non ci si crede più.
E vediamo quando dura questo commento, dato che ciò che non suona le vostre campane dal sito scompare sempre, prima o poi.

Come se la sinistra

Come se la sinistra fosse riuscita a fare di meglio! Il movimentismo non porta a niente, lo sappiamo, ma almeno danno l'esempio ad una sinistra asfittica, autoreferenziale, parolaia, noiosa, in-credibile, pronta a calarsi le braghe per uno strapuntino...

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