La decisione della Francia di rimandare di due anni il pareggio di bilancio non fa che sancire uno stato di crisi del sistema. È tempo di dare all'Europa nuove regole ma a scriverle non possono essere i funzionari che a Bruxelles applicano un codice della strada obsoleto. Un appello sottoscritto da decine di economisti
La decisione dell’attuale Presidente francese Francois Hollande di ignorare i vincoli di bilancio europei annunciando di voler rimandare il ritorno del rapporto deficit/PIL sotto il 3% di due anni potrebbe mettere la parola fine al sistema dell’austerità europea fondato sul Fiscal Compact.
La decisione della Francia non fa che sancire uno stato di crisi del sistema (e una violazione diffusa delle regole) che perdura da tempo. I paesi sopra il tre percento nella UE sono molti (oltre alla Francia, Spagna, Grecia, Portogallo, Croazia, Slovenia e persino la virtuosa Polonia) e la Germania da tempo viola il limite superiore del surplus di bilancia commerciale.
Alcuni dei paesi in deficit, nonostante si siano sottomessi alla ricetta rigorista (anzi proprio a causa di essa) si trovano oggi con i conti pericolosamente fuori controllo e con un rapporto debito/PIL in forte crescita tendenziale. È questa la situazione di Grecia, Spagna, Portogallo ma anche dell’Italia. E la colpa non è soltanto quella dell’errore nelle ricette nazionali ed europee applicate, ma anche del fallimento da parte della BCE (nonostante i suoi meriti nel salvataggio dell’euro nella tempesta speculativa) dell’obiettivo di evitare la deflazione e garantire un’inflazione attorno al 2%. In generale è tutta la politica post-crisi finanziaria globale dell’UE che è fallita producendo un buco nella domanda aggregata (consumi più investimenti) l’arresto della crescita, la deflazione, l’approfondirsi degli squilibri tra Nord e Sud e, paradossalmente, un peggioramento della situazione del debito che rappresentava l’ossessione e la ragione della severità della terapia del rigore.
Il problema di questa fase di declino è che mentre la situazione macroeconomica è profondamente cambiata l’UE continua ad essere nella mano di solerti funzionari-vigili che applicano un codice della strada obsoleto. Non si tratta dunque di dare pagelle a chi rispetta più o meno le regole di questo codice. Bisogna scrivere nuove regole e non possono certo farlo i vigili.
Ci aspettiamo pertanto che il governo italiano capisca la gravità del momento e non si accontenti di negoziare deroghe ma proponga con forza un momento di verità chiedendo la convocazione di una conferenza per una nuova “macroeconomia civile” nell‘Unione Europea.
I temi fondamentali di discussione su cui costruire un nuovo accordo dovrebbero essere i seguenti:
Un libro dei sogni? No. Piuttosto l’unica direzione di marcia possibile nell’interesse di tutti per realizzare crescita e sostenibilità e arrestare la rotta di collisione che porterebbe inevitabilmente all’aggravarsi degli attuali squilibri ed alla fine cruenta dell’euro. Meglio che i leader europei facciano un’operazione di verità convocando una fase costituente con l’obiettivo di realizzare un sistema nuovo fondato su questi sette punti. La mancanza di un accordo porterebbe quasi inevitabilmente alla fine dell’euro e al ritorno alle valute nazionali.
L’appello si può sottoscrivere (indicando nome, cognome e università o ente di ricerca di appartenenza) su:
Comitato promotore
Leonardo Becchetti (Università di Roma Tor Vergata), Roberto Cellini (Università di Catania), Paolo Pini (Università di Ferrara), Alberto Zazzaro (Università Politecnica delle Marche)
Primi firmatari
Alessandrini Piero (Università Politecnica delle Marche), Ardeni Pier Giorgio (Università di Bologna), Bagella Michele (Università Roma Tor Vergata), Baglioni Angelo Stefano (Università Cattolica del Sacro Cuore), Baravelli Maurizio (Università Roma La Sapienza), Belussi Fiorenza (Università di Padova), Boitani Andrea (Università Cattolica del Sacro Cuore), Bollino Andrea (Università di Perugia), Brondoni Silvio (Università Milano Bicocca), Camagni Roberto (Politecnico di Milano), Capasso Salvatore (Università Napoli Parthenope), Cappellin Riccardo (Università Roma Tor Vergata), Carillo Maria Rosaria (Università Napoli Parthenope), Ciciotti Enrico (Università Cattolica del Sacro Cuore, Piacenza), Corniani Margherita (Università Milano Bicocca), Corsi Marcella (Università Roma La Sapienza), Costabile Lilia (Università di Napoli Federico II), Cozzi Terenzio (Università di Torino), D'Adda Carlo (Università di Bologna), Danielis Romeo (Università di Trieste), De Arcangelis Giuseppe (Università Roma La Sapienza), Del Monte Alfredo (Università di Napoli Federico II), Destefanis Sergio (Università di Salerno), Dosi Giovanni (Scuola Superiore S. Anna Pisa), Ferri Giovanni (Università Roma LUMSA), Fratianni Michele (Università Politecnica delle Marche), Frey Marco (Scuola Superiore S. Anna Pisa), Gallegati Mauro (Università Politecnica delle Marche), Giannola Adriano (Università di Napoli Federico II), Giunta Anna (Università Roma Tre), Gnesutta Claudio (Università Roma La Sapienza), Granaglia Elena (Università Roma Tre), Leon Paolo (Università di Roma Tre e CLES, Roma), Lucarelli Stefano (Università di Bergamo), Marelli Enrico (Università di Brescia), Mutinelli Marco (Università di Brescia), Paci Raffaele (Università di Cagliari), Papi Luca (Università Politecnica delle Marche), Pareglio Stefano (Università Cattolica Sacro Cuore), Perrotta Cosimo (Università di Lecce), Piga Gustavo (Università Roma Tor Vergata), Porta Pierluigi (Università Milano Bicocca), Rizzi Paolo (Università Cattolica del Sacro Cuore), Romano Roberto (CGIL Regionale Lombardia e Università di Pavia), Roncaglia Alessandro (Università Roma La Sapienza), Rullani Enzo (Venice International University), Saltari Enrico (Università Roma La Sapienza), Salvadori Neri (Università di Pisa), Salvati Michele (Università Statale di Milano), Santarelli Enrico (Università di Bologna), Saraceno Francesco (OFCE, Observatoire français des conjonctures économiques - Sciences Po, Parigi), Scalera Domenico (Università Sannio Benevento), Simonazzi Annamaria (Università Roma La Sapienza), Stirati Antonella (Università Roma Tre), Terzi Andrea (Franklin University, Switzerland e Università Cattolica del Sacro Cuore), Travaglini Giuseppe (Università di Urbino), Valente Marco (Università dell’Aquila), Valletti Tommaso (Università Roma Tor Vergata), Vitale Marco (Fondo Italiano d’Investimento e Università Cattaneo LIUC)
La riproduzione di questo articolo è autorizzata a condizione che sia citata la fonte: old.sbilanciamoci.info.
Vuoi contribuire a sbilanciamoci.info? Clicca qui