SvendItalia/Il centro e la periferia d'Europa nel "Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli Italiani" di Giacomo Leopardi
Benché gl'italiani sieno incirca a livello delle altre nazioni nella conoscenza generale della realtà delle cose relativamente ai fondamenti dei principii morali (...), tuttavia è ben certo che l'Italia in fatto di scienza filosofica e di cognizione matura e profonda dell'uomo e del mondo è incomparabilmente inferiore alla Francia, all'Inghilterra, alla Germania (...). Come l'opinion pubblica, così la vita non ha in Italia non solo sostanza e verità alcuna, che questa non l'ha neppure altrove, ma né anche apparenza, per cui ella possa essere considerata come importante. Lascio la totale mancanza d'industria, e d'ogni sorta di attività, e quella di carriere politiche e militari, quella d'ogni altro istituto di vita e di professione per cui l'uomo miri a uno scopo (...). Or la vita degl'italiani è appunto tale, senza prospettiva di miglior sorte futura, senza occupazione, senza scopo, e ristretta al solo presente (...). Sia detto di passaggio che io non dubito di attribuire in gran parte la decisa e visibile superiorità presente delle nazioni settentrionali sulle meridionali, sì in politica, sì in letteratura, sì in ogni cosa, alla superiorità della loro immaginazione (...). Sembra che il tempo del settentrione sia venuto. Finora ha sempre brillato e potuto nel mondo il mezzogiorno. Ed esso era veramente fatto per brillare e prepotere in tempi quali furono gli antichi. E il settentrione viceversa è propriamente fatto per tenere il disopra ne' tempi della natura de' moderni.
(Giacomo Leopardi, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'Italiani, 1824, Feltrinelli, 2007).
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