Riflessioni dopo il 15 ottobre. Sentimenti di chi vuole essere radicale negli obiettivi e nelle forme della lotta senza distruzioni che ci paralizzano
Gli argomenti messi in campo da sbilanciamoci.info per il "sì" ai referendum del 12 e 13 giugno. All'interno, il testo dell'appello "per cambiare", le iniziative, i link agli articoli e alle analisi su acqua e nucleare. Con testi di: Bruno, Ferraris, Lucarelli, Modica, Ragozzino, Sinibaldi, Travaglini
Per fermare le manovre del governo che vuole cancellare i referendum. Per cancellare, sul serio, il nucleare, la privatizzazione dell’acqua e il “legittimo impedimento”. Per mettere l’Italia sulla via di uno sviluppo più sostenibile e di una democrazia più partecipata.
Dai gruppi d'acquisto alla collaborazione in rete, dal cohousing alle imprese dell'innovazione sociale, dalla finanza solidale all'open source. E' in libreria "L'economia del noi", un viaggio-inchiesta nell'Italia che condivide. (Laterza, 2011). Pubblichiamo qui l'introduzione
Un despota che ha in mano tutta la ricchezza. Export al 90% da idrocarburi. Le potenze esterne, che acquistano gas e petrolio, e muovono il tiranno. Un copione già scritto, nelle storie delle "hydrocarbon societes"? Chiunque vinca, tornerà una dittatura del petrolio? Forse non è detto, stavolta
Economia, demografia, sviluppo. Qualche riflessione sulle rivoluzioni in corso a partire dalla lettura dei numeri di un annuario
Il programma della seconda edizione del Salone dell'editoria sociale. Una lezione di Saskia Sassen, il libro di Arrighi, il volume "Dopo la crisi". E molto altro
Alcune riflessioni sull'evoluzione del diritto tra democrazia, lavoro e consumo. L'attacco ai diritti conquistati, la sfida di quelli da conquistare
Le vecchie ricette dei top di Cernobbio, l'assenza totale di azioni governative: dalla crisi così non si esce. Il 4 settembre Sbilanciamoci presenta e discute le sue proposte, nell'ottavo forum de “l'impresa di un'economia diversa”
Imprese transnazionali e diritti: una sentenza del Tribunale dei popoli condanna l’Ue, gli stati membri e quelli sudamericani per non aver protetto i propri cittadini