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54. RenzItaly

20/02/2015

 

Il populista istituzionale

di Marco Revelli

Come il capo del governo ormai pienamente post-democratico (e sostanzialmente a-democratico) gestisce il declino italiano e fa passare la cura da cavallo Ue senza Memorandum. Primo “imprenditore politico” che ha scelto di trasformare da problema in risorsa il male che consuma alla radice il nostro sistema democratico

 

Il numero unico e il castello di carte

di Guglielmo Ragozzino

Un anno di renzismo ha lasciato il segno, in negativo: Parlamento esautorato, controriforma del lavoro, nessun cambio di marcia rispetto alle politiche di austerità europee. In assoluta continuità con i precedenti governi Monti e Letta

 

Matteo l’africano

di Valentino Parlato

L'idea di Renzi di intervenire militarmente in Libia soddisfa la sua ambizione di essere proiettato tra i grandi d’Europa, e non più relegato con i “meridionali” spagnoli e greci

 

Monti, Letta e Renzi: tre governi per una depressione unica. Nel segno della Troika

di Leopoldo Nascia

La continuità nelle politiche di austerità è stata più forte dei cambi a palazzo Chigi. Dalla cacciata di Berlusconi tutti gli indicatori economici hanno segnato un arretramento. Nonostante gli ottanta euro in busta paga che fanno vincere le elezioni europee ma non aggiungono nulla alla domanda dell’economia

 

I salotti buoni votano Matteo

di Nicolò Cavalli

La riforma delle banche popolari, il ruolo del finanziere Serra e i sottoscrittori del premier

 

Tutti gli inganni del nuovo che avanza

di Carlo Donolo

Le parole chiave del renzismo sono innovazione e riforme. Ma con il riformismo storico non hanno nulla a che vedere, e spesso si risolvono nel suo contrario

 

L’alternativa al partito unico

di Francesco Ciafaloni

Come si combatte la degenerazione della democrazia, che precede Renzi di 20 anni e si regge sul consenso implicito o esplicito di potenti tenuti insieme da una corazza ideologica condivisa, così forte da poter essere data per scontata e battezzata come fine delle ideologie

 

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