Pdf n.47:
di Agenor
Il semestre italiano si conclude con un fallimento: la commissione Juncker è più politica della precedente. Italia sottorappresentata nella burocrazia di Bruxelles
Il turno italiano di presidenza dell'Unione europea si conclude così com'era cominciato: con un nulla di fatto. Nonostante gli annunci, Matteo Renzi non ha cambiato le politiche Ue ed è finito sotto lo schiaffo della commissione Juncker. Che non ha alcuna intenzione di cambiare rotta
E la paura collettiva, di massa, quella che per Levi rappresenta il contrario della libertà, che «ha permesso la nascita del fascismo, del nazismo e di tutte le altre più o meno individuate tirannie»
L'unica soluzione sarebbe un piano di investimenti vero. Ma i soldi di Juncker sono una finta: disponibili solo pochi miliardi. Così l'Ue rischia di disgregarsi, non rimpianta da nessuno
Sanzioni evitate, ma solo per tre mesi. Le lobbies industriali bloccano i tetti sulle emissioni. E per i migranti stop all'accoglienza con Triton
Rimandata l'approvazione del trattato Ue-Usa. Ma la linea soft del nostro governo non piace alla Commissione. Ora si riprenderà come prima
Un cambiamento della politica tedesca, una coalizione di forze tra i paesi del sud Europa, la vittoria delle sinistre in Grecia e Spagna, misure forti della Bce
Il Presidente del Consiglio dopo la «vittoria» Mogherini ha pensato più ai conti pubblici. Il semestre italiano non passerà alla storia