Ma che razza di gente frequenta Umberto Bossi? Gente che gli chiede di “prendersi le banche”. E lui, naturalmente risponde che “lo faremo”. La nuova politica legata al territorio non è male, ma la vecchia politica legata allo sportello è sempre meglio. Del resto, dopo che le banche sono state in mano a Fiorani (per dire) e Fazio (con rispetto parlando), può essere che possano fare di meglio persino le mucche frisone delle campagne padane. Si potrà obiettare che l’unica volta che la Lega ha incontrato la Finanza e ha cercato di farsi una sua banca, la CreditEuroNord, ha fatto più danni dello tsunami, bruciando almeno 70 miliardi di poveri padani che ci erano cascati con tutte le scarpe (grosse) e il cervello (fino). Fu un disastro, ma non una catastrofe. Li salvò proprio Fiorani, quello che fregava monetine dai conti correnti e che andava a villa Certosa con un cactus in dono, così scomodo da trasportare che alla fine sembrava un puntaspilli, e che in seguito divenne ballerino chez Lele Mora. Ora si alza il tiro: siccome la gente glielo chiede, parte la campagna padana di conquista su Intesa e Unicredit, montagne da scalare sul versante delle Fondazioni. Auguri. L’obiettivo è il credito su base etnica, finanziamenti e mutui ai fedeli del dio Po. E pensare che c’è gente che per essersi incautamente detta al telefono “abbiamo una banca” è stata sbertucciata per anni. Forse perché glielo chiedeva D’Alema, e non la gente. In ogni caso, resta una suggestione vintage: con il 12 per cento su scala nazionale prendersi le banche e ambire a Palazzo Chigi non suona un po’ craxiano? Dopo tante battaglie, ecco finalmente una trama avvincente: Bettino Bossi, bancario padano.
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