La domanda “comprereste un’auto usata da quest’uomo” è vecchia e retorica. Cambiamo.
Comprereste azioni Eni da quest’uomo? E azioni Enel?
Era il 10 ottobre 2008 quando da Napoli Silvio Berlusconi arringava gli italiani con i suoi consigli per gli acquisti: “E’ il momento di comprare Eni ed Enel – diceva quel piccolo grande economista – perché azioni con quei rendimenti dovranno ritornare al loro vero valore”. L’annuncio fece scalpore: è piuttosto raro che un premier consigli di acquistare titoli quotati in Borsa, in paesi dove la gente sa leggere e scrivere potrebbe essere considerato aggiotaggio. Ma siccome nello stesso giorno Silvio Berlusconi rivelò anche che si stava pensando di fermare i mercati finanziari per qualche giorno – provocando un terremoto nelle quotazioni di mezzo mondo – la faccenda passò un po’ sotto traccia (secondo il vecchio trucco per cui per nascondere una cazzata basta dire una cazzata più grossa).
Sono passati quasi sei mesi ed è giunto il momento di fare il punto sugli investimenti consigliatici dal capo del governo.
Il Titolo Eni intorno al 10 ottobre scorso se ne stava mesto mesto attorno ai 14 euro per azione. Quasi sei mesi dopo che l’astutissimo capo del governo ci ha consigliato di comprare, la quotazione – dopo un po’ di su e giù – è di nuovo lì, dalle parti dei 14 euro per azione. Pareggio, insomma. Ma la tendenza dell’analisi sia a breve, che a medio, che a lungo termine indica ribasso e il consiglio degli operatori è “non operare sul titolo se già in portafoglio”.
Peggio mi sento con il titolo Enel, che toccava intorno al 10 ottobre scorso la miseranda quotazione di 4 euro e 50, decimale più, decimale meno. Oggi, a sei mesi dal consiglio presidenziale, il suo valore è di 3 euro e 45, decimale più, decimale meno. Il che significa circa il 25 per cento di perdita secca per il coraggioso investitore.
Resta da capire chi diavolo, in questo paese, riesce a guadagnare qualcosa con Eni ed Enel, e qui avremmo qualche indizio.
Eni, per esempio, aveva investito nel 2007 in pubblicità con Publitalia 12.930.000 euro, che sono saliti nel 2008 a 17.868.000 euro (più 38 per cento).
Enel, invece, aveva comprato spazi pubblicitari nel 2007, sempre da Publitalia, per 10.019.000 euro, aumentati nel 2008 a12.902.000 euro (più 28 per cento).
E’ triste dirlo, ma l’unico che ha guadagnato qualcosa con Eni ed Enel è lo stesso che ha indotto a perderci gli investitori che gli hanno creduto.
Del resto: gli hanno creduto. Peggio per loro.
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