È professore di Storia delle relazioni internazionali nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Bari
Il «patto di stabilità» e i suoi derivati sono figli legittimi di una Unione che funzionalisticamente ha provato a fare della moneta e dei suoi imperativi neoliberali il motore immobile di una «integrazione sempre più stretta»
La "tecnopolitica europea" ci ha liberato dal berlusconismo, ma ci instupidisce con il soft power di Monti. Serve uno sguardo di lunga durata
Monti rappresenta il trionfo della tecnocrazia e il tramonto della democrazia di massa, sin da quando l'Europa è diventata la cruna dell'ago neoliberista
Stato e politica, lavoro e Costituzione non sono cadaveri del secolo passato ma pietre angolari per il futuro. E l'ordine nuovo si formerà per la strada
Mentre si piangeva sull'Europa "incompiuta" molti cambiamenti sono stati già fatti, nell'estate. Ma hanno ristretto ancor più lo spazio della politica e della democrazia. Per provare a muovere su un'altra strada, è il caso di concentrarsi non sul «passo che manca», ma sul «passo negato», «vietato» all'Europa. E costruirne una nuova