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Economisti e statistici a difesa dell'Istat
L'Aiel - Associazione italiana economisti del lavoro - e la Sis - Società italiana di statistica - hanno preso posizione dopo l'attacco del governo all'Istituto Nazionale di Statistica. I testi dei documenti approvati dai rispettivi direttivi
Il Consiglio Direttivo della Società Italiana di Statistica, riunitosi il 15 luglio 2009, ha espresso forte preoccupazione per l’insufficiente considerazione che una parte degli organi di governo sembrano riservare alla statistica pubblica, bene imprescindibile per il Paese.
In particolare il Consiglio richiama l’attenzione sui seguenti aspetti:
Il dibattito sulla scelta dei metodi statistici per la produzione di statistiche pubbliche è stato sempre assicurato e deve continuare ad esserlo, ma nelle sedi scientifiche appropriate. E’ necessario infatti, che siano rispettati i criteri deontologici, gli unici che possano mettere al riparo dal sospetto che i giudizi negativi siano originati da un qualsivoglia interesse di parte. In particolare, i metodi impiegati nell’indagine Istat sulle forze di lavoro, oggetto delle recenti critiche da parte del Ministro Tremonti, sono stati ampiamente discussi e ritenuti validi nelle sedi scientifiche nazionali ed internazionali.
La diffusione dei dati dell’Istat segue un calendario concordato a livello europeo, e l’Istituto, non può esimersi dall’obbligo deontologico di renderli noti all’intera collettività non appena essi siano prodotti, onde consentire il loro impiego come strumento essenziale per l’esercizio della democrazia ed evitare pericolosi fenomeni di asimmetria informativa.
Il Consiglio ritiene inoltre che sia urgente affrontare, nelle competenti sedi, i seguenti problemi per garantire il buon funzionamento della statistica pubblica:
Il mandato del presidente dell’Istat è scaduto e non è rinnovabile, a tutt’oggi non è stato dato corso alla nomina del successore, individuando la persona più idonea a svolgere una funzione di garanzia essenziale per la comunità statistica nazionale e internazionale. Tale situazione può produrre gravi conseguenze in relazione al ruolo centrale assegnato all’Istat nell’ambito del Sistema statistico nazionale e di quello europeo, come previsto dalla nuova legge statistica europea.
Le autorità governative italiane devono impegnarsi ad assicurare alla statistica pubblica disponibilità economiche adeguate per adempiere agli obblighi previsti dall’Unione, secondo quanto richiede il Codice delle statistiche europee. I dati comparativi sulle risorse destinate alla statistica pubblica, mostrano come l’Italia abbia potuto contare fino ad ora su risorse di molto inferiori rispetto a quelle medie europee.
Non è stata ancora varata la legge di indizione e di finanziamento dei censimenti generali dell’agricoltura e della popolazione, previsti da regolamenti europei nel 2010-2011 e questo ormai rischia di comprometterne lo svolgimento. I censimenti rappresentano per il Paese e per tutta l’Europa, le fondamenta delle politiche di sviluppo economico e sociale e sono perciò la principale priorità del sistema statistico europeo dei prossimi anni. La mancanza di informazioni censuarie sulla consistenza e sulla struttura della popolazione ha, tra l’altro, la conseguenza di compromettere la produzione di statistiche campionarie affidabili (compreso qualsivoglia credibile sondaggio) e lo svolgimento di tutte le analisi statistiche dei fenomeni economici, demografici e sociali.