Riduzione dei fondi, derubricazione dei diritti ad opportunità, smantellamento dei servizi pubblici a favore di una logica di mercato: queste le direttrici fondamentali delle politiche sociali che da Sacconi a Tremonti hanno guidato l'azione del governo in questi mesi. Il tutto condito da una scaltra operazione mediatica (social card, la Robin Hood Tax, il bonus- famiglie) che in realtà nasconde un approccio compassionevole e filantropico. Il traguardo ultimo di queste politiche (testimoniato anche dall'impostazione del libro bianco sul welfare di Sacconi) è la riduzione a beneficenza e i diritti in un contesto- tra l'altro- di misure di di sostegno al lavoro e al reddito drammaticamente insufficienti.
I dati sono noti: il Fondo nazionale per le politiche sociali è stato ridotto di 2/3, il Fondo nazionale per la non autosufficienza è stato cancellato; lo stesso è successo a quello per la inclusione degli immigrati. Nello stesso tempo sono stati ancora una volta tagliati i fondi ai comuni (e gli è stata tolta l'Ici, solo in parte compensata da altre entrate) che sono i principali erogatori e realizzatori dei servizi sociali sul territorio. A fronte di tutto ciò (e di una crisi economica sempre più drammatica), cosa ha fatto Tremonti? Ha erogato un sussidio di 1 euro e 33 centesimi al giorno a poche centinaia di migliaia di persone (reddito inferiore a 6mila euro) con la social card, ha stanziato sussidi a partire da 200 euro e una-tantum (il bonus famiglia) per poche centinaia di migliaia di persone entro certi limiti di reddito e ha deciso di favorire l'accesso al credito (5mila euro, da restituire in 5 anni al tasso del 4%) per sostenere le spese delle famiglie per i figli (asili nido, ad esempio: non si costruiscono, ma ci danno i soldi per pagare quelli privati). Tutte misure tra l'altro modeste e applicate parzialmente: l'ultima - di un anno fa- nemmeno ancora entrata in vigore, alla faccia dell'emergenza della crisi.
Prendiamo poi il caso del solenne e sbandierato impegno – per evitare “l'impoverimento delle famiglie”- a coprire le spese dei mutui se avessero superato la soglia del tasso del 4%. Chi ne ha usufruito? Ben pochi, visto che il tasso Euribor è stato costantemente al di sotto di quella soglia. O ancora, ci ricordiamo della Robin Hood Tax con la frase di Tremonti “togliere ai ricchi per dare ai poveri” ? Ma solamente il 10% del presunto ricavo di quella tassa (200 milioni su un po' più di 2 miliardi) è andato a costituire il fondo che ha alimentato la social card.
Questi -e altri- sono i dati di un documento sui 18 mesi di bluff del governo che Sbilanciamoci! presenterà il prossimo 5 settembre nel controforum di Cernobbio (per info: old.sbilanciamoci.org) quando Tremonti e gli alfieri più o meno pentiti del “mercatismo” si ritroveranno a Villa d'Este a parlare di crisi economica e finanziaria. Tra demagogia e marketing, il governo sta cambiando la natura del nostro welfare, trasformandolo in quel sistema compassionevole dove al centro c'è il”povero” e non il cittadino, gli “aiuti” e non i diritti. E' una deriva preoccupante, cui opporsi con decisione.
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