Recenti dichiarazioni del Presidente del Consiglio Mario Monti hanno messo in subbuglio il mondo della sanità. Un comunicato pubblicato sul sito della Presidenza del Consiglio chiarisce le parole del capo del Governo dei tecnici, e riporta un estratto, in cui si afferma tra l’altro: “Le proiezioni di crescita economica e quelle di invecchiamento della popolazione mostrano che la sostenibilità futura dei sistemi sanitari -…- potrebbe non essere garantita se non si individueranno nuove modalità di finanziamento e di organizzazione dei servizi e delle prestazioni.”
Il comunicato spiega inoltre che il Presidente si sta interrogando sull’opportunità di adottare anche forme di finanziamento integrativo.
E’ stata espressa pertanto una preoccupazione (sulla sostenibilità futura del SSN), ed è stata ipotizzata una soluzione (nuove modalità di finanziamento aggiuntive, ovvero finanziamento integrativo).
Una domanda sorge spontanea a tale proposito: il Presidente conosce le accurate proiezioni sull’andamento di lungo periodo della spesa sanitaria della Ragioneria Generale dello Stato (RGS), che appaiono in realtà piuttosto tranquillizzanti? Secondo le valutazioni più recenti (“Le tendenze di medio-lungo periodo del sistema pensionistico e socio-sanitario”, Rapporto n. 13, Nota di aggiornamento, settembre 2012), l’aumento della spesa sanitaria tra il 2010 e il 2060 risulta inferiore a un punto di PIL nello scenario di riferimento (v. tabella). Non sembra molto, in 50 anni. Con ipotesi diverse, la RGS ottiene incrementi di spesa che oscillano tra 0,5 e 1,3 punti. Le previsioni di lungo periodo, per loro natura, vanno interpretate soprattutto come utili segnali di tendenza, la cui effettiva realizzazione è soggetta ad un margine di incertezza molto elevato. In buona sostanza, dunque, quel che oggi si può dire è che non vi è motivo di ritenere che la spesa sanitaria debba esplodere di qui a 50 anni.