Va bene i soldi all’estero: le fatiche di una vita di onesta evasione fiscale e false fatturazioni non possono finire in tasse. Il 5 per cento per riportare a casa gli amatissimi risparmi è un buon prezzo, più basso di quei poveretti costretti a chiedere alle banche i Tremonti Bond che sono molto più cari. Ma non di sola moneta vive l’uomo. E gli affetti? E l’amore? E quella grande generosità che l’imprenditore italiano sa dispensare? Servono leggi umane. E giornali umani che sappiano spiegarle. Come ha fatto bene, benissimo, il Sole 24 Ore del 5 ottobre 2009. Eh sì, nei giorni furibondi della polemica sullo scudo fiscale, mentre tutti si accapigliavano su onestà, ideologia, Costituzione e condono, c’era anche chi sapeva parlare il linguaggio dei sentimenti. Ecco come:
“… spesso la richiesta di applicare lo scudo si intreccia con drammi e sofferenze familiari. È il caso di amanti vissute per anni nell'ombra, che alla morte del ricco compagno scoprono davanti a un notaio di aver ereditato una fortuna oltreconfine all'insaputa della legittima consorte”.
Che situazione, ragazzi. Che struggimento. La moglie non sa niente. L’amante eredita un gruzzolo a Montecarlo e non può portarselo a casa. E’ stata nell’ombra per anni, e ora che può balzare al sole a fare marameo, vogliamo penalizzarla? Ma vi sembra giusto? Presto! Ci vuole lo scudo fiscale! In fondo non solo l’amore, ma anche il reato fiscale significa non dover mai dire “mi dispiace”.
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