Agenda Monti per università e ricerca: l'abbiamo letta. Ma non riguarda il futuro. Anzi, sembra scritta diversi anni fa. Redatta da qualcuno che di recente non si è occupato di università e ricerca, o è affetto da un deficit di attenzione nei confronti dei dati e del dibattito internazionale: ignora i tagli appena approvati, parla di facoltà che non esistono più, non sa che l’ANVUR è oggetto di critiche anche oltre l’Atlantico. Dice che è prioritario accrescere gli investimenti nella ricerca e nell’innovazione, ma soltanto nel settore privato. Ripropone luoghi comuni sull’economia della conoscenza, e trascura l’allarme che alcuni dei più autorevoli pensatori liberali hanno lanciato da tempo riguardo alla tendenza a subordinare università e ricerca alle esigenze della produttività, rinunciando al ruolo centrale che esse hanno avuto storicamente – e dovrebbero avere ancora – nel favorire la fioritura di una sfera pubblica plurale e di istituzioni politiche autenticamente democratiche. Un testo reticente, ma il vero messaggio è tra le righe. Basta saperlo leggere.
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