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Truffasi. Un Rapporto del Naga

01/07/2011

E’ il titolo del rapporto presentato dal Naga a Milano il 30 giugno e realizzato in collaborazione con Arci, Comitato Inquilini Molise Calvairate Ponti e Immigrati Autorganizzati. Il rapporto descrive in dettaglio il meccanismo di illegalità alimentato dalla sanatoria del settembre 2009 e più in generale dal sistema di ingresso per motivi di lavoro disegnato dall’attuale normativa.

 

La sanatoria “selettiva” del 2009, va ricordato, consentiva l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari solo relativi all’ambito della collaborazione domestica e dell’assistenza familiare e la domanda poteva essere presentata solo dai datori di lavoro. Inoltre il provvedimento era poco chiaro in merito al trattamento da riservare alle domande concernenti lavoratori stranieri che non avevano ottemperato all’ordine di lasciare il territorio nazionale a seguito di un provvedimento di espulsione.

 

L’impianto stesso del provvedimento ha dunque alimentato il giro di affari che da sempre ruota ai provvedimenti di regolarizzazione: i lavoratori operanti in settori diversi da quello domestico e di cura (edili, lavoratori della ristorazione, ecc.) si sono consegnati nelle mani di mediatori privi di scrupoli alla ricerca di un datore di lavoro che li assumesse come collaboratori domestici o familiari. Domande eccedenti, ricevute false, carenza di requisiti, convocazioni false, furti di identità le truffe più ricorrenti.

 

Il Naga fornisce gli ultimi dati disponibili: le domande di regolarizzazione presentate nel 2009 sono state 295.126, di cui il 14,7% (43 394 domande) nel solo territorio di Milano e Provincia. Secondo il Ministro dell’Interno, a febbraio 2011 sono 215.255 (73%) quelle accolte; 44.824 (15%) quelle sospese; 32.376 (11%) quelle rigettate; 2.671 le rinunce (1%). Sono 196.454 i permessi già rilasciati dalle Questure.

 

L’indagine presentata dal Naga è relativa a un campione di 438 casi di truffa monitorati attraverso il servizio legale dell’associazione e quello degli Immigrati autorganizzati. In 336 casi è stato compilato un questionario di rilevazione. In prevalenza uomini, di nazionalità egiziana, di età media di 32,4 anni e presenti in Italia in media 4 anni e 6 mesi prima della snatoria i cui truffatori sono in prevalenza di cittadinanza italiana. In pochissimi hanno esposto denuncia. Il costo della truffa varia da un minimo di 500 a un massimo di 8400 euro: nel complesso i casi esaminati corrispondono a un giro di affari pari a un milione di euro.

 

L’associazione, denunciando l’ingiustizia e l’inefficacia del sistema delle sanatorie una tantum e dell’attuale normativa sugli ingressi per motivi di lavoro, avanza anche alcune proposte:

 

· il rilascio di permessi di attesa occupazione o per motivi umanitari o, ai truffati che decidono di denunciare i propri sfruttatori e truffatori, di permessi per Articolo 18.

 

· la revisione del sistema d’ingresso 1) slegando l’ingresso dei lavoratori in Italia dal requisito del possesso del lavoro a priori; 2) prevedendo, per legge, la possibilità di regolarizzazione per coloro che lavorano e che si trovano già in Italia; 3) istituendo la possibilità di concedere visti d’ingresso per ricerca occupazione.

 

Vale la pena leggere il rapporto in dettaglio e diffonderlo per sradicare l’opinione diffusa secondo la quale immigrare in Italia per lavoro sarebbe “facile”.

 

Scarica il rapporto

 

Info: naga@naga.it

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