Bernard Maris, economista della Banca di Francia, era alla riunione di redazione di Charlie Hebdo del 7 gennaio. A morire sotto i colpi degli attentatori è stato anche lui, l’Oncle Bernard, autore di una rubrica sulla rivista satirica, in cui spiegava gli arcani della finanza.
Non era un autore di satira ma condivideva con Charb (il direttore), Wolinski (il vignettista più noto) e le altre vittime l’impazienza per le idee dominanti e l’antipatia per il potere. Era un intellettuale francese all’antica, uno studioso di Keynes e un personaggio pubblico. Ospite fisso di Radio France Inter, si scontrava regolarmente con i giornalisti delquotidiano della Confindustria francese.
Così faceva nei suoi libri, come i due volumi del suo Antimanuel d’économie (il primo è stato tradotto in italiano da Marco Tropea Editore nel 2005), che demoliscono i dogmi del libero mercato.
Per quale convulsione della storia gli estremisti islamici in guerra con l’occidente uccidono una delle voci che lo smascherava? Quale dissonanza cognitiva – più ancora che cecità ideologica – impedisce di capire i conflitti interni del capitalismo? Certo, per chi vuole annullare la libertà di espressione, non ci sono differenze che contano all’interno degli “infedeli” occidentali. E, allo stesso modo, per il nuovo fascismo europeo tutti i cittadini e gli immigrati musulmani sono potenziali terroristi.