La prima cosa che salta agli occhi nello scorrere la galleria degli orrori composta in questo sito a partire dalle tracce lasciate un po’ ovunque in Italia dalla propaganda razzista e dalle campagne politiche condotte in particolare contro gli immigrati, è il carattere decisamente maniacale, ossessivo, paranoico che contraddistingue un buon numero dei materiali repertoriati, accumunati dal considerare l’immigrazione alla stregua di una “invasione” di massa o di una “occupazione” militare, o le due cose allo stesso tempo. Un’affermazione, questa, che non deve essere confusa con una generica valutazione di carattere psicologico, perché rappresenta invece il tassello iniziale del tentativo di cogliere gli elementi di continuità, o eventualmente di discontinuità, che questi stessi materiali – manifesti, volantini, striscioni, adesivi, messaggi fatti circolare sui social network o in qualunque altra forma nelle nostre città – esprimono rispetto al passato e alle fasi storiche, come la prima metà del Novecento, la genesi dei fascismi in Europa o la Seconda guerra mondiale, in cui i “razzismi” hanno drammaticamente dominato la scena.
Da questo punto di vita, evocare la categoria della “paranoia” sul piano politico e culturale significa confrontare il tono, lo spirito e i contenuti dell’ampio repertorio del nuovo razzismo italiano che qui è proposto, con quanto ha consegnato alla nostra memoria storica l’età che più è stata caratterizzata dall’affermarsi su larga scala delle ideologie razziste e dalla messa in opera dei loro meccanismi di distruzione.